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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura Castel San Giovanni

«Quando le cooperative che accolgono sono "buoni" e i sindaci “populisti”»

Il direttore del TG4, Mario Giordano, ospite nel salone d'onore di Villa Braghieri a Castelsangiovanni per presentare il suo ultimo libro "Profugopoli - Quelli che si riempiono le tasche con il buisness degli immigrati" (Mondadori)

Il giornalista Mario Giordano ospite nel salone d’onore di Villa Braghieri a Castelsangiovanni per presentare il suo ultimo libro “Profugopoli - Quelli che si riempiono le tasche con il buisness degli immigrati” (Mondadori). Una presenza significativa quella dell’attuale direttore del TG4 di Mediaset nel comune di Castello, visto che - come spiegato dall’assessore alla Cultura e alla Sicurezza Valentina Stragliati e dal sindaco Lucia Fontana - su 14mila abitanti il ventitré per cento sono immigrati.

Pubblicato nella primavera del 2016, il libro di Giordano racconta perché «gli immigrati vendono più della droga – spiega - e costituiscono un fiume inarrestabile di denaro. È un fenomeno epocale che deve essere gestito perché molte persone ci stanno lucrando sopra. Chi accoglie gli immigrati non ci guadagna solo politicamente: se li mette a lavorare i costi della manodopera sono molto bassi, se non pari a zero».

Come accaduto anche nella nostra provincia, il Governo tramite le prefetture bypassa le Amministrazioni Comunali che, per motivi economici, non possono accogliere i profughi. Nel libro viene proprio raccontato un caso avvenuto a Piacenza. «Nel 2014 un bergamasco, proprietario di un’impresa specializzata in logistica e costituitasi a Foggia – racconta -, si presenta alla porta del Prefetto di Piacenza e gli assegna 40 immigrati». Sono diverse le pagine del volume scritto dal direttore del TG4, nelle quali si raccontano casi analoghi, anche ben più gravi di quelli avvenuti nella nostra città. «Come una onlus – prosegue - fondata da un idraulico di Napoli che fattura all’anno 44mila euro prende in carico tramite la Prefettura ben 460 sedicenti profughi che vengono sbattuti in luoghi abbandonati senza nessuna cura, senza nessuna lezione di italiano. Sono allo stato brado, il che porta non solo loro alla rivolta, ma anche i cittadini. Con tutti i contributi che prende, ovvero circa 35 euro al giorno che tiriamo fuori dalle nostre tasche, il secondo anno dopo aver accolto queste persone il fatturato cresce a dismisura: 5milioni e seicento euro»

Fiumi di denaro dunque che arricchiscono le cooperative. «Poi  - prosegue Mario Giordano – c’è chi da un giorno all’altro, si trova a convivere in una palazzina con tre appartamenti dati in mano ad alcuni immigrati, quando magari il giorno prima erano sfitti e si sente rispondere dal Prefetto della città: “Cambiate casa, trovatevene un’altra”; e chi, proprietario di un albergo, invece di incentivare il turismo si offre disponibile ad accogliere i profughi. Allora quando vengono in trasmissione a “Dalla vostra parte” mi chiedono: “Giordano qual è il problema?”. Il problema è che se viene un turista tedesco la stanza la paga lui con i suoi soldi. Se la stanza del tuo albergo la dai ad esempio ad un nigeriano devono pagare gli italiani».

Mario Giordano Castelsangiovanni-4«Nel libro ce ne sono una dozzina di Prefetti – continua il direttore - che devono spiegarmi come fanno a dare sedicenti profughi a gente che non se ne occupa e li abbandona nella prima casa o capannone che trova. È un miracolo che non sia ancora successo come a Milano con il caso “Kabobo”. Ormai siamo arrivati al razzismo al contrario, non si riesce a vivere sicuri e in casa propria. E devono anche spiegarmi come fanno a definire “buoni” chi apre le porte delle proprie case per accoglierli e “populisti” i sindaci che, non per loro volere, ma per non aggravare le casse comunali e le tasche dei cittadini, sono costretti a dire “no!” all’accoglienza»

Giordano ha annunciato che oggi i profughi riconosciuti tali dai dati del Viminale sono il 5 per cento. «Visto che l’Italia è generosa arriviamo al 46 per cento con l’accoglienza per i diritti umanitari. Il restante 50 per cento sono richiedenti asilo. Solo che per dare una risposta ci mettiamo anni anzi che trenta giorni previsti dalla legge. Dopo aver ricevuto risposta diamo anche la possibilità di chiedere ricorso, ovviamente tutto a gratuito patrocinio e quindi pagato dai cittadini»

Il giornalista piacentino Paolo Gentilotti che ha coordinato l’incontro, ha chiesto al direttore come fa ad avere ancora la forza di indignarsi. «Lo faccio perché voglio che mi venga garantita la dignità di essere cittadino italiano e un destino degno. Non si può accettare che i Prefetti definiscono “buoni” chi apre le porte delle proprie case per accoglierli e “populisti” i sindaci che, non per loro volere, ma per non aggravare le casse comunali e le tasche dei cittadini, sono costretti a dire “no!” all’accoglienza»

In chiusura un cenno all’Europa. «C’è chi dice che il problema lo deve risolvere l’Europa. Un Europa che si fa distruggere da terroristi che arrivano con i barconi. Perché usare la Marina Militare per andare a prenderli con i traghetti? Per cambiare basta volerlo, non bisogna trovare i metodi. Il problema è arrivare alla volontà delle persone. Stiamo consegnando il nostro paese ad un’invasione programmata in un momento in cui persone di una religione ci hanno dichiarato guerra. Stiamo sbriciolando le tradizioni: ci vergogniamo dei presepi, del Natale, delle croci davanti ai cimiteri. Ci vergogniamo delle statue davanti al Campidoglio. Come si fa a dialogare se distruggiamo la nostra identità? Lasciamo il nostro paese a chi ha intenzione di tagliarci la testa».

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