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Economia

«In tre anni associato il 45% di imprese in più»

Confapi Industria, Camisa confermato presidente. Fatturato a +7%. «Difficoltà a trovare tecnici specializzati, debito troppo alto. Avanti con l’innovazione e il progetto Emilian Way per conquistare il mercato americano». L’economista Borghi, presidente commissione bilancio della Camera: «Il governo rilancerà la domanda interna per creare reddito e occupazione»

Confapi Industria è in buona salute, le aziende associate sono aumentate del 45% in tre anni e il fatturato è salito del 7%. Ci sono, però, alcuni punti critici: la perdita della Camera di commercio, il calo delle imprese, la preoccupazione per l’aumento del debito pubblico a cui non fa fronte un calo della spesa. Sono alcuni dei grandi temi affrontati da Cristian Camisa, confermato presidente dall’assemblea, che ha anche eletto il nuovo consiglio direttivo. Ma Camisa ha anche messo in luce i successi ottenuti e il nuovo progetto Emilian Way, un consorzio destinato all’esportazione dall’agroalimentare negli Usa.

Nel salone di Palazzo Gotico, affollato di soci, si è svolta il 28 giugno la 14ª Assemblea di Confapi Industria Piacenza. Ospiti di eccezione, il presidente nazionale di Confapi, Maurizio Casasco, il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi (l’economista della Lega), il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Hanno portato i saluti il sindaco Patrizia Berbieri, il presidente della Provincia, Francesco Rolleri e il prefetto Maurizio Falco. In sala anche i parlamentari piacentini e consiglieri regionali.

BORGHI Più volte applaudito, Borghi ha declinato alcuni degli indirizzi del governo. «L’unico fattore di indipendenza di uno Stato è la produzione, che fa prosperare. Nel mondo c’è spazio per l’Italia, che una grande nazione, e in Italia c’è spazio per le piccole e media imprese che sono un vantaggio competitivo per il paese» ha esordito. E ancora: «Le Pmi sono veloci, si adattano e hanno dalla loro la passione del fondatore, del management che reinveste gli utili». Le politiche di austerità «hanno depresso la domanda interna - ha sottolineato - condannando a morte centinaia di imprese». La ricetta del governo prevede «la semplificazione, l’aumento della domanda interna rimettendo in circolo il denaro che genereranno più reddito e più occupazione». Infine il “decreto dignità”: «So che alcuni non saranno d’accordo, ma occorre cedere qualcosa per ottenere benefici. E l’importante sarà che la somma dei benefici sia positiva per le imprese. In questo modo crescerà il Lil e si avrà un debito sostenibile».

BONACCINI Bonaccini ha ricordato come l’Emilia Romagna si era ripromessa di dimezzare la disoccupazione, che era al 9%, entro il 2020: «Siamo al 6% e ce la possiamo fare. Il modello di sviluppo del 900 è finito. La crescita deve essere sostenibile. E la manifattura è fondamentale. Le Pmi sono l’ossatura di questa regione». Il governatore ha rimarcato come la Regione sia vicina alle imprese: «Sostegno all’internazionalizzazione, aiutando le imprese ad aggregarsi per competere sui mercati mondiali; Questa è la prima regione per export da 4 anni e ha un Pil di 58 miliardi, come quello della Finlandia. E’ vero che qui il costo del lavoro è più alto, ma qui si produce qualità cosa che altri Paesi non riescono a fare nei comparti più prestigiosi, meccanica, meccatronica, agroalimentare (il solo mercato di Dop e Igp vale 3 miliardi)». Bonaccini ha lodato Emilian Way e si è detto disponibile a finanziare il progetto e portare Piacenza in California dove da anni c’è un accordo per le start up. Piacenza è uno dei Tecnopoli migliori della regione, ha detto ancora, a riprova che ricerca e innovazione sono ormai essenziali per le imprese. Infine, un appello al governo: «Non cancellate le grandi infrastrutture strategiche (qui valgono 5 miliardi) perché potrebbero creare svantaggi competitivi. Proprio oggi che le tre principali regioni, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, stanno per attuare l’autonomia che porterà quest’area ad essere la prima in Europa. Bisognerebbe, invece, rivedere le regioni a statuto speciale, spesso causa di eccessi di spesa pubblica».

CAMISA Applaudito il suo appello alla politica a lavorare insieme per il Paese: «In Parlamento , bisognerebbe togliersi la casacca perché tutti sotto abbiamo la maglia azzurra. Occorre ridurre la spesa per non lasciare indebito ai nostri figli». Per Camisa «le sfide che ci attendono sono impegnative, ma le affrontiamo con la consapevolezza di avere fatto un lavoro straordinario che ci ha portato a registrare un aumento del 45 per cento della base associativa, 250 corsi e 1600 aziende coinvolte. Siamo un’associazione che ha lavorato per il territorio e che oggi si deve confrontare con i problemi del mercato: la mancanza di personale qualificato, la necessità dell’innovazione per avvicinare le imprese all’industria 4.0 e dell’aggregazione delle aziende per renderle competitive a livello nazionale, così come stiamo facendo con il consorzio Emilian Way. Ma abbiamo bisogno del supporto delle aziende». Tre gli obiettivi scanditi dal presidente: «Trovare personale qualificato per le nostre imprese, anche copiando il sistema tedesco; innovare, e noi abbiamo creato a Piacenza il Digital innovation hub; aggregare le aziende, per essere competitivi. E con Emilian way - abbiamo aperto già uffici in California - ci rivolgiamo alle azienda Piacenza a Bologna perché partecipino».

NUOVO CONSIGLIO Il consiglio direttivo che è stato nominato nel corso della parte privata dell’assemblea: ne fanno parte Gianluigi Adami, Elena Bozzarelli, Paolo Bruschi, Cristian Camisa, Antonio Campagnoli, Antonio Castaldi, Anna Paola Cavanna, Alfredo Cerciello, Elisabetta Curti, Pietro Ercini, Gabriele Ferri, Roberto Gatti, Andrea Gregori, Lino Lazzari, Gabriele Lombardi, Giovanni Maini, Corrado Marchetti, Ivana Molinari, Marianna Quartieri, Armando Schiavi e Denise Venturati.

IMPRESE PREMIATE Rajapack, filiera italiana del gruppo RAJA, leader europeo nella distribuzione di imballaggi, ha ricevuto il premio come migliore “media industria” per gli ottimi risultati raggiunti in termini di fatturato e quello come “industria femminile” per un team in maggioranza rosa. Artigiana Farnese Srl, pelletteria, per “Crescita in pochi anni da azienda artigianale a industria - eccellenza del Made in Italy”. Mecair: nata nel 1973, è una delle tante piccole aziende meccaniche che costituivano e costituiscono un ramo importante del tessuto economico del piacentino. Elior Italia è stata la quarta impresa premiata. Dal 2004 aderisce al “Global Compact”, il programma delle Nazioni Unite sulla responsabilità sociale d’impresa. “Per questo abbiamo preso l'impegno di lasciare un’impronta positiva sulla società e sull’ambiente e di creare un circolo virtuoso nel mondo della ristorazione, dal campo alla tavola”.

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