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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

«L’ape, non un semplice insetto, ma un super organismo»

Gli esperti al convegno apistico nazionale a Piacenza Expo nell'ambito di Apimell: «Deve crearsi un'empatia tra chi alleva e l'ape, cercando di intuire il benessere animale di un super-organismo, con diversi nemici da affrontare»

Il più piccolo esemplare della zootecnia italiana che è allevato e produce alimenti, si colloca in perfetto equilibrio in due forme di eco-sistema diversi: ambientale e come superorganismo: è l’ape di cui conosciamo scientificamente ancora poco e soprattutto le leggi che regolano il suo benessere. Ma i prodotti dell’alveare sono uno straordinario contributo per la salute dell’uomo: è un prodotto che non cura, ma aiuta a vivere bene.

Così per il trent’anni dell’Apap (associazione apicolturi piacentini) ed i 60 del Fai (federazione italiana apicoltori), presso la Sala convegni di Piacenza Expo, si è svolto un convegno dedicato alla salute dell’ape ed a quella dell’uomo, ovvero la sostenibilità con la partecipazione di notissimi relatori, ovvero Antonio Felicioli del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Pisa e Giorgio Calabrese docente di Nutrizione umana all’Università del Piemonte Orientale ad Alessandria.

Dopo il saluto del presidente di Piacenza Expo Angelo Manfredini («a Piacenza presto la Borsa del miele») e dell’assessore provinciale all’Agricoltura Filippo Pozzi («un comparto che auspichiamo diventi filiera, espressione della multisettorialità dell’agricoltura piacentina»), è stata donata una targa a Giuseppe Fontanabona per i suoi 21 anni di presidenza all’Apap, quindi, con il coordinamento di Raffaele Cirone presidente Fai, Felicioli ha ribadito la complessità di questi straordinari insetti, la cui salubrità, difficile da comprendere,è essenziale per  la qualità dei prodotti. “Deve crearsi un’empatia- ha precisato- tra chi alleva e l’ape, cercando di intuire il benessere animale di un super-organismo, con diversi nemici da affrontare: le coltivazioni estensive, la patologia delle piante ed i problemi climatici. Tutti i prodotti dell’alveare provengono da un eco-sistema naturale che l’allevatore deve aiutare a mantenere”.

L’agricoltore è dunque custode della sanità animale ed umana; “nel miele c’è qualcosa di ben diverso del normale zucchero a livello di inibizione dei batteri”. Ed ha citato l’esempio di alveari di Gorgona dove da anni, spontaneamente, non si è più verificato alcun problema di varroa. Ma il progetto rischia di essere frenato e rallentato. “Il miele- ha spiegato Calabrese, non è un edulcorante; è un alimento straordinario, come del resto tutti i prodotti dell’alveare che contribuiscono a garantire quialità di vita, come tutti i cibi che non vanno divinizzati, ma valorizzati per ciò che hanno di buono in sé”.

Ha esaminato di diversi prodotti dell’alveare, dal miele ai propoli, alla gelatina reale, sottolineandone le caratteristiche organolettiche . I propoli, ad esempio, contengono resine e balsami e cere e otto tra gli aminoacidi essenziali; integra, ma non sostituisce le proteine animali.Il miele è un alimento che “tampona”, che compensa gli eccessi di insulina da stress senza caricare di calorie; dobbiamo ricordare, per esempio, che se mangiamo grassi in eccesso, la diabetico cresce la glicemia. Ed attenzione agli aromi: sono indicatori importanti della qualità, in pratica come quando annusiamo un vino. Il miele possiede proprietà antibatteriche che derivano dalla difensina-1, una proteina ed ha citato i numerosi studi al riguardo. Ha proprietà antiossidanti, antibiotiche, antinfiammatorie; è sedativo della tosse e curativo dell’acne. Insomma i prodotti dell’alveare sono una realtà straordinaria da scoprire ed utilizzare.

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