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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

«Contrari ad iniziative estemporanee che compromettono la preziosa opera del Consorzio»

Grana Padano. Il presidente di Confagricoltura Lombardia, in seguito ai malumori manifestati da alcuni allevatori attorno alla programmazione produttiva, ribadisce la propria vicinanza e la totale fiducia nell’ente che da anni promuove il brand nel mondo con conseguenze positive per gli allevatori

La scarsa remunerazione della materia prima da parte dell’industria sta determinando tensione tra gli allevatori che conferiscono il latte per la produzione di Grana Padano e alcuni produttori hanno messo sotto accusa i piani produttivi stabiliti dal Consorzio di tutela. Confagricoltura Lombardia, nella persona del suo presidente Antonio Boselli, pur sostenendo con forza le istanze del mondo allevatoriale, ribadisce la più totale fiducia nei confronti di questo ente che difende da anni il brand e la produzione italiana nel mondo.

“Confagricoltura Lombardia – sottolinea il presidente -, al termine della riunione della federazione regionale di prodotto Latte che si è tenuta venerdì sera nella sede della Libera Associazione degli Agricoltori cremonesi, esprime forte preoccupazione per ogni estemporanea iniziativa che rischia di compromettere la preziosa opera di programmazione delle produzioni attuata dal Consorzio di tutela del Grana Padano”.

Boselli ribadisce l’importanza del Consorzio in questi difficili anni di mercato altalenante: “I piani produttivi del Consorzio hanno da una parte portato alle stalle conferenti una maggiore remunerazione della materia prima in un trend di crescita quantitativo, seppur in condizioni economiche non semplici, e dall’altra hanno permesso che l’industria di trasformazione potesse incrementare le quote produttive”.

È necessario quindi rimanere uniti per il bene di tutta la filiera e per raccogliere i frutti di quanto seminato in passato: “Restare fedeli alla programmazione – ha concluso il presidente Boselli – sarà fondamentale per ricevere la giusta remunerazione, ma l’industria al momento della chiusura dei contratti non può non tener conto degli investimenti aziendali che sono stati necessari per il conseguimento degli elevatissimi standard qualitativi di questa importante Dop”. 

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