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Cultura

Ricci Oddi, ecco le opere in mostra a Bobbio dal 2 luglio

Apre il 2 luglio (fino a ottobre) presso la sede del Museo Collezione Mazzolini di Bobbio l'esposizione "Opere scelte dalla Collezione Ricci Oddi", mostra di capolavori provenienti dalla Galleria piacentina

Sabato 2 luglio apre a Bobbio l'esposizione "Opere scelte dalla Collezione Ricci Oddi, due collezioni dialogo”, mostra di capolavori provenienti dalla Galleria piacentina che troveranno posto fino al 2 ottobre 2016 nella grande ala dell'Abbazia di San Colombano dove, dal 2015, è allestito il Museo Collezione Mazzolini. Diverse ma affiancate, queste due raccolte entreranno così in una sorta di dialogo.

La mostra nasce dalla collaborazione fra l'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Piacenza Bobbio e la Galleria Ricci Oddi e dà avvio ad un progetto più ampio fra il Museo e la Galleria finalizzato alla promozione, conoscenza e fruizione di due realtà culturali di primissimo piano. L'iniziativa – ha rilevato l’assessore alla Cultura e al Turismo Tiziana Albasi - è un importante risultato del protocollo "Musei in rete", sottoscritto nel 2014 dalle realtà museali cittadine per la promozione del patrimonio culturale piacentino”.

La presentazione è stata aperta dal saluto augurale del vescovo mons. Gianni Ambrosio e proseguita dalla illustrazione dell’architetto Manuel Ferrari dell’ufficio Beni Culturali della Diocesi e dal presidente della Ricci Oddi Massimo Ferrari,  i quali hanno evidenziato come le opere scelte siano una sintesi, un "distillato", della collezione permanente esposta in Ricci Oddi; i quadri selezionati ne seguono infatti i parametri di allestimento, basati su criteri monografici e regionali, con la precisa finalità di presentarne in sintesi il senso, le caratteristiche qualitative. Tra gli artisti che saranno esposti: Antonio Fontanesi, Federico Zandomeneghi, Francesco Paolo Michetti, Antonio Mancini, Giulio Aristide Sartorio, Mario Cavaglieri, Filippo de Pisis, Carlo Carrà, Stefano Bruzzi, Francesco Ghittoni, Bruno Cassinari.

La mostra sarà aperta dal 2 luglio al  2 ottobre 2016 da mercoledì a sabato: 16,30 -18,30; domenica: 10,30 -12,30 e 16,30 -18,30; nei mesi di settembre e ottobresabato: 16,30 - 18,30; domenica: 10,30 - 12,30 e 16,30 -18,30. Aperture straordinarie in occasione di eventi che verranno comunicate tempestivamente.

