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Sabato, 20 Aprile 2024
Cultura

«Monsignor Franco Molinari ci ha lasciato una serie di opere ancora attualissime»

Ricordata a Palazzo Galli la sua vocazione sacerdotale e la sua figura di storico, scrittore e giornalista

Piacenza ha ricordato mons. Franco Molinari (1928-1991) a 25 anni dalla scomparsa. L’iniziativa è stata promossa dalla Banca di Piacenza che a Palazzo  Galli ha organizzato il convegno dal tema “Ricordo di don Franco Molinari”. Un sacerdote, storico, giornalista e docente universitario, ha ricordato l’avv. Corrado Sforza Fogliani, che si affermò nel mondo accademico e dell'informazione senza mai dimenticare la sua vocazione sacerdotale.  Tra le sue qualità quella di essere scrittore ad “effetto” perché dotato della capacità di unire la serietà dello storico a quella di presentare le cose e i problemi in modo non “togato”.

La prima relazione “Don Franco, studioso della Massoneria”, è stata svolta dal prof. Alessandro  A. Mola, direttore del Centro Giovanni Giolitti, il quale ha evidenziato come per sciogliere il dilemma Massoneria uguale ad associazione filantropica (secondo taluni) o cosca mafiosa (secondo altri), occorre fare riferimento alla straordinaria lezione che don Franco Molinari ha esposto nel suo libro edito nel 1981, un testo straordinariamente ancora attuale, nel quale in poco più di 200 pagine sobrie, documentate, serie e non pedanti, aiuta a perlustrare il fenomeno complesso della Massoneria. Quella di Molinari è una lezione di lealtà; la sua scrittura non è parziale ma mossa dalla passione di comprendere e far comprendere. Il libro dal sottotitolo “Cattedrale laica della fraternità”, irrompe in un momento di grande tempesta politica dovuta alla pubblicazione delle liste “P2” che causò anche la caduta del Governo in carica presieduto da Arnaldo Forlani. Fu un grande scandalo artificioso - ha proseguito il prof. Mola - che portò a una commissione di inchiesta conclusa con sei differenti relazioni con annessi 120 volumi per circa 120.000 pagine: una miniera di informazioni e carteggi, una specie di cestino della carta dove vanno pescare coloro che vogliono fare inchieste di scandalo. Molinari invece sprovincializza il tema, fa capire che la Massoneria non è una novità ne è una realtà italiana; è da valutare togliendosi le bende dagli occhi perché fa parte di una cultura che ha radici nel Cristianesimo.

 “Don Franco, prete rotariano” è stato il contributo del prof. Francesco Mastrantonio, Pastpresident Rotary Piacenza Farnese, il quale sin da ragazzo ha visto in don Molinari un modello di sacerdote. A metà anni Ottanta si è ritrovato al suo fianco come collaboratore a Il Nuovo Giornale. Nel 2005 il Rotary Piacenza Farnese, aveva festeggiato il ventennale della fondazione con una pubblicazione che comprendeva il testo di una conversazione tenuta da don Franco, titolandola “Il fascino sottile del Rotary “, un testo tuttora fondamentale per capire la carta costituzionale del Rotary ispirata al servizio e all’amicizia, nella consapevolezza, per dirla con don Franco, che “ognuno di noi è molto meno, senza l’altro.”

La relazione finale, “Don Franco e la sua profetica lettura di Lutero”, ha avuto quali relatori il prof. Rino Curtoni e il dott. Luigi Capra. Nel 1967 – ha ricordato Curtoni, in Seminario venivano presentate alcune memorie di don Molinari nelle quali si parlava dell’affissione alle porte della chiesa del castello di Wittemberg delle tesi, da parte di Martin Lutero, del documento che allora (e ancora oggi per i più) era l’inizio della Riforma protestante. L’immagine che se ne aveva era di “un giovane e dotto monaco che a colpi di martello fa crollare l’impalcatura della Chiesa”. Ma già il titolo delle pagine di don Molinari “Lutero tra storia e leggenda” faceva scricchiolare l’immagine di un Lutero demoniaco. Ebbe davvero luogo quella affissione?  Non sono uno storico – ha proseguito Curtoni - e quindi non entro nel merito della diatriba per alcuni versi ancora aperta sull’episodio in questione. Quel che emerge da quella ricerca di don Franco oltre alla sua propensione per la tesi della non affissione perché non supportata da sufficienti e attendibili documenti.  Molinari fa emergere un’immagine di Lutero ben diversa da quella spesso utilizzata per meglio controbattere le sue idee, la sottolineatura dell’atteggiamento complessivo assunto dal monaco. In generale gli interventi di don Franco, segnano momenti significativi di cammino ecumenico: nel 1975 nel breve scritto “Le lezioni di storia della chiesa: i profeti”, così esordisce: “La storia della chiesa registra un campionario sconcertante di profeti sui quali i carabinieri dell’ortodossia hanno sparato a vista. Salvo poi glorificarli dopo la morte”.

Il dottor Luigi Capra che con don Molinari ha condiviso un rapporto di comunione fraterna grazie al quale ha riscoperto la spiritualità evangelica dell’unità, maturata nella sua giovinezza e poi confermata nel comune cammino nel Movimento dei Focolari.  Lutero ha affermato Capra citando il pensiero di don Franco, aveva ragione, sapeva di aver ragione, ma ha avuto il torto di aver voluto aver ragione a tutti i costi, rompendo l’unità della Chiesa. Ciò non toglie che la responsabilità dello scisma di occidente fu anche della curia romana e di quei papi che preferivano le vanità mondane ai doveri della propria missione. Capra ha anche raccontato un episodio che dimostra l’assoluta mancanza di pregiudizi di don Franco: nel 1951, ancora seminarista e già in abito talare, entrò, nella cooperativa rossa di Podenzano, in un periodo di dura contrapposizione tra cattolici e comunisti; gli interessava conoscere le ragioni delle persone di convinzioni diverse dalle sue: si è dedicato al dialogo con tutti, specialmente con i più ‘lontani’, senza paura di perdere la propria identità.

Nelle conclusioni del convegno l’avv. Sforza ha ringraziato il pubblico che ha affollato la sala, per l’evidente attenzione con la quale ha seguito le appassionate relazioni degli autorevoli relatori e ringraziato i fratelli Molinari Giuseppino, Luigi e Maria per aver donato alla Biblioteca della Banca 70 volumi e 199 opuscoli scritti da don Franco, che saranno presto reso consultabili.  Ha inoltre segnalato la ristampa, a cura della Associazione Culture per lo sviluppo locale, del volume “Vigolzone storia di una parrocchia”, che contiene anche note preziosissime alla conoscenza della storia delle parrocchie della nostra Diocesi, (n.d.r. La presentazione del volume è consultabile nella nostra rassegna “libri piacentini”).DSC_8804-2

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