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Il gruppo di lavoro di Confedilizia: "Assenza della politica sconcertante"

Confedilizia: "A Bologna i rivi sotterranei sono del Consorzio bonifica. I piacentini interessati e gli amministratori di condominii con rivi sottostanti, sono invitati a segnalarsi all’organizzazione dei proprietari di casa"

A Bologna i rivi sotterranei che attraversano la città sono pubblici e manutenuti dal Consorzio di bonifica. Lo ha accertato il Gruppo di lavoro insediato presso la Confedilizia di Piacenza in relazione – dice un comunicato – “all’inedita tesi del Comune di Piacenza che essi appartengano ai privati e, solo ove siano sottostanti a strade, al Comune”. Il comunicato così prosegue: “L’assenza della politica da un dibattito come questo, sconcerta. L’atteggiamento, poi, della maggioranza politica (che ha fatto propria la tesi dell’Ufficio legale, senza consultare alcun avvocato o cattedratico) ha dell’incredibile, come se si potesse sovvertire una tradizione ed un’acclarata impostazione proprietaria con un parere interno”. “I danni che potranno derivarne al Comune involgeranno lo stesso, anche nei suoi organi amministrativi – prosegue il comunicato della Confedilizia –, posto che anche la mancata vigilanza non può limitarsi ad una responsabilità politica: infatti, è noto che l’acqua del Trebbia servì per riempire a scopo difensivo il vallo delle mura, per macinare il grano a servizio della popolazione, per dotare la città di un servizio fognario, avendo sempre come referente nella proprietà dei rivi cittadini un ente pubblico come il Comune”. Il comunicato della Confedilizia ricorda poi che “allorché il Comune, con proprio atto, sciolse il Consorzio rivi urbani, assegnò la manutenzione degli stessi (oltre ad incassare più di 150 milioni di lire che il Consorzio aveva in cassa) all’ente che allora gestiva la raccolta rifiuti, tant’è che recentemente Iren ha posto rimedio a perdite di uno dei rivi e che quando il Comune vendette recentemente un proprio immobile non denunziò (siccome pacificamente comunale) l’esistenza sotto l’immobile stesso di un rivo”. Se poi (“in contraddizione con sé e il suo comportamento”) Iren “rifiutasse la competenza – come diretta erede dell’Amnu, ente competente individuato nel 1995 da una delibera della Giunta comunale, ed invocasse la mancata menzione della competenza in parola nell’atto instaurativo del suo rapporto col Comune, la responsabilità in parola competerebbe agli amministratori ed al personale che ha omesso l’importante riferimento nei relativi atti”. Il Gruppo di giuristi e tecnici della Confedilizia sottolinea che “proseguirà il proprio lavoro” ed invita – in vista della contesa giudiziaria che ne deriverà – i condòmini e cittadini interessati a segnalarsi all’organizzazione perché non siano esclusi dall’“azione che si instaurerà per evitare che tutti i tratti di rivi (ad esclusione di quelli sottostanti a strade) siano pacificamente accettati, indirettamente, come privati, con conseguente accettazione – come si sosterrà da parte del Comune – anche dell’obbligo di manutenzione dei cavi”. Diretto invito è rivolto dalla Confedilizia agli amministratori condominiali di condominii con rivi sottostanti. 

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