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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

La presidenza Malchiodi ha segnato la rinascita della Cia: più soci e servizi erogati

Dieci anni alla guida della Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Piacenza e ora, in vista dell’assemblea elettiva che si terrà giovedì 18 gennaio, Giovanni Malchiodi traccia un bilancio del proprio mandato

Dieci anni alla guida della Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Piacenza e ora, in vista dell’assemblea elettiva che si terrà giovedì 18 gennaio (dopo che si sono svolte quelle territoriali), Giovanni Malchiodi traccia un bilancio del proprio mandato. In base alle nuove disposizioni statutarie non è rieleggibile, poiché i presidenti non possono ricoprire l’incarico per più di due mandati e non possono rivestire la carica di sindaco nei comuni del territorio, Malchiodi è infatti primo cittadino di Ferriere. «In ogni caso - commenta - rimango a disposizione della mia associazione professionale nei ruoli che il consiglio reputerà affidarmi, nella piena consapevolezza che alla Cia ho dato molto ed ho ricevuto da un punto di vista umano e professionale ancora di più; è un debito di riconoscenza a cui non intendo certo sottrarmi. Non lo affermo certo per piaggeria, perché non è affatto tipico del mio carattere; è solo una doverosa constatazione del lavoro svolto in tutti questi anni». 

In effetti con la gestione Malchiodi («ma - precisa subito - in piena sinergia con tutta la giunta ed il direttore Marina Bottazzi»), per la Cia di Piacenza si può parlare di una "rinascita": «Sono diventato presidente nel 2007, dopo il commissariamento gestito direttamente dalla sede regionale e mi sono trovato a riorganizzare una struttura poco organizzata e con diversi punti di criticità». «Con la giunta composta da tanti giovani e con il supporto di un direttore competente e decisionista - prosegue - ci siamo rimboccati le maniche rinnovando l’ufficio, razionalizzando la struttura ed efficintandola in modo che i soci potessero trovare, in tempi rapidi, una risposta a tutte le loro problematiche di carattere tecnico, fiscale, professionale. Non a caso in questi anni è cresciuto il numero dei soci ed abbiamo sviluppato ulteriormente la quantità dei servizi erogati anche ai non soci, grazie ad una struttura  caratterizzata da un personale qualificato che cerca di accontentare gli imprenditori in ogni loro esigenza. Oggi non si possono commettere sbagli, perché ogni pratica non sviluppata correttamente, significa una perdita di danaro. Dobbiamo dunque ringraziare tutto il personale, dal direttore Marina Bottazzi in testa (che regge anche quella di Parma), per questa efficienza».

«Un progresso che è un segnale incontrovertibile - afferma  -di come sia sempre più apprezzato lo sforzo dei nostri uffici per offrire prestazioni qualificate per un settore che, va ricordato, è sempre più oberato di incombenze burocratiche che sottraggono tempo ed energie alle aziende, oltretutto alle prese con costi produttivi in aumento e remunerazioni in diminuzione. Oggi la nostra organizzazione è sindacalmente ben strutturata, con un consiglio che rappresenta adeguatamente ogni comparto dell’agro-alimentare».

C’è inoltre un motivo di orgoglio che Malchiodi vuol rimarcare: «Con la mia presidenza è nato un movimento giovanile (Agia) che è diventato un fiore all’occhiello per la regione. Paolo Calestani ne è stato il promotore e si è circondato di giovani capaci, entusiasti, desiderosi di fare e costruire. Dopo di lui (ora sindaco di Morfasso),  Fabio Girometta ha proseguito la sua opera fino a divenire presidente regionale del movimento, e questo ci riempie di ulteriore orgoglio e ci spinge ad essere sempre trasparenti, efficienti ed anche umili, perché un movimento in crescita ha sempre da apprendere qualcosa di nuovo per migliorarsi».

E questo entusiasmo è stato riversato anche negli uffici: «Sono stati assunti tanti giovani pieni di volontà e desiderosi di migliorarsi, che credono nella forza della nostra associazione, con un direttore che ha saputo motivarli, compreso il nostro patronato che ora si avvale dell’opera di due dipendenti e che ha visto crescere le sue pratiche in modo esponenziale».

«Certo - rimarca - dobbiamo essere soddisfatti e io in particolare, grazie alla mia esperienza come vicepresidente della Comunità montana Valli Nure e Arda, poi come vicesindaco a fianco di Antonio Agogliati ed ora come sindaco di Ferriere, posso affermare che abbiamo ricostruito un importante rapporto con le istituzioni del territorio ed oggi possiamo a buon diritto affermare di ricoprire un ruolo non secondario all’interno della comunità». «Purtroppo - prosegue - continuano i problemi per la nostra categoria, con prezzi sempre meno remunerativi, costi in aumento ed una burocrazia penalizzante e questo sarà un incentivo per tutta la nuova Giunta ad impegnarsi sempre di più per tutelare il reddito dei nostri imprenditori, sovente alle prese anche con cambiamenti climatici dirompenti che vanno affrontati di concerto con le autorità territoriali. In questo senso sarebbe doveroso un maggiore riconoscimento del ruolo degli imprenditori agricoli per la tutela del nostra territorio, soprattutto delle zone più svantaggiate che devono puntare su produzioni di qualità per distinguersi e dare loro un diverso valore aggiunto».

«Ma anche il pomodoro, uno dei nostri fiori all’occhiello delle produzioni di qualità è sempre più penalizzato e le decurtazioni di prezzo non è giusto siano sempre accollate alla parte agricola. E’ necessario ripensare i ruoli ed i rapporti all’interno della filiera. Così come dovremo essere vigili e monitorare con attenzione i problemi idrici, perché le siccità che si sono succedute sono troppo penalizzanti per l’attività delle nostre colture di pregio che potrebbero essere compromesse«. Malchiodi, oltre che presidente della Cia di Piacenza, è pure sindaco di Ferriere e quindi la sua attenzione è sempre stata rivolta anche verso la montagna: «Territor sempre più spopolati, dove sono in aumento esponenziale i danni alle colture tipiche causa cinghiali e caprioli. E manca un adeguato e tempestivo risarcimento per i danni ed un razionale piano per gli abbattimenti. Oggi è triste vedere che in montagna persino gli orti devono essere recintati per difendersi dagli ungulati e da altre specie selvatiche».

Per questi territori, accanto alle creazione di adeguate infrastrutture che possano servire adeguatamente chi vi risiede, è indispensabile puntare sulle produzioni di qualità, quelle che caratterizzano il territorio, incentivare soprattutto il biologico, anche per i foraggi, ed investire ancora sulla zootecnia, attività che necessita la permanenza nei territori. Ma è fondamentale una sinergia pubblico-privato ed adeguati investimenti. Il nuovo Psr potrebbe offrire veramente ottime possibilità, compreso l’insediamento di tanti giovani.  Insomma tanti motivi di soddisfazione ed ancora tanto lavoro da compiere, ma sempre all’interno dell’organizzazione cui Malchiodi sente di appartenere pienamente. 

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