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Economia

Rinnovabili, «Danni incalcolabili alle imprese agricole»

Chiesa (Confagricoltura Piacenza) esprime perplessità per alcune norme che destabilizzano il settore delle rinnovabili: «No alla rimodulazione obbligatoria degli incentivi»

Confagricoltura Piacenza torna ad esprimere la propria preoccupazione per il susseguirsi, negli ultimi mesi, di una serie di interventi normativi che destabilizzano il settore delle rinnovabili e si traducono in forti penalizzazioni per le aziende agricole che vi hanno investito, peraltro senza delineare alcun tipo di strategia e quindi di prospettive future. «L’ultima proposta – spiega Enrico Chiesa, presidente dell’associazione – prevede la rimodulazione obbligatoria degli incentivi che coinvolge gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW e che a breve potrebbe interessare le altre fonti rinnovabili. Dopo l'abbattimento dei prezzi minimi garantiti attraverso la loro equiparazione ai prezzi zonali medi e la tassazione della produzione di energia riconducibile alle imprese agricole,  ora tocca alla rimodulazione degli incentivi. Tutte disposizioni palesemente retroattive». Confagricoltura chiede di intervenire in sede di conversione in legge del decreto legge 91/14, sopprimendo l’art. 26 che, che provocherebbe effetti devastanti sull’intero settore ed in particolare sulle imprese agricole. Anche perché le proposte di emendamento non solo non migliorerebbero l’attuale impostazione, ma in alcuni casi la peggiorerebbero. L’organizzazione degli imprenditori agricoli rimarca che si tratta di un problema che riguarda un numero rilevante di imprese agricole. «Solo in Emilia-Romagna – tiene a precisare Guglielmo Garagnani, presidente regionale di Confagricoltura – sono a rischio 300 aziende agricole tra le nostre associate. Dopo l'abbattimento dei prezzi minimi garantiti attraverso la loro equiparazione ai prezzi zonali medi, contro cui abbiamo promosso il ricorso di circa 150 aziende nostre associate e la tassazione della produzione di energia riconducibile alle imprese agricole, ora tocca alla rimodulazione degli incentivi. È irresponsabile e priva di ogni logica, la politica dell’attuale Governo che intende colpire ancora una volta le rinnovabili, estremamente rilevanti anche per l’agricoltura». In sintesi: l’art. 26 introduce una serie di disposizioni fortemente penalizzanti per i produttori di energia fotovoltaica ed in generale per il settore delle energie rinnovabili a fronte di una ipotesi, ancora incerta, di risparmio della spesa energetica per le PMI.  Si stima che meno del 15% delle imprese italiane potrebbe beneficiare della misura, così come espresso nell’Audizione del 2 Luglio 2014 delle Commissioni 10° e 13° del Senato della Repubblica. 

 «Queste disposizioni inciderebbero su contratti di diritto privato già stipulati – prosegue Chiesa - costringendo le imprese a rinegoziare con gli Istituti di credito condizioni di finanziamento di certo più onerose rispetto alle originali. A pagare il prezzo più alto sono dunque gli imprenditori agricoli: fino allo scorso aprile, tali impianti erano riconducibili al reddito agrario; motivo per cui gli imprenditori agricoli, spinti sia dall’esigenza di diversificare i propri redditi che dalle normative esistenti atte a garantire il raggiungimento degli impegni sottoscritti a livello internazionale dallo Stato, hanno investito in innovazione ed energia verde, utilizzando legittimamente uno strumento di incentivazione dello Stato che oggi, nonostante i contratti siglati con il Gestore dei Servizi Energetici, rischiano di veder fallire non solo l’attività energetica, ma più in generale l’azienda». Per questo Confagricoltura ritiene sia indispensabile escludere quantomeno dalla misura gli impianti di potenza inferiore ad 1 MW, tenendo fuori in ogni caso dalla rimodulazione gli impianti realizzati sugli edifici, incluse le serre, a prescindere dalla potenza, ed auspicando inoltre da parte dell’esecutivo una vera riforma sull’attuale infrastruttura elettrica atta a ridurre gli sprechi di gestione e a rispondere alle esigenze dell’intero Paese.

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