Mazzolini 2-2

LE DUE COLLEZIONI

La Collezione Ricci Oddi A Piacenza, nell’edificio appositamente progettato da Giulio Ulisse Arata, è ospitata la Collezione Ricci Oddi, nata per volontà del collezionista piacentino Giuseppe Ricci Oddi (Piacenza, 1869-1937): una delle più importanti raccolte italiane di pittura e scultura dell’Ottocento e del primo Novecento. Al centro della Galleria Ricci Oddi, inaugurata nel 1935, si pone la figura del suo fondatore, Giuseppe Ricci Oddi, che dopo gli studi di giurisprudenza presso le università di Roma e di Torino, rientrato nella sua città, iniziò ad adornare le pareti spoglie del suo appartamento, situato nel palazzo di famiglia in via Poggiali , acquistando “Pecore tosate” di Francesco Filippini e “Dopo Novara” di Gaetano Previati. Iniziò così la sua collezione, inconsapevole ma già segnata da una sorta di destino, dal bisogno di guardare oltre i confini cittadini. Ricci Oddi era certo dotato di gusto e di sensibilità e gli anni di visite ad esposizioni e a studi di artisti, nonché i colloqui con consulenti a vario titolo accreditati, ne avevano fatto in qualche modo un competente. Certo, per le sue scelte contava molto il consiglio dei consulenti, ma anche motivi sentimentali, passioni particolari o altrettanto specifiche antipatie, e perfino ragioni strumentali, calcoli economici. Tuttavia non per questo bisogna pensare a un eclettismo di fondo: anzi, ciò che caratterizza la raccolta è proprio la sua straordinaria omogeneità, basata sulla riconosciuta superiorità dell’arte figurativa, sebbene Ricci Oddi - pur senza avvicinarsi mai troppo alle avanguardie più radicali - fu attento ad alcune moderate novità d’inizio Novecento, come le sfumature stilistiche del Simbolismo e le esperienze di matrice impressionista e fauve sviluppate dagli italiani più aggiornati. Altra caratteristica è l’organicità della composizione, poiché vi sono comprese solo opere dall’epoca romantica in avanti, prevalentemente italiane, sforzandosi di mantenere un equilibrio fra le varie regioni, e considerando i pochi artisti stranieri per la loro influenza sugli italiani. Tutto il meglio della pittura e scultura italiana comprese fra la seconda metà dell’Ottocento e gli anni Quaranta del Novecento trova posto nelle sale della Galleria: Giovanni Fattori, Francesco Hayez, Giuseppe Pelizza da Volpedo, Antonio Fontanesi, Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Felice Carena, Felice Casorati, Massimo Campigli, Filippo De Pisis, Giulio Aristide Sartorio, e i piacentini Bot e Cassinari, solo per ricordarne alcuni. E per la scultura Vincenzo Gemito, Paolo Troubetzkoy, Adolfo Wildt, Medardo Rosso, Libero Andreotti, Attilio Selva, fra gli altri. La Collezione Mazzolini La Collezione Mazzolini nasce dalla volontà di Domenica Rosa Mazzolini, appassionata collezionista, nata a Brugnello (un piccolo borgo situato a pochi chilometri da Bobbio), che nel 2005 donò un cospicuo numero di opere d’arte moderna e contemporanea alla Diocesi di Piacenza-Bobbio, manifestando il desiderio di renderle fruibili al grande pubblico. La collezione è però frutto dell’unione di due raccolte: quella personale di Rosa Mazzolini e quella che ereditò nel 1994 dai fratelli Simonetti, medici milanesi presso il cui studio Rosa aveva prestato servizio in qualità di assistente. La raccolta comprende oggi 899 opere, tra quadri e sculture, realizzate tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta del Novecento, fra i quali molti lavori di artisti autorevoli come Enrico Baj, Renato Birolli, Carlo Carrà, Massimo Campigli, Giuseppe Capogrossi, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Ottone Rosai, Lucio Fontana, Achille Funi, Piero Manzoni, Mario Nigro, Giò Pomodoro, Mario Sironi, solo per citarne alcuni. La storia della raccolta e la sua eterogeneità prendono le mosse dall’amore per l’arte dei fratelli Simonetti. Le prime acquisizioni collezionistiche dei due medici, dovute per lo più a donazioni di pazienti, riguardarono in particolare dipinti dei primi decenni del Novecento, legati alla tradizione ottocentesca e all’attività di Filippo de Pisis negli anni Trenta; in seguito la quadreria si arricchì di opere dovute a Fiorenzo Tomea e a Giorgio de Chirico. La conoscenza di Rosa Mazzolini, appassionata collezionista che nel 1950 divenne assistente nello studio medico, suggellò l’incontro con l’arte del tempo e incoraggiò i Simonetti alla frequentazione di gallerie e alla scelta di opere coeve. Prese così forma una raccolta qualificata dalla considerevole varietà dei pezzi, appartenenti a numerose e differenti correnti stilistiche. Molti artisti peraltro richiedevano cure mediche e in cambio offrivano al dottor Simonetti un lavoro personale; tra coloro che era possibile incontrare nel suo studio si annoverano Massimo Campigli Ottone Rosai, Mario Sironi, Fiorenzo Tomea, i fratelli Pomodoro, Antonio Recalcati.

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Zandomeneghi Federico, dal collaretto bianco, 1922,Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza-2

Tito Ettore, Dopo la pioggia a Chioggia, 1905, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza-2

Sartorio Giulio Aristide, Sirena o Abisso verde, 1900,Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza-2

De Pisis Filippo, Fiori, 1937 Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza-2

Cavaglieri, Interno con la coperta Rossa,1921 Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza-2

Carra' Carlo, Pagliai, 1929, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza-2

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