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Il Macra popolò il quartiere di San Lazzaro, il maggiore Vannucci racconta la sua storia

Il luogo è quello che i piacentini conoscono come Macra, ma che oggi è diventato Polo nazionale rifornimenti, cioè l'unico reparto che fornisce materiali di ricambio a tutti i mezzi di trasporto e da combattimento dell'Esercito (e non solo) sia in Italia sia nei teatri operativi all'estero

Una memoria in più sulla storia militare della città - sulla storia della città stessa, intimamente connessa allo sviluppo delle arti militari, fin dalla sua fondazione - emerge dal bel volume di David Vannucci “L’insediamento militare di San Lazzaro Alberino (1915-2015) - Storia fotografica dello stabilimento militare sulla via Emilia Parmense”. Il luogo è quello che i piacentini conoscono come Macra, ma che oggi è diventato Polo nazionale rifornimenti, cioè l’unico reparto che fornisce materiali di ricambio a tutti i mezzi di trasporto e da combattimento dell’Esercito (e non solo) sia in Italia sia nei teatri operativi all’estero. In tutto il mondo. L’opera, già nelle librerie piacentine (Edizioni TI.PLE.CO. 15 euro), vuole celebrare anche i cento anni dalla nascita dello stabilimento militare, che ha visto la luce con primi insediamenti nel 1915.

In realtà, il libro scritto dal maggiore Vannucci (Arma trasporti e materiali dell’Esercito), non è solo una gallery di immagini, ma contiene un ricco e dettagliato testo che narra la storia di questo grande insediamento industriale. L’area è quella che i piacentini più anziani ricordano come Molino degli Orti. Un’area che costeggia la via Emilia e che oggi si è trasformata in una zona di edilizia residenziale. «Ai piacentini tutti - si legge nell’introduzione di Vannucci - è rivolto questo mio lavoro, per lasciare loro una testimonianza in più sulla storia militare della città e specificatamente su di una delle realtà meno note e conosciute».

All’inizio della Prima guerra mondiale fece la comparsa la motorizzazione, che consentiva il trasporto e il dispiegamento delle truppe sui fronti in modo rapido. Da qui, la necessità di formare autisti, meccanici e addetti alla manutenzione. Fuori Porta San Lazzaro (o Porta Cavallotti) nel 1912 nacque la quarta compagnia automobilisti, formata dal 21° Reggimento artiglieria campale, a supporto della IV Armata. Nel testo sono riportati i primi veicoli utilizzati: camion e auto di Fiat, Isotta Fraschini, Itala, Spa. E già allora, era contemplato anche il personale civile.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la nostra città era già conosciuta come nodo viario strategico. E sull’asse Bologna-Piacenza, una via asfaltata all’epoca, c’erano ben due compagnia automobilisti. E la nostra città anche qui ha un ruolo primario.  L’asfalto, infatti, si produceva con i residui del petrolio estratto a Cortemaggiore e raffinato a Fiorenzuola. Si sviluppò anche un oleodotto tra Fiorenzuola e la Val Chero.

L’insediamento contribuì anche a popolare una periferia della città. Accanto ai depositi e agli alloggi per gli specialisti, ci furono anche siti di stoccaggio per gli oli e i carburanti. Nel 1915 nasce a San Lazzaro il 4° Deposito centrale automobilistico, uno dei principali in Italia. Si svilupparono così le officine e la logistica. Un impulso che si riverberò anche sulla nascita dell’industria meccanica piacentina.

Dalla prima Guerra si arrivò alla Seconda, dove fin dalla campagna in Abissinia il ruolo del centro piacentino divenne nevralgico. La richiesta di mezzi era incessante. Nel 1939 nacque il Macra e sorsero nuovi edifici. Il bombardamento del luglio 1944 distrusse quasi del tutto il centro automobilistico e i primi a vederne gli effetti furono, nel 1945, i soldati brasiliani che, al seguito delle truppe Usa, entrarono per primi nella Piacenza liberata. E già il 2 maggio una delegazione di operai piacentini si presentò al comandante italiano della piazza di Piacenza chiedendo di poter riprendere il lavoro. La tenacia dei lavoratori civili e militari - che ricostruirono tutto da soli - riuscì a farlo risorgere nel 1947. Oggi, il Polo nazionale rifornimenti, al ruolo di magazzino ricambi unisce quello di centro logistico, con aree automatizzate, dove l’informatica la fa da padrona e consente di inviare parti meccaniche ai veicoli militari italiani dal Kosovo all’Afghanistan nel giro di pochissimi giorni.

Un libro per appassionati di storia, ma non solo. Le tante note di vita quotidiana rendono la lettura piacevole e fanno scoprire ai piacentini una parte di Piacenza che non c’è più.

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