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Economia

Confcoop-Fedagri: «Scorretta e strumentale la polemica sul piano produttivo del Grana Padano»

La risposta di Confcooperative-Fedagri a Confagricoltura Piacenza

«Da 16 anni adottiamo Piani produttivi che hanno sempre portato risultati all’intero settore venendo approvati da oltre il 90 per cento dei soci del Consorzio e sottoscritti dagli allevatori, come previsto dalla legge. Accettiamo suggerimenti e siamo disposti a parlarne nelle sedi opportune, chiediamo però che prima di criticare almeno si conosca e si valuti nei dettagli. Ci sembra inutile fare una polemica preventiva». Parole di Giancarlo Pedretti, presidente del settore lattiero-caseario di Confcooperative Piacenza che tramite Fedagri segue la cooperazione agricola. Proprio Confcooperative prende atto dei movimenti in essere nel settore del Grana padano Dop, dove Confagricoltura Piacenza con un’iniziativa unilaterale sta mettendo in atto azioni con l’intento di non consentire l’adozione del Piano Produttivo che, obbligatoriamente, progetta e gestisce anno per anno i livelli del noto formaggio Dop, al fine di adeguare l’offerta alla domanda.

«Dobbiamo ricordarci - prosegue Pedretti - come funzionava prima del Piano produttivo e anche dei vantaggi portati nel corso di questi anni. Forse ci si dimentica degli interventi dell’Aima e dei piani di abbattimento di circa un milione di capi che dall’adozione del Piano non si sono più resi necessari. Con la normativa attuale si garantisce la tenuta complessiva del sistema attraverso la definizione di un prezzo del Grana Padano adeguato, consentendo al contempo una crescita ad allevatori e trasformatori. Se ognuno pensasse esclusivamente ai propri interessi si registrerebbe una ricaduta pesante direttamente sugli allevatori, che sarebbero i primi a subirne le conseguenze. Con il Piano invece si assicura la salvaguardia di tutti e non del singolo operatore del settore. La fine del regime delle quote latte ha portato a una forte spinta produttiva per la produzione italiana che attualmente copre l’80 per cento del fabbisogno nazionale. Gran parte di questo latte ha dato origine ai formaggi generici a pasta dura (similgrana); è evidente che questi prodotti ci fanno concorrenza, ma è impensabile che il Grana Padano possa far rientrare questo latte nella propria filiera. La vera sfida sta nel dare valore e distintività al nostro prodotto, sulle cui qualità nessuno può obiettare».

Fedagri è aperta a ogni tipo di confronto democratico ma tiene a precisare che i Piani fin qui adottati sono sempre stati approvati seguendo l’iter previsto e sviluppato nel corso degli anni. Eventuale modifiche, sempre possibili, devono comunque essere discusse ed approvate nelle sedi opportune sotto l’egida del Ministero. Nel ribadire che il Piano produttivo può essere sicuramente perfettibile, Confcooperative auspica che il dibattito fra le parti in causa possa avere una finalità costruttiva ma nei termini e nei modi opportuni: sollecitare la non adesione agli allevatori basandosi su un documento non ancora presentato è un comportamento scorretto e strumentale.

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