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Economia

Campagna barbabietole da zucchero 2013: ulteriore riduzione degli ettari

Anche questa coltivazione condizionata dal maltempo nelle semine. Il pressante invito delle associazioni e dell’Eridania: coltivatori, in vista della nuova Pac, tornate ad investire in questa “storica” coltivazione. Colza, una coltura alternativa che fa bene al terreno

Da circa una settimana, lo stabilimento di San Quirico (verso cui conferisce il comprensorio tradizionale di approvvigionamento di Eridania Sadam, ossia quello che comprende il grande bacino emiliano-lombardo di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Cremona e Mantova, e quelli più piccoli di Ferrara, Lodi, Rovigo, Verona, Pavia, Brescia, Alessandria e Torino), ha aperto i battenti, dando il via ufficiale alla campagna di trasformazione della barbabietola da zucchero, una coltivazione “storica” della nostra provincia, caratterizzata però negli anni da un crollo degli ettari investiti, tanto che per quest’anno ne sono previsti solo 800, in totale 9000 nel comprensorio, contro i 18.000 contrattati, perché le avversità atmosferiche, anche per questa coltivazione (come per quasi tutte), ha profondamente condizionato le semine. Le cause di questa ulteriore diminuzione sono state molteplici: dalla cessazione (come per il pomodoro) degli aiuti accoppiati, alla chiusura di molti zuccherifici e, soprattutto, per il prezzo favorevole dei cereali e del mais che hanno orientato le scelte produttive aziendali.

“Il prodotto- hanno precisato Alessandro Tassi (Cnb) e Gianluca Dini (Anb, si presenta sano, di pezzatura ridotta, con una buona condizione fitosanitaria, ma, per ora, i gradi polarimetrici non sono certo all’altezza delle previsioni”;“ tuttavia lo stabilimento di San Quirico- sottolinea il tecnico di zona, il funzionario Matteo di Bari- sta funzionando a pieno regime, perché, grazie all’ampiezza del comprensorio, i conferimenti consentono di lavorare a pieno regime; è la conferma- chiarisce- che, nonostante alcune voci del tutto incontrollate e senza fondamento, la proprietà continuerà a contare sulla presenza di questa struttura sul territorio nella quale ha pesantemente investito in ammodernamenti tecnologici, come, ad esempio, i lavori di costruzione del “biodigestore” che consente di essere alimentato non solo da polpe surpressate, ma anche da foglie e colletti; si tratta -spiega il funzionario Eridania- di un ulteriore, interessante, contributo agli agricoltori, anche per incentivare la produzione della bietola, perché il conferimento di foglie e colletti consente un significativo importo supplementare”

Insomma – si ribadisce ancora una volta – a causa di scelte di politica economica non certo lungimiranti che hanno imposto la chiusura di tanti stabilimenti, l’Italia è divenuta nel frattempo un paese costretto a forti importazioni, mentre sul mercato mondiale si registra un deciso aumento dei consumi.

Ora, in vista della nuova Pac che prevede la coltivazione aziendale di almeno tre colture per poter avere diritto agli aiuti, sarebbe auspicabile un deciso ritorno a questa coltivazione che rimane sempre abbastanza remunerativa: il prezzo quest’anno è stato fissato a 5,03 al quintale. Non solo: “Eridania- soggiunge di Bari- si fa carico dell’analisi dei terreni per prevenire eventuali fitopatie (nematodi) delle bietole, e offre un supporto tecnico per consentire la massima remunerazione della coltura stessa”.

Bilancio colza.
Tra i prodotti “sostitutivi” alla barbabietola da zucchero (anche se questa coltivazione rimane, pur nel disaccoppiamento, abbastanza remunerativa), notevole interesse hanno suscitato, anche nel piacentino, gli investimenti nella coltivazione della colza, coltura che, una volta raccolta nel mese di giugno e quindi conferita agli oleifici, consente sia la possibilità di un secondo raccolto, come la coltivazione del mais, prodotto anche questo, con la soia, oggetto di contratti da parte di Anb, una valorizzazione che viene attuata attraverso specifici contratti messi a punto dalla propria controllata Sada, di cui Gianluca Dini è responsabile per il Nord Italia.

“La colza- precisa Dini- è una coltura industriale molto interessante che si è sviluppata in questi anni, da integrare in rotazione con i cereali, perché arricchisce il terreno di sostanza organica. L’introduzione della colza nell’ordinamento colturale ha indubbi vantaggi che si traducono in maggiori performance produttive nelle colture in successione. L’inserimento della crucifera consente, infatti, un miglioramento delle condizioni fisiche del suolo, l’aumento della sostanza organica e la riduzione della carica di infestanti e parassiti.

Purtroppo anche per questa coltura le abbondanti piogge hanno condizionato le semine e diversi temporali limitato le operazioni di raccolta, con rese medio- basse, attorno a 25 quintali per ettaro. Il prezzo tuttavia si è mantenuto interessante ed è stato liquidato sopra i 41 Euro a Ton”. Insomma anche per la colza, come per la barbabietola, interessanti prospettive in un mercato agricolo che cambia continuamente.

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