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Economia

Farinetti: «Usiamo e comunichiamo la bellezza e l’unicità del nostro Paese»

Il patron di Eataly all'Università Cattolica per un incontro con studenti e giovani imprenditori

«Per l’agro-alimentare italiano è necessario un marchio unico identificativo per contrastare l’agro-pirateria, ma è indispensabile che anche i consumatori vengano informati; dobbiamo puntare all’estero sapendo “raccontare” i nostri prodotti, ma abbiamo necessità di meno burocrazia e di prezzi che siano remunerativi». Come sempre Oscar Farinetti, patron di Eataly, ha le idee chiare su come rilanciare l’agro-alimentare italiano che è il vero motore del made in Italy nel mondo, «quell’Italia di cui tutti hanno “fame” e che deve diventare la spinta propulsiva per alzarci e scrollarci di dosso quell’atmosfera plumbea che sta soffocando il nostro bel Paese». Lo ha esplicitato intervenendo al convegno “In viaggio verso Expo 2015” , incontro promosso da Confindustria Piacenza-Gruppo Giovani Industriali e dall’Università Cattolica di Piacenza.

I lavori, in un’aula gremita all’inverosimile, dopo il saluto della Preside di Economia Annamaria Fellegara (si fatica a portare i propri marchi fuori dall’Italia, in particolare nei Paesi come Russia, Cina e India, dove l’economia sta vivendo un deciso rilancio), sono stati aperti da Giuseppe Conti dei Giovani di Confindustria che ha posto il problema di imparare a difendere le eccellenze del territorio facendosi trovare pronti a coprire l’auspicato incremento della domanda.

«Ieri le istituzioni locali hanno denunciato la situazione di stallo in cui versa il progetto della metropolitana leggera, il collegamento veloce tra Piacenza e Milano che dovrebbe garantire un ruolo da protagonista alla nostra città. Mentre Comune, Provincia e Confindustria provano ad alzare la voce con i vertici di Expo, gli imprenditori studiano come farsi trovare preparati al grande appuntamento fieristico che avrà inizio a maggio; dobbiamo fare come in Usa dove con i prodotti, abbiamo portato l’intero territorio». Particolarmente interessante la relazione sui dati dell’export italiano e piacentino presentata dai professori Daniele Fornari e Sebastiano Grandi da cui si evince che tutto l’export del settore agro-alimentare nel 2014 è in costante crescita, con diverse criticità che vanno affrontate posizionandoci meglio sui mercati esteri e valorizzando adeguatamente i nostri prodotti. «Siamo piccoli - ha sottolineato Grandi - polverizzati, con poche risorse per le imprese. Per questo dobbiamo vincere tre fondamentali sfide: esserci, presentarci (brand) organizzati e ripensare a quanto sia efficace una politica economica che si affida a Dop ed Igp, visti che paesi che ne hanno in numero nettamente inferiore sono vincenti sui mercati esteri».

«Così dobbiamo ricordarci - come ha sottolineato di recente Stefano Perini (vini) - che la storicità aziendale ha un valore e che è necessario essere presenti in prima persona all’estero per garantire l’affidabilità delle aziende. Piacenza con export tiene, ma esporta troppo vicino, trascura mercati importanti come gli Usa (dove invece il made in Italy vola) e la Cina e si fa poca politica di marketing. La marca appare dunque l’unico strumento di difesa e in vista di Expo resta ancora molto da fare». Poi, stimolato dai brevi interventi di giovani imprenditori, l’intervento del “guru” Farinetti che come sempre è stato immediato ed efficace ribadendo “l’unicità mondiale del nostro paese per biodiversità che si trasfonde nelle nostre ricette come negli uomini. Ma dopo il Rinascimento- ha ricordato Farinetti- la decadenza. Siamo però noi che ci dobbiamo salvare e la bellezza del nostro paese ci aiuterà. A questo punto non possiamo che crescere ma dobbiamo organizzarci; basta prodotti unici che costano troppo poco, basta eroi solitari che non raccontano il business. Dobbiamo concentrare la comunicazione sulla nostra unicità e sui nostri prodotti espressione di un territorio straordinario».

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