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Economia

«L’industria energetica del petrolio è destinata a scomparire grazie alle rinnovabili»

Scaroni in Confindustria: «Per diversi anni il petrolio continuerà ancora ad essere la prima fonte energetica. Ora però prezzi più alti li vogliono tutti. Ai giovani il consiglio di restare aperti a tutte le esperienze»

Un fragoroso applauso conclude l’incontro con Paolo Scaroni, grande personalità dell’industria dell’energia e della finanza nazionali e internazionali intervenuto al convegno dal titolo “Come cambierà il mondo dell’energia: scenari e geopolitica del petrolio”, a cura del Gruppo dei Giovani Industriali di Confindustria Piacenza.

L’incontro si è tenuto in forma di tavola rotonda, con il prestigioso relatore ampiamente stimolato dalle numerose domande del folto pubblico  con larga la rappresentanza di giovani imprenditori e professionisti. In platea Paola De Micheli, sottosegretario all’Economia, Alberto Rota, presidente di Confindustria Piacenza, Cesare Betti, direttore di Confindustria Piacenza, Pietro Cavanna, presidente di Assomineraria e della nascente POGAMESchool.

Introdotto dal presidente dei Giovani di Confindustria, Filippo Colla, il Scaroni sottolinea subito come «il tema del petrolio sia oggi cruciale non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per coloro che vivono gli altri mondi industriali». Alla fine del 2015 – prosegue il relatore – si parlava di un 2016 di ripresa: crisi greca alle spalle, spread ai minimi, petrolio basso, dollaro forte, consumi in crescita; «ma la realtà ha rivelato un’annata di incertezze, con tassi di crescita molto inferiori alle aspettative e grande pessimismo finanziario». Come mai? Per una molteplicità di motivi: dalla riduzione dei ritmi di crescita, non più frenetica, della Cina, all’economia americana positiva, ma non brillante, alla persistente stagnazione di Giappone ed Europa, dove oltretutto il sistema bancario è in grande sofferenza.

In questo clima uggioso, Scaroni fa notare «la correlazione quasi perfetta tra l’economia mondiale e il prezzo del petrolio, che dimostra di essere un elemento chiave per il buon andamento dei mercati finanziari e la salute dell’economia». Gli intrecci geopolitici, combinati con le dinamiche di domanda e offerta del mercato, giocano un ruolo determinante: basti pensare alla strategia attuata dall’Arabia Saudita (primo esportatore di petrolio al mondo – n.d.r.) di mantenere alta la produzione, nonostante la scarsa domanda del mercato, allo scopo di schiacciare lo shale oil americano e l’arcirivale esportatore Iran, portando così inevitabilmente il petrolio ai fatidici attuali 30-40 $ al barile.

Tuttavia – riprende Scaroni - «i prezzi più alti li vogliono tutti» (compagnie petrolifere, produttori ed esportatori di tutto il mondo, mercati finanziari, la stessa Arabia – n.d.r.) e il 29 settembre scorso l’OPEC si accorda per una prima riduzione della produzione, non così rilevante di per sé (l’1%), ma importantissima perché segna un cambiamento. È plausibile pertanto, secondo il relatore, un aumento dei prezzi, «che fluttueranno tra 50 e 60$ al barile a partire dai prossimi mesi fino, diciamo, alla fine del 2018». A seguire le “rinnovabili” diverranno sempre più prepotenti sul mercato dell’energia, fino a raggiungere una diffusione su larga scala non prima del 2025-2030.

Quindi «per diversi anni ancora il petrolio continuerà ad essere la prima fonte energetica, pur essendo destinato ad essere sostituito dalle rinnovabili, grazie alle quali vivremo in un mondo più pulito e più sano».

Dal pubblico giunge a questo punto la domanda sul destino dell’industria energetica del petrolio, cui Scaroni risponde semplicemente: «secondo me scomparirà, non vi sarà conversione, a meno che le grandi compagnie non acquistino imprese che si occupano di rinnovabili; ma qui non parliamo di conversione, questa è un’operazione finanziaria».

E in questo quadro cosa consiglia ai giovani in Italia? «Benchè l’esperienza all’estero possa essere molto interessante e arricchente – risponde Scaroni – non mi sento di consigliare né di rimanere in Italia, né di scappare via; semplicemente consiglio di essere disponibili a nuove esperienze».

E il gas? Stimolato da una domanda dal pubblico il relatore afferma che si tratta di «un capitolo a parte». Il gas continuerà ad essere al centro dei piani di sviluppo di nazioni e continenti, affiancandosi e talvolta combinandosi con le energie rinnovabili, consentendo agli impianti di garantire il soddisfacimento costante del bisogno energetico.

Infine, incalzato dai Giovani di Confindustria, Scaroni non perde occasione per dire una battuta sulla sfida americana Clinton-Trump, sottolineando come, a prescindere dalle preferenze che ognuno, votante o non, possa esprimere, se la prima è una figura politica più “tipica”, con un percorso e una vision più convenzionalmente istituzionale, il secondo, comunemente tacciato di elitarismo e spesso con atteggiamenti “sopra le righe”, è un candidato che tuttavia raccoglie il 48% degli elettori. Ciò vuol dire che è in grado di comunicare efficacemente un messaggio condiviso con una parte molto significativa della comunità di riferimento, pur essendo una figura lontana dalla convenzionalità politica.

È in effetti – prosegue Scaroni – un fenomeno politico e sociale che anche in Europa riscontriamo nettamente (e il relatore cita l’Italia con Grillo e il Movimento 5 Stelle, la Finlandia con Timo Soini e il Partito dei Veri Finlandesi, l’Olanda con Geert Wilders e il Partito per la Libertà), che dimostra quanto e come la politica stia cambiando, perché sta cambiando il sentire della gente e il bisogno di soluzioni dei cittadini.

PAOLO SCARONI, dopo la laurea in Bocconi e il Master in Business Administration a New York, inizia la carriera in Chevron (una delle note “Sette Sorelle”) nel 1969, proseguendo nei primi anni ’70 in McKinsey, quindi nel Gruppo Saint-Gobain, dove nel 1978 diviene presidente della divisione vetro a Parigi. Nel 1985 diviene amministratore delegato e vice presidente dell’italo-argentina Techint, dove resta fino al 1997, anno in cui passa con il medesimo incarico in Pilkington, leader mondiale del vetro piano. Nello stesso anno diviene presidente del Vicenza Calcio, sua città natale, rimanendovi fino al 1999. Dal 2002 al 2005 Scaroni è C.E.O. di Enel e dal 2005 al 2014 ricopre lo stesso ruolo in Eni.

Oggi è vice presidente del Gruppo Rothschild, presidente della Giuliani S.p.a., membro dei consigli di amministrazione di Veolia, Ingostrakk (Mosca), Columbia Business School (New York) e del International Advisory Council dell’Università Bocconi di Milano.

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