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Economia

«In Italia un sistema di tutela dell’agroalimentare unico al mondo»

Un convegno in Cattolica

In Italia c’è un sistema di tutela dell’agroalimentare unico al mondo. Unità specialistiche dei carabinieri che vegliano costantemente e con professionalità sulla sicurezza di ciò che mangiamo, un reparto per la tutela agroalimentare, così come i Nas sovrintendono a quella contro le sofisticazioni, oppure esistono i reparti per la tutela del patrimonio culturale, perché l’Italia è un paese di prodotti straordinari che sono l’espressione di un territorio unico per bellezza e ricchezze artistiche. Lo ha sottolineato il colonnello Luigi Cortellessa, il comandante dei crabinieri per la Tutela Agroalimentare intervenendo al convegno sulla tutela della sicurezza alimentare organizzato dalle facoltà di Economia e Giurisprudenza e di Scienze agrarie, alimentari e ambientali per mettere a confronti i saperi in termini di sicurezza alimentare. «Così come nell'Arma esistono diverse specializzazioni, dobbiamo ricordare che da due anni anche la Forestale è stata assorbita dai carabinieri sotto l’egida di Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari, dal quale dipendono reparti dedicati all’espletamento di compiti particolari e di elevata specializzazione in materia di tutela dell’ambiente, del territorio e delle acque, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare».

Cortellessa ha ricordato un recentissimo sequestro di culatelli per mancata tracciabilità «una prerogativa fondamentale per ogni alimento, ancor di più se è Dop o Igp, visto che l’Italia ne vanta i 3/4 in Europa. Bisogna comunque stare attenti ed essere rigorosi con la comunicazione, perché basta poco a svilire con fake news la storia di qualità di un prodotto. E dobbiamo sempre ricordare, prima di adottare misure estreme, che nella produzione ci sono sempre dei lavoratori che rischiano il posto. Ovvio che la sicurezza deve sempre essere il fine precipuo. Insomma guardare i fenomeni in maniera limpida e non ideologizzata. Oggi, dopo tanta pubblicità con la Terra dei Fuochi, la mozzarella di bufala campana è il prodotto più controllato al mondo».

Ha trattato poi dell’agropirateria e delle frodi che si caratterizzano principalmente per dichiarazioni mendaci circa il possesso di un valido titolo giuridico di conduzione dei terreni agricoli. Ha menzionato la collaborazione con gli organismi internazionali ed infine ha rammentato che la maggior parte di ciò che viene sequestrato, se non è declassato, viene distrutto perché anche questo è un deterrente. Sempre in tema di leggi, l’intervento di Tiziana Siciliano, procuratore aggiunto al Tribunale di Milano sul procedimento penale in materia di contraffazione alimentare. Ha sottolineato quanto sia oggi complicato procedere contro alterazioni e frodi penalmente perché il reato deve essere sanitario, ovvero costituire un’aggressione al bene costituzionale della salute. Per questo oggi il codice andrebbe aggiornato e pure la normativa, anche se in questo caso oggi esistono anche quelle europee. Il codice penale inoltre non è uniformato alle nuove tendenze ed esigenze culturali collegate all’alimentazione. Ha rimarcato quanto sia poco percepito il disvalore della contraffazione che in realtà crea un danno catastrofico per l’economia, una concorrenza sleale che apre la strada anche a problemi per la salute. Alcuni paesi infatti non hanno sottoscritto accordi per specifici. «Il reato più grave e penalmente rilevante è comunque - ha spiegato - il corrompimento volontario, in ogni caso a fronte di un fenomeno complesso e diversificato collegato ai reati agro-alimentari, il nostro raggio di intervento è molto limitato». 

Il convegno coordinato da Francesco Centonze professore di Diritto Penale della Università Cattolica del Sacro Cuore, è iniziato con la relazione di Daniele Fornari, Direttore REM-Lab, Università Cattolica sulle nuove dimensioni dei modelli di consumo alimentari. «C’è una riduzione - ha esordito - dei consumi, è diminuita la domanda, il numero degli abitanti, la dimensione familiare, più elevato indice di vecchiaia e di single. Sono sorti nuovi bisogni dei consumatori, più salutistici evidenziati dalla crescita del biologico.  Ci sono nuovi paradigmi di consumo, più razionalità negli acquisti, più attenzione all’informazione, qualificazione della spesa ed è stata ridefinita la qualità: si guarda a sicurezza, origine, salutismo, intolleranze e naturalità». 

Marco Trevisan, Preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, ha illustrato il tema Qualità e sicurezza dei prodotti nella tutela del consumatore incentrando il suo intervento sulle alterazioni degli alimenti, le più pericolose sono quelle microbiotiche, unitamente alle enzimatiche, chimiche e fisiche. Naturalmente negli alimenti ci sono sostanze pericolose. Quelle tossiche sono di origine vegetale, animale (tossine), fungine (micotossine). Ha trattato poi degli allergeni, delle intolleranze, degli additivi (ben 26 classi), delle sostanze derivate dall’attività agricola, ma ha concluso, parafrasando Paracelso: tutto è velenoso, è la dose che lo rende non velenoso. E’ seguita la tavola rotonda con le esperienze aziendali a confronto tra Daniele Guarnieri, General Counsel, Nestlè e Manuel Mariani, Quality and Food Safety Region Italy Director, Barilla, mentre Chiara Perini professore di Diritto Penale, Università dell’Insubria ha parlato della riforma dei reati in materia di sicurezza alimentare e made in Italy.

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