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Morfasso citato anche dal Corriere della Sera per la puntata di Terra

Lunedì notte è andata in onda su RETE4 la seconda puntata della serie “Casa Capuozzo” dedicata ad immigrazione ed emigrazione, puntata che ha raccontato anche la storia particolare del comune di Morfasso “come esempio dell’Italia che verrà”

Lunedì notte è andata in onda su RETE4 la seconda puntata della serie “Casa Capuozzo” dedicata ad immigrazione ed emigrazione, puntata che ha raccontato anche la storia particolare del comune di Morfasso “come esempio dell’Italia che verrà”. Voce ad alcuni emigrati valdardesi che sono ritornati alle radici una volta raggiunta la pensione, al Sindaco Calestani e al parroco “immigrato” don Jean Laurent. Citazioni ed immagini di repertorio anche per la “Freccia nera” che fu girata proprio a Morfasso e puntuali riferimenti statistici ad una realtà che rimane unica in Italia, per il rapporto tra residenti ed emigrati ed il quesito finale su cosa si fa e si può fare perché queste realtà non spariscano nel giro di pochi anni. E ieri sul Corriere della Sera il più importante commentatore di comunicazione televisiva, Aldo Grasso, ha fatto gli elogi alla narrazione di Capuozzo, invitando a proiettare nelle scuole le 4 puntate e facendo all’inizio subito un riferimento esplicito al comune della val d’Arda.

Aldo Grasso scrive:

«L' integrazione c'è, solo se c'è lavoro». A pronunciare questa semplice frase, ma molto più efficace di molte sociologie dell' integrazione, è un pensionato di Morfasso (Piacenza). Da ragazzo è andato all' estero in cerca di lavoro e ora, da pensionato, è tornato a casa. Toni Capuozzo ha raccolto storie di migranti, di ieri e di oggi, un viaggio in Italia per raccontare i loro diversi destini. L’ha fatto con il suo stile asciutto, essenziale, profondo, trasformando «Casa Capuozzo» in un' inchiesta-racconto, una delle più interessanti fra le molte che ha saputo regalarci (Rete4, lunedì, 4 puntate a notte fonda). Le storie edificanti, come la sistemazione di 14 ragazze nigeriane ospitate nel comune di Crova (Vercelli), sono pressoché sommerse da storie sconfortanti, da quelle «discariche umane» che sono le baraccopoli, i centri di accoglienza, i campi profughi. Capuozzo usa speso la parola «profughi». Nato a Palmanova (la madre era una triestina), conosce bene le vicissitudini degli esuli istriani e prova a confrontare l' accoglienza che fu riservata a quei nostri connazionali (i ferrovieri di Bologna negarono loro un piatto di minestra perché li consideravano fascisti) con quella riservata oggi ai «richiedenti asilo», immigrati «che non avrebbero titolo per vivere in un Italia, un territorio che non offre nulla se non disoccupazione, lavoro nero e clandestinità». «Casa Capuozzo» andrebbe proiettato in tutte le scuole, per far comprendere non solo un fenomeno di portata storica destinato a ingigantirsi, ma anche la pochezza dei mezzi, la vacuità verbale dei teorici dell' accoglienza e l' incapacità della politica (italiana ed europea) ad affrontare un simile problema. Capuozzo, descrivendo le migrazioni, la complessità dell' integrazione e la miopia delle decisioni prese dall' alto, ci invita «a fare i conti con una realtà complessa che nessuno, sembra, abbia voluto affrontare per tempo».

La puntata sarà trasmessa in replica su Rete4 domenica mattina ma a Morfasso è organizzata una proiezione per domani sera, giovedì, alle 20.30 nel salone parrocchiale.

Chi desidera vedere tutta la puntata direttamente online può andare all’indirizzo https://www.video.mediaset.it/video/terra/full/migranti-di-oggi-e-di-ieri-24-aprile_714476.html

Il video della sola parte relativa a Morfasso è invece disponibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=jFbHuu_Bn2Y

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