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Il Nas in cattedra: «L'Italia è il Paese più controllato in Europa e probabilmente in tutto il mondo»

"Tutela della salute nel settore agroalimentare: incontro con il nucleo anti sofisticazione e sanità dei carabinieri", oggi il convegno all'Università Cattolica

«Cerchiamo di mettere insieme controllori e controllati, in un’ottica non punitiva, ma di prevenzione e di aiuto alle imprese, per consentire loro di svolgere sempre meglio la propria attività e per la tutela dei consumatori». Così il comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Corrado Scattaretico ha sottolineato il significato del convegno "Tutela della salute nel settore agroalimentare: incontro con il nucleo anti sofisticazione e sanità dei carabinieri", che si è svolto il 20 marzo nella Sala Piana dell’Università Cattolica di Piacenza, organizzato da Confapindustria Piacenza presente con il presidente Cristian Camisa che rimarcando la qualità dei prodotti agroalimentari del territorio, ha ribadito come il settore sia in continua evoluzione e con ottime potenzialità.  Quella dei Nas è dunque un’azione - è stato puntualizzato -  che rende più efficace la produzione e tutela il consumatore che è sensibilissimo - ha chiarito il comandante del Nas di Parma maggiore Gianfranco Di Sario - alla sicurezza alimentare. L'ufficiale ha spiegato i diversificati campi di azione dei Nas, nato nel 1962 (alle dipendenze del Ministero della Sanità) con 40 carabinieri, mentre oggi sono 1100, suddivisi in 39 nuclei. Ne fanno parte dopo uno specifico addestramento e corsi di specializzazione.

«Uno dei nostri fini - ha ribadito Di Sario - è un’azione persuasiva di orientamento e di vicinanza alle imprese ed ai consumatori, per questo dobbiamo pubblicizzare più i risultati positivi che i negativi, perché una corretta gestione dei processi produttivi dovrebbe essere un valore aggiunto per le imprese. Ci avvaliamo di molte collaborazioni e di alleanze internazionali». «Oggi - ha detto - c’è molta attenzione verso ciò che mangiamo e relative paure: i nostri controlli nelle aziende riguardano anche l'autocontrollo, con analisi dei campioni agli Izsler, gli istituti zooprofilattici per le produzioni animali o all’Istituto superiore di Sanità. Il nostro è un controllo delle frodi commerciali e sanitarie, tutto ciò che riguarda alterazioni, sofisticazioni, alterazioni, contraffazioni (tipiche dell’olio), ma anche contro l’Italian Sounding che costa al nostro paese 60 miliardi e mette a rischio 3mila di posti di lavoro». Ha poi descritto numerosi importanti sequestri effettuati per carni, prosciutti e formaggi ed ha evidenziato i dati più significativi dell’attività svolta nell’ultimo triennio, ribadendo che "l’Italia è il paese più controllato in Europa e probabilmente in tutto il mondo". 

Un concetto sostenuto anche da Piersandro Cocconcelli docente di microbiologia della Cattolica e membro panel di Efsa che ha ricordato come la Cina stia uniformando i propri controlli alla legislazione europea. «Oggi la normativa - ha spiegato - è stata standardizzata nella Ue con il Food Law, ora con il “pacchetto igiene” tutti gli Stati Membri hanno gli stessi criteri per i controlli sanitari che vengono effettuati secondo i medesimi standard su tutto il territorio della Comunità Europea. Precedentemente esistevano notevoli differenze tra le legislazioni dei vari paesi riguardo ai concetti, ai principi e alle procedure in materia alimentare. Uniformando le norme sanitarie, si rende così possibile la libera circolazione di alimenti sicuri, contribuendo in maniera significativa al benessere dei cittadini nonché ai loro interessi sociali ed economici». Cocconcelli ha poi trattato di diversi problemi microbiologici, dalla listeria al clostridium botulinum (che è rischio per le conserve casalinghe), fino alla salmonella (in diminuzione) ai bacilli negli alimenti pronti al consumo, oggi sempre più prodotti.

«Importiamo - ha ribadito - molto da paesi che non hanno il nostro stesso livello di sicurezza. Le soluzioni sono ricerca, innovazione e collaborazione tra imprese ed istituzioni, un non facile coordinamento da realizzare». Il professor Marco Trevisan, preside della facoltà di Scienze Agrarie ha trattato delle diverse fasi di valutazioni dei rischi, da quella dei batteri patogeni, all’esposizione, alla relazione tra unità di esposizione, fino agli effetti sulla salute e dei pericoli chimici e dei contaminanti che possono essere naturali, da sorgenti esterne formatesi in fase di processo produttivo. Insomma il nostro è tra i sistemi di controllo più efficaci, ma dove essere incentivata la formazione e la collaborazione tra chi produce e chi effettua i controlli, in un’ottica non repressiva, ma preventiva.

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