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Cultura

“Polis”: riflessioni di Renato Zurla sui suoi decenni di medico, di volontario, di politico e di amministratore

«Quando i soldi non erano un problema mancavano i progetti condivisi»

Su un piatto della bilancia una vita particolarmente ricca di gratificazioni professionali, di importanti traguardi nel mondo del sociale e del volontariato; sull’altro piatto tante frustrazioni dall’impegno politico amministrativo locale e il naufragio delle simpatie professate per la politica nazionale. Questa può essere la sintesi autobiografica tracciata dal medico piacentino Renato Zurla nel suo libro “Polis” - pagine 188, edito da Ellade - presentato alla libreria Berti, dall’autore in dialogo con don Davide Maloberti e l’editore Maurizio Filios.

RENATO ZURLA, lauree in Farmacia e in Medicina, specialista in Malattie respiratorie e Tossicologia medica. Già Dirigente medico geriatra nella Ausl di Piacenza.  Dal 1990 volontario della Croce Rossa Italiana della quale è stato presidente provinciale dal 2012 al 2014. Ha fatto parte di missioni umanitarie in Italia, nel sud est Asiatico in Irak e partecipato ad altre missioni internazionali. Ha ricoperto vari incarichi amministrativi, fra cui, negli anni Novanta, quello di Presidente della Provincia di Piacenza. E’ Consigliere della Fondazione di Piacenza e Vigevano dove si occupa dei bisogni dello stato sociale e sanitario del territorio. E’ stato socio fondatore e presidente del Lions Club Bobbio e proclamato “Piacentino dell’anno 2013”. Ha pubblicato alcuni libri sulle sue esperienze di medico volontario della C.R.I. Con Ponte gobbo ha pubblicato “Dal buio alla luce. il coraggio di rinascere (https://www.ilpiacenza.it/blog/libri/dal-buio-alla-luce-il-coraggio-di-rinascere.html) e  nel 2015, “Sapere invecchiare in salute”. 

“Polis” è accompagnato dalla prefazione del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Massimo Toscani che invita l’autore a continuare nel suo impegno civile ignorando gli esempi di coloro che tirano a campare, svolgendo il compitino per meritarsi la sufficienza, ma provare ad uscire dalle righe della mediocrità: “Spero (e credo) che qualche compagno di "entusiasmo" nel nostro cammino forse lo troveremo”.  Il libro racconta e rivive episodi, accadimenti di politica, di sanità, di servizi alla persona, di turismo, di valori socio-culturali, politici, di tante delusioni e obiettivi mancati che a distanza di anni si rivivono in maniera critica, ma anche con maggior equilibrio; pagine di vita corredate di lettere, relazioni, riflessioni.

Tra gli esempi di “errori clamorosi” commessi sul nostro territorio provinciale per scelte non fatte, Zurla approfondisce in particolare la Strada statale 45, l’Ospedale e le Terme di Bobbio, il Parco della Valle. Un bel pezzo di storia e di contenuti, commenta, che avrebbero potuto essere ben diversi allora e come ricaduta ai giorni nostri! In quegli anni, il danaro pubblico non era la prima difficoltà, bisognava avere dei progetti veri e credibili, sostenerli e condividerli, indipendentemente dal partito di appartenenza.  Mentre Genova e la Regione Liguria si occupavano alacremente della loro parte, la "bobbiesità" e la val Trebbia, assieme venivano alla cronaca ciascuno per la sua parte facendo gara per far valere il proprio "particulare”: progetto in sponda destra, in sponda sinistra, a seconda delle correnti di pensiero dei “sapienti” di turno.  Risultato: la perdita dei momenti decisionali e di denari destinati altrove. Cosi è stato per il Parco della Val Trebbia che avrebbe visto coinvolto tutto il territorio vallivo.

Allargando l’orizzonte alla “Polis” nazionale, l'autore guarda con nostalgia alla Prima Repubblica che, pur con errori ed episodi di mal governo enfatizzati da Tangentopoli, ritiene "degna di essere ricordata e rivisitata per i valori che si è portata dentro".  A questa virtuosa visione viene contrapposta quella attuale dove affarismo, arrivismo e ricerca del benessere persona ne sono i principali motori mentre manca la capacità di dialogo e confronto sereno tra le parti e l'interesse a far  conoscere ai cittadini la realtà. Rimangono i privilegi riservati a pochi e si commettono errori, senza nessuna regola di stile di vita politica. Nella prima Repubblica – insiste l’autore - le regole c'erano ed erano rispettate da tutti o per lo meno dalla maggior parte dei protagonisti della vita politica locale, regionale e nazionale.

L’AUSPICIO. La politica deve tornare ad essere con la P maiuscola. Basta con gli insulti, le offese, il dileggio, l’uso di un linguaggio scurrile. Esser diretti ed efficaci non significa essere maleducati ed offensivi. Continuare così porterà (il libro è stato scritto tra il 2015 e il 2016) a ingrossare il partito dell’assenteismo, o peggio questi voti andranno a confluire verso aree o movimenti oggi di moda, vedi 5 stelle”... A breve Zurla sarà in libreria con un nuovo testo; al centro della sua riflessione, tante storie di vita in cui l'autore; da uomo e da medico, prova ancora una volta a raccontare le difficoltà del vivere quotidiano”.

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