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L’Ortrugo cambia nome, o meglio, si aggiunge il cognome

Per ovviare alla dichiarazione di non-conformità della Ue si chiamerà Ortrugo dei Colli piacentini o Ortrugo Colli piacentini. In arrivo una vendemmia super?

L’Ortrugo cambia il proprio nome o meglio, viene aggiunta una importante specificazione territoriale che, tutto sommato, fa davvero comodo, visto che una sua locazione territoriale può aiutare i produttori che, sempre in numero maggiore, puntano sull’export dove è richiesta l’indicazione di origine del vino. Non solo: un passo alla volta, ma forse anche il Gutturnio sarà coinvolto in questo processo “tecnico”di cambiamento (art. 118 Ter Ce n° 1234/2007) che, per fortuna, nulla ha a che vedere con la qualità del prodotto . Un Ortrugo che, per esempio, proprio grazie a queste prerogative, sta correndo forte sui mercati, tanto che potrebbe ritagliarsi una significativa “fetta” nel mercato dei vini “da aperitivo”, “cannibalizzato” dal Prosecco.

La Ue, in questi ultimo anno, sta cercando di fare chiarezza all’interno delle Denominazioni di Origine in Europa che sono davvero troppe, così recentemente ha inviato una notifica di non conformità al Consorzio dei Colli piacentini in quanto trattasi di vitigno e non di possibile luogo di origine. Questo perché le D.O, per loro natura, dovrebbero fare sempre riferimento al luogo di origine. Un esempio: il Barbera è un vitigno, Barbera d’Asti è una D.O. Medesimo discorso per il Sangiovese, mentre quello di Romagna è una D.O.  Così il Consorzio, carta e penna, sentito il parere dei produttori, ha proposto alla Ue, al