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Economia

Coldiretti, Bisi: «Finalmente la verità sul coinvolgimento dell’agricoltura sui nitrati»

Il presidente Bisi: «La Germania è il più grande inquinatore d'Europa. L'agricoltura si prende tutte le responsabilità, ma occorre ricercare fuori dal nostro mondo la causa del deterioramento delle acque»

«Ogni settore si deve prendere le proprie responsabilità nelle problematiche ambientali, l’agricoltura non può più essere il capro espiatorio e l’operazione verità, che da tempo chiedevamo sul tema nitrati e sulle lacune e falsificazioni nell’attribuzione alla zootecnia della responsabilità esclusiva di inquinamento delle acque, ne dà conferma». E’ quanto afferma il presidente Coldiretti Piacenza, Luigi Bisi, nel commentare la riunione al Ministero dell’Agricoltura d’intesa con le regioni del bacino idrico del Po, congiuntamente con l’Amministrazione dell’Ambiente.
Chiarito infatti, anche dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), come il coinvolgimento della fonte zootecnica nelle problematiche ambientali sia del tutto trascurabile o, quantomeno, minimo mentre assume un diverso peso il contributo di altre sorgenti, in particolari minerali.
Se in Europa i dati ufficiali forniti dalla Commissione confermano come tra i paesi in cui le concentrazioni massime registrate di nitrati nelle acque attribuiscono alla Germania il ruolo di Paese maggior inquinatore a causa di un modello zootecnico intensivo, nel nostro Paese occorre ricercare fuori dall’agricoltura le cause del deterioramento della qualità delle acque, così come già l’accordo del 2011 della Conferenza Stato Regioni aveva intuito avviando la realizzazione di nuovi studi sulla natura e l’origine del superamento dei valori soglia.
«L’agricoltura - prosegue Bisi - per anni accusata come l’unica grande causa d’inquinamento, si prende tutte le responsabilità delle proprie azioni, ma è di fondamentale importanza che ogni settore faccia altrettanto. Bene dunque, la decisione di avviare già a partire dal Consiglio europeo dei Ministri dell’ambiente previsto a Creta nel prossimo luglio la revisione del perimetro delle aree vulnerabili. Una volta risolto il problema della delimitazione delle zone geografiche, rimuovendo le ingiuste accuse agli imprenditori zootecnici che peraltro, investendo in nuovi metodi innovativi e soprattutto rispettando le normative di spandimento, impattano sempre meno sull’ambiente, sarà possibile introdurre alcune semplificazioni, con particolare riguardo ai periodi temporali di spandimento oltre che di valorizzazione del digestato proveniente dal trattamento degli stessi reflui zootecnici».
 

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