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Italia Oggi: «Il Consorzio di bonifica restituisca, la sua attività dà solo un contributo di tipo generico»

Il quotidiano nazionale Italia Oggi, attraverso l'articolo di Giovanni Galli, parla del contenzioso "piacentino" tra Comune e Consorzio di Bonifica sulla tassa di bonifica, che ha visto prevalere le istanze del primo: il Consorzio dovrà restituire più di 160mila euro, oltre agli interessi legali

Il quotidiano nazionale "Italia Oggi", diretto dal piacentino Pierluigi Magnaschi, entra nella vicenda che vede coinvolti Comune di Piacenza e Consorzio di Bonifica sulla legittimità della tassa di bonifica. L'articolo è a firma di Giovanni Galli.

«È la prima volta che succede. La quasi totalità del territorio di un comune, per di più di un capoluogo, non è assoggettabile a contributo da parte di un Consorzio di bonifica. Si tratta di una novità assoluta, per numero d’immobili ed estensione territoriale, importante perché può fare da battistrada per analoghe situazioni in altri centri. Bisogna rifarsi alla sentenza n. 604/2014 del Tribunale civile di Piacenza, che si è pronunciato, dopo una vicenda processuale avviata nel lontano 1997 (fatto che spiega la competenza del Tribunale anziché della commissionetributaria) dal Comune di Piacenza che contestava i contributi di bonifica per gli immobili di proprietà comunale, versati tra il 1997 e il 2000. Il locale Consorzio di bonifica è stato condannato a restituire più di 160 mila euro, oltre agli interessi legali.

Il Tribunale ha ritenuto che l'esistenza delle opere gestite dal Consorzio conferiscano al territorio e quindi, di riflesso, agli immobili ivi ubicati, un mero beneficio generico che, in forza delle leggi in materia e dei precedenti di giurisprudenza consolidatisi, non giustifica la pretesa contributiva del Consorzio. Il beneficio dato dalla regimazione delle acque, derivante a vasta parte del territorio comunale da altre opere idrauliche gestite dal Consorzio, è altresì mediato dalla rete fognaria realizzata dall'Amministrazione comunale e non incide direttamente a favore dei singoli immobili.

Il Tribunale si è avvalso di una perizia tecnica oltremodo dettagliata, che ha consentito di verificare come i benefìci teoricamente addotti (e sostenuti dal Consorzio) o non esistessero ovvero non fossero tali da consentire l’imposizione contributiva. Proprio l’astensione territoriale dell’analisi condotta nella perizia su numerosi immobili di proprietà comunale, sparsi in varie zone della città, ha fatto riscontrare come intere zone omogenee del territorio cittadino fossero escluse da un elemento essenziale richiesto dalla giurisprudenza (partendo dalle Sezioni unite della Cassazione): l’incremento di valore fondiario.

L’aspetto politicamente e amministrativamente più rilevante riguarda adesso la volontà del Consorzio di procedere ancora con l’imposizione contributiva applicata a tutta la città. Decine di migliaia di proprietari piacentini si trovano in condizione identica a quella del loro Comune, in quanto proprietario. Le loro case, i loro edifici, i loro appartamenti non ricevono beneficio dal Consorzio, esattamente come questo o quell’immobile, adiacente, di proprietà del Comune: perché devono pagare? Il Consorzio, ovviamente, vuol circoscrivere la sentenza ai soli immobili del Comune che ha fatto ricorso: pretenderebbe, all’evidenza, che migliaia di proprietari si assoggettassero a spese giudiziarie per compiere singoli ricorsi».

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