rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura Ferriere

Nel nuovo numero di Montagna Nostra un secolo di vita e di storia della parrocchia di Ferriere

E’ in distribuzione “Montagna Nostra” il bollettino vademecum edito dalla parrocchia di Ferriere; diretto da Paolo Labati e stampato da Ediprima. Le 108 pagine di questo numero spaziano nel territorio dell’alta val Nure, val d’Aveto e Lardana e costituiscono un’importante fonte informativa per i residenti, per chi è nato nel territorio e ora è lontano e per le tante persone che nel periodo estivo soggiornano nel comune di Ferriere. Dalle pagine inziali abbiamo liberamente sintetizzato il testo che tratta gli eventi più rilevanti del primo secolo di vita della parrocchia del capoluogo:

Nel 1902 a seguito della chiusura dell’Oratorio Ducale perché in condizioni statiche precarie, le funzioni religiose furono svolte in un edificio sito in piazza delle Miniere, un tempo adibito a forno per fondere il materiale ferroso. Dieci anni dopo, nel mese di maggio assunse la cappellania, divenuta indipendente da Casaldonato, don Benvenuto Balordi. L’ingresso ebbe luogo il 13 luglio 1912; per l’occasione fu recuperato al culto l’antico Oratorio. Don Benvenuto nominato parroco di Ferriere il 28 novembre 1917 (la Cappellania era diventata parrocchia con decreto vescovile del 2 settembre dello stesso anno), promuove la costruzione di un tempio adeguato alle esigenze della comunità: nel 1922 è posta materialmente la prima pietra della chiesa dedicata all’Immacolata “Regina della pace”. Don Balordi lascia Ferriere ai primi del mese di luglio 1929 per Vigolzone, dove morirà l’11 ottobre all’età di 55 anni.  

Schermata 2017-09-16 alle 15.22.54-2A Ferriere giunge don Giuseppe Spagnoli, economo spirituale e Vicario Foraneo della Parrocchia dal, 15 luglio fino al 10 aprile 1930, quando fa l’ingresso don Ermenegildo Rizzi al quale si deve la collocazione dell’altare maggiore donato da Paolo Guglieri, la pavimentazione, la tinteggiatura muri, l’impianto luce, panche e scalinata. E’ durante il suo ministero che, il 1° luglio 1935, mons. Ersilio Menzani consacrava la chiesa.  Segue don Luigi Molinari (18 giugno 1943 - maggio 1953) che dà impulso alle attività parrocchiali, ai gruppi di volontariato cattolico e pone le basi per la costruzione del campanile. Il successore don Emilio Silva, è l’autore, assieme all’amministrazione comunale, dell’istituzione della prima scuola media, assumendone la presidenza. Realizza l’asilo dedicato a San Domenico Savio, il campanile, porta, migliorie alla chiesa e costruisce la canonica. Nel 1958 il pittore Luciano Ricchetti affresca la cappella dell’Immacolata riproducente l’apparizione di Lourdes e i miracoli. 

Don Sandro Civardi, parroco dall’8 dicembre 1970 completa il campanile con l’orologio elettronico, la chiesa di generatore d’aria, del pavimento in mosaico (1980) e fa elettrificare le campane (1983). Dota il tempio delle finestre istoriate (1988) della Via Crucis scolpita da Perotti, 1989 e sempre di Perotti, della grande pala scolpita in legno (1990), mentre il pittore Pavesi esegue la decorazione del presbiterio. Il parroco è inoltre particolarmente attivo nella promozione del territorio favorendo la nascita di organismi – come il Gat (Gruppo Attività Turistiche) per l’animazione delle vacanze estive. Da ricordare in proposito le spiedate alla foresta del Penna, la festa dei nonni, la festa delle famiglie, la fiaccolata al monte Gratra, le serate in piazza e i tentativi di sviluppo del turismo invernale. Il successore, don Giuseppe Calamari arriva da Borgotaro nel febbraio 1991. Promuove i lavori di ristrutturazione nell’ex asilo San Domenico, fa decorare l’interno della chiesa, il rifacimento del tetto e della copertura in rame della guglia del campanile. Prosegue anche la “missione” a favore del turismo portando avanti le “spiedate al Penna, le “fiaccolate al Gratra” e le feste in piazza a valenza sociale. Nel salone parrocchiale dà spazio al Festival della Canzone, alla Rassegna delle fisarmoniche ed è attivo collaboratore del Festival Internazionale dei Giovani. 

Il 27 maggio 2015 è nominato parroco Don Stefano Garilli una conoscenza della comunità e del territorio essendo stato parroco a Brugneto dal 1989 al 1994. Presentandosi alla gente, ai confratelli e al Vescovo, don Stefano al suo ingresso nel mese di luglio, ha sottolineato: “Sento parole di rammarico, perché in montagna sono rimasti in pochi, ma una buona comunità si può fare anche con poche persone, dopo tutto i primi seguaci di Cristo erano solo 12 e anche un po’ scalcinati... ”. Nonostante sia incappato, come tutta la comunità nella rovinosa alluvione del 14 settembre 2015, don Stefano ha reagito cercando di ripristinare i beni della parrocchia. In questo lasso di tempo ha messo in atto il suo “senso pratico” portando migliorie all’interno della chiesa, primo fra tutti il nuovo impianto di illuminazione. Grande è la sua disponibilità per le esigenze pastorali del territorio. L’apporto di don Giuseppe, in modo silenzioso e umile completa il quadro dei servizi e della presenza.

Nelle foto:

don Benvenuto 

don Rizzi (con la berretta ecclesiale) 

don Molinari (tra i chierichetti)

don Civardi (con il vescovo)

da sinistra: don Emilio Silva, don Giuseppe Calamari. 

Al centro la maestra Ida Sbarbori Provolo  (deceduta), la figlia Noemi, Padre Pietro Sordi e padre Antonio Cervini (deceduto), don Giuseppe, il vescovo Gianni e don Stefano Garilli.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nel nuovo numero di Montagna Nostra un secolo di vita e di storia della parrocchia di Ferriere

IlPiacenza è in caricamento