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Bietole: partenza di campagna eccellente, ma la concorrenza straniera rischia di affossare il comparto

E’ iniziata con il mese di agosto la campagna bieticola, subito caratterizzata da buonissimi riscontri dal punto di vista quantitativo e qualitativo

E’ iniziata con il mese di agosto la campagna bieticola, subito caratterizzata da buonissimi riscontri dal punto di vista quantitativo e qualitativo: oltre 14 gradi polarimetrici, circa 9,5 tonnellate di saccarosio ad ettaro. Paradossalmente le abbondanti precipitazioni sembrano avere favorito le bietole, anche se gli attacchi di cercospora sono stati piuttosto diffusi e difficili da controllare.

“Comunque le premesse- precisa Alessandro Tassi di Cnb-  sono oggettivamente favorevole e se i terreni inumiditi hanno inizialmente reso un po’ problematiche le operazioni di estirpo, ora tutto sembra procedere per il meglio per una campagna iniziata con oltre una settimana di anticipo e che prevediamo dovrebbe concludersi agli inizi di ottobre, tempo permettendo”.

Gli ettari investiti nel piacentino sono circa 1000, praticamente i medesimi del 2013, per un totale di 14.000 del comprensorio che conferisce allo stabilimento di S. Quirico dove tutto sta procedendo bene.  Una coltura dunque che sembrerebbe poter offrire ancora discreti margini di guadagno per gli agricoltori piacentini che per decenni hanno conferito presso il dismesso stabilimento di Sarmato. Ma il condizionale è d’obbligo, anzi molte nubi tempestose sembrano avvicinarsi e mettere in forse la sopravvivenza di questa “storica” coltura del nostro territorio, nonostante la nuova Pac ne preveda aiuti accoppiati.

Nel momento delle semine era stato raggiunto un accordo con lo stabilimento di trasformazione per un pagamento di 46 Euro a Ton a 16° gradi polarimetrici, un prezzo definito dalle organizzazioni “ragionevole”; ma a semine già avvenute, l’industria comunicava che, a causa di un diminuzione del prezzo internazionale dello zucchero, sceso sotto i 500 Euro a Ton, si vedeva costretta a ridurre il compenso per i contratti già sottoscritti da 46 a 43 a Ton.

“Una decisione unilaterale- commenta Tassi- avverso la quale è stato avviato un contenzioso dalle organizzazioni sindacali bieticole”. Il futuro di questa cultura dunque appare davvero incerto; le voci di riduzioni del potenziale produttivo si rincorrono inquietanti: bisognerà a questo punto attendere ulteriori sviluppi sui prezzi dei mercati internazionali dello zucchero per comprendere se la parte industriale è ancora motivata a proseguire l’attività.

La concorrenza maggiore per lo barbabietola da zucchero italiana (quella francese e tedesca possono contare su minor prezzi produttivi e rese maggiori) è determinata soprattutto dalla canna da zucchero che può contare su costi notevolmente inferiori a quelli della bietola e può fare affidamento su un raccolto ininterrotto per circa 5 anni, senza semine annuali come invece la barbabietola.

Certo ora l'aiuto accoppiato diviene ancora più essenziale, dopo la decisione assunta dall'Unione europea di porre fine al regime delle quote zucchero al 30 settembre 2017, i cui effetti sul mercato italiano si stanno già manifestando, con un fortissimo calo dei prezzi di vendita. 

La qualità prodotta dai paesi extra-ue è buona, non si tratta di un prodotto deperibile e quindi adattato a trasporti meno costosi e più lenti e quindi tutto per ora gioca contro lo zucchero prodotto nel nostro paese. 

A questo punto bisognerà osservare, al di là degli aiuti accoppiati concessi, come evolveranno i prezzi sui mercati internazionali perché le sfide della globalizzazione sono sempre più pressanti ed a queste la nostra agricoltura, unitamente a tutta la filiera, deve sapersi attrezzare per fronteggiarle.

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