rotate-mobile
Economia

Impianti di smaltimento, Legambiente: «Controllori in balia delle controllate»

«Dalle discariche di Castel Maggiore a Baricella, passando per l’inceneritore di Piacenza, i sindaci abdicano alla pianificazione del territorio ed alla salvaguardia della cittadinanza, oltre che al proprio ruolo di controllori delle aziende di gestione rifiuti»

Legambiente commenta l’approvazione del Via da parte della Regione Emilia Romagna, decisione che riguarda da vicino anche il termovalorizzatore di Piacenza. «Dalle discariche di Castel Maggiore a Baricella – dichiara Legambiente - passando per l’inceneritore di Piacenza, i Sindaci abdicano alla pianificazione del territorio ed alla  salvaguardai della cittadinanza, oltre che al proprio ruolo di controllori delle aziende di gestione rifiuti. Non sembra fermarsi in Emilia-Romagna, la corsa al business dei rifiuti speciali. Nonostante il Piano Regionale di Gestione rifiuti indichi la  necessità di ridurre al minimo lo smaltimento (soprattutto in discarica), continuano le richieste di ampliamento di impianti di smaltimento per rifiuti speciali, anche a seguito del già pianificato ampliamento della discarica di Imola. Due su tutte, le nuove autorizzazioni non previste nel PRGR: la discarica di Castel Maggiore e quella di Baricella.

Una corsa al business, da parte dei gestori degli impianti, senza una controparte pubblica in grado di soppesare queste richieste valutandone l’effettiva necessità per i territori interessati. I Sindaci, invece di svolgere il ruolo di garanti e controllori dei gestori degli impianti, sono appiattiti sulle scelte degli stessi gestori. Nel caso di Baricella, prima è comparsa un’osservazione fatta dallo stesso Comune al Piano Rifiuti, che chiedeva di reinserire la discarica all’interno del Piano; successivamente, in una recente seduta del consiglio comunale, è stato scritto nero su bianco che il diniego da parte del Comune all’ampliamento della discarica non avrebbe nessun valore al tavolo della commissione di VIA. A Castel Maggiore è stato approvato un ampliamento, senza alcuna presa di posizione di Sindaco ed amministrazione comunale, che non hanno minimamente considerato le richieste di stop al progetto provenienti non solo da cittadini e comitati locali, ma anche da soggetti economici rilevanti come il Centegross. A Piacenza, l’impianto di incenerimento che secondo il Piano Rifiuti dovrebbe cessare l’attività nel 2020, continuerà probabilmente a bruciare rifiuti speciali con convinto assenso delle ultime amministrazioni comunali, alla luce anche della recentissima autorizzazione ad ampliare la rete di teleriscaldamento connessa all’impianto.

Non è più possibile continuare a svendere il proprio territorio alle logiche di mero business – conclude Legambiente -. I sindaci tornino immediatamente a svolgere il ruolo di garanti degli interessi dei cittadini, e smettano di piegarsi agli speculatori. Allo stesso modo la Regione chiarisca una volta e per tutte quale vincolo pianificatorio è previsto per i rifiuti nel PRGR, mettendo un punto alla corsa ai rifiuti speciali». 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Impianti di smaltimento, Legambiente: «Controllori in balia delle controllate»

IlPiacenza è in caricamento