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Campagna del pomodoro: bene qualità e quantità. Ora si attendono risposte positive dai mercati

Con gli ultimi conferimenti nelle fabbriche, si sta concludendo la campagna del pomodoro 2016, caratterizzata da un prodotto di buona qualità, quantità in linea con le programmazioni e l'attesa per un mercato ancora alla finestra, ma con interessanti potenzialità, considerato il calo della produzione nel Sud Italia ed in tutta l'area mediterranea

Con gli ultimi conferimenti nelle fabbriche, si sta concludendo la campagna del pomodoro 2016, caratterizzata da un prodotto di buona qualità, quantità in linea con le programmazioni e l’attesa per un mercato ancora alla finestra, ma con interessanti potenzialità, considerato il calo della produzione nel Sud Italia ed in tutta l’area mediterranea.
“Siamo agli ultimissimi giorni- chiarisce il tecnico di Asipo Afro Morsia- e bisogna essere sufficientemente soddisfatti sia per le rese (attorno ai 750 quintali ad ettaro), che per la qualità, favorita da un settembre praticamente senza precipitazioni, con colore più che discreto ed un brix (grado zuccherino) medio di 4,9, buona consistenza della materia prima con quasi totale assenza di marcio e muffe, il che determinerebbe un indice di prezzo di circa il 95%. Si riscontra - chiarisce Morsia una leggera flessione degli ettari investiti nel Distretto, circa 38.000 di cui 10.000 a Piacenza. Asipo ha contrattato 5 milioni di quintali. Ma i dati precisi saranno possibili indicativamente solo a metà ottobre, a campagna ultimata”.

Bocche cucite sulle prospettive di mercato che per ora appare stabile, dopo un periodo iniziale abbastanza incerto. Ma la produzione in calo nel Sud Italia ed in tutta l’area mediterranea, farebbe propendere (anche se, ovviamente il condizionale è d’obbligo) per una risalita del prezzo.

Secondo gli ultimi dati diffusi da Confagricoltura, nel 2016 il raccolto di pomodori da industria sarebbe sceso sotto quota 5 milioni di tonnellate (erano 5,4 milioni nel 2015). Il dato produttivo negativo incorpora un taglio di oltre il 6% degli ettari coltivati (meno 69mila) e una diminuzione di resa nell’ordine dei 3 punti percentuali. Le maggiori perdite si sono registrate nelle regioni del Nord Italia. Soprattutto in Emilia Romagna, dove le grandinate in alcuni casi hanno inferto danni anche estesi alle coltivazioni. Più che soddisfacente invece il risultato qualitativo, con un grado brix (parametro che esprime il tenore zuccherino) superiore alla media storica quinquennale. Nell’intera area mediterranea, rileva il World processing tomato council (Wptc), l’organismo internazionale che riunisce i produttori di derivati del pomodoro, si scenderà sotto la soglia dei 16 milioni di tonnellate (-9% sul 2015) in previsione di un dato negativo anche in Spagna (2,9 milioni di tonnellate: -4%) e di un crollo del 19% in Turchia (da 2,7 a 2,2 milioni). Per l’Italia le stime aggiornate a inizio settembre attestano il raccolto a 4,85 milioni di tonnellate, 150mila in meno rispetto alle valutazioni di fine maggio. Un risultato grosso modo allineato alla media dell’ultimo triennio, ma in calo del 10% rispetto alla scorsa stagione. La leadership resta saldamente in mano agli USA, con la California che da sola contribuisce per oltre il 30% alla produzione mondiale. Anche negli States si avrà comunque un taglio dei raccolti dell’11%, in previsione di 11,6 milioni di tonnellate. Stessa evidenza in Cina, dove l’output dovrebbe scendere a quota 5 milioni. In controtendenza, tra i principali produttori, solo Iran e Brasile, dove il Wptc preannuncia incrementi rispettivamente del 19 e del 4%”.

Tutto bene anche all’Arp di Gariga dove lo stabilimento chiuderà con i conferimenti mercoledì 5 ottobre; un prodotto di buona qualità, con un brix medio di 4,7. Abbiamo raggiunto l’obiettivo di trasformare 220.000 tonnellate - spiega Stefano Spelta, direttore - In fabbrica tutto è andato al meglio, comprese le innovazioni introdotte quest’anno, ovvero la zona dove viene conferito il prodotto, nella quale già avviene una prima selezione del pomodoro. In pratica non viene più stoccato come in precedenza nelle vasche (ormai obsolete), ma lavorato in continuo. Viene scaricato in canali e quindi subito analizzato sui primi nastri trasportatori, con i selettori ed i calibratori. Il migliore viene convogliato verso le linee per polpe e cubettato (il 65% della produzione totale), il resto per passate e concentrato. Seguono ulteriori cernite, sempre gestite in modo automatico. Ora ci concentriamo sulla campagna per fagiolo, borlotto e cannellino di alta qualità, mentre questo inverno si lavorerà per completare il nuovo capannone con la nuova linea per rilavorazioni”.

Venerdì 30 settembre conclude le operazioni Emiliana Conserve sia nello stabilimento di San Polo che in quello di Bussetto. “Il prezzo si attesta - precisa il presidente Gianni Brusatassi attorno agli 83 euro la tonnellata, con rese attorno ai 700 quintali. ad ettari per una produzione trasformata di 2.134.000 quintali, favorita dal mese di settembre con ottime rese per le tardive. La qualità è media, in fabbrica tutto si è svolto al meglio e le prospettive di mercato, per il nostro pomodoro dovrebbero essere favorevoli perché compenseremo le minor produzioni del Sud e di Spagna e Portogallo. Alla fine di ottobre la situazione sarà più chiara”.

Campagna tutt’ora in svolgimento presso lo stabilimento di pomodoro bio “Terre di S. Giorgio” dove si prevede una produzione di circa 45.000 quintali). Oltre il 90% del pomodoro trasformato viene prodotto nell’azienda del titolare, Matteo Gazzola, circa 50 ettari, con metodo biodinamico e viene esportato per oltre l’80% in Francia, Stati Uniti, Germania, Europa del Nord, ma ora anche negli Emirati Arabi ed in Giappone.
E’un settore quello del biologico che sta attraversando un momento di crescita costante grazie alla sempre maggiore sensibilità che i consumatori riservano ai prodotti di qualità, coltivati con tutte le garanzie (certificazione Demeter) e totale eco-compatibilità e senza l’uso di prodotti di sintesi.

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