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Cultura

“Pordenone in Santa Maria di Campagna”, il libro-strenna della Banca di Piacenza

Illustra la summa di capolavori eseguita e raccolta a Piacenza tra Cinque e Settecento.

Contemporaneo all’annuncio del Presidente esecutivo della Banca di Piacenza avv. Corrado Sforza Fogliani relativo l’apertura della “Salita al Pordenone” in Santa Maria di Campagna - evento che da marzo, per alcuni mesi, farà conoscere il cosiddetto “Camminamento degli artisti” - il popolare Istituto di credito ha presentato e fatto omaggio ai presenti del tradizionale libro strenna 2017 dedicato proprio al “Pordenone in Santa Maria di Campagna”, volume di pagine 128, formato cm 21,5x31,5, curato da Eleonora Barabaschi. Riccamente illustrato a colori con immagini ad alta definizione di Marco Stucchi molte delle quali stampate a tutta pagina, è inframmezzato da frasi del Vasari, di Ferdinando Arisi, del Carasi, di Marco Boschini e di Luigi Lanzi; contiene altresì, oltre che una ricca bibliografia, una parte dedicata alla cappella dei Magi (con l’autoritratto del Pordenone) ed un’altra con il Sant’Agostino pordenoniano. E’ pure riprodotta l’opera “Disputa di Santa Caterina” con un uomo in abiti contemporanei che indica un foglio e che potrebbe essere un ritratto dell’arch. Alessio Tramello davanti alla sua basilica. Il volume è diviso in quattro sezioni, ognuna preceduta da una antiporta con citazione di autori storici che si sono espressi sul Pordenone.

La pubblicazione - che reca in prima e in ultima pagina quello che sarà il logo dell’evento primaverile incentrato su una P con il Dio padre in volo, della lanterna centrale - è stata illustrata nel salone della filiale Veggioletta, dai presidenti Nenna e Sforza Fogliani e, per la parte teologica, da padre Secondo Ballati del Convento dei frati minori di Piacenza.

Leonardo Bragalini titolare della tipografia (Tipleco) che ha realizzato progetto grafico, stampa e allestimento del volume, ha evidenziato la rilevanza dell’iniziativa editoriale. Nelle intenzioni, ha detto, si pensava di realizzare un volume prevalentemente fotografico, partendo dal notevole patrimonio commissionato a Marco Stucchi: un gran numero di scatti, molto dettagliati e ad alta definizione, eseguiti con le più avanzate tecnologie: una rassegna di immagini che consentono un’esperienza visiva di grande impatto e un corredo di contenuti che permettano di avvicinarsi al significato delle immagini stesse e di contestualizzarle storicamente.  

A questo notevole corpus di immagini, si è deciso di aggiungere quelli delle due cappelle e del Sant’Agostino, in modo di poter disporre della completa documentazione di ogni dipinto eseguito da Pordenone nel tempio piacentino. Nell’intento di arricchire la lettura e anche di rendere un dovuto omaggio allo studioso piacentino che più di tutti si era accostato allo studio delle complesse composizioni pordenoniane, si è deciso di aggiungere alcuni scritti di Ferdinando Arisi, estrapolati da due suoi libri, entrambi pubblicati per la nostra casa editrice: la monografia su Santa Maria di Campagna pubblicata insieme a Raffaella Arisi nel 1984 e il saggio uscito nel 1997 nel terzo volume della Storia di Piacenza, dedicato alla Pittura a Piacenza nel Cinquecento. I due testi si pongono ancora oggi tra le pietre miliari sull’opera del Pordenone del tempio di via Campagna che Arisi descriveva come una sorta di museo della pittura piacentina (nel senso di eseguita e raccolta a Piacenza) tra Cinque e Settecento, una specie di vera e propria summa, impreziosita poi dai capolavori del maestro friulano.

Anche alle splendide cappelle – ha proseguito il dottor Bragalini - ci si è accostati con l’intento di offrire una descrizione ragionata dell’impianto iconografico ricostruendone datazione e vicende storiche. Per quella di Santa Caterina ci si è soffermati in particolare sulle vicende della leggendaria vita della martire alessandrina (la cui esistenza storica è fissata da fonti tarde tra la fine del III e l'inizio del IV secolo d.C.) la cui intitolazione si deve probabilmente all'intento di onorare Caterina Scotti, ricordata da una lapide seicentesca quale committente dell'erezione della cappella. Il committente dei dipinti fu il marito, Francesco Paveri Fontana, che potrebbe essere (secondo Arisi) uno dei quattro personaggi che compaiono oltre un porticato sul fondo dell’affresco principale (la disputa con la quale la santa converte i filosofi convocati per vincere le sue ferree convinzioni cristiane) davanti ad una rivisitata Santa Maria di Campagna.

L’auspicio, ha concluso Bragalini,  è che questo libro possa essere utile all’ulteriore avanzamento degli studi pordenoniani che, grazie alle iniziative che la Banca di Piacenza porrà in essere nel 2018, non potranno che accrescere, rendendo così un servizio alla città, le cui eminenti qualità artistiche debbono essere ancora ampiamente divulgate, e non solo ai forestieri.

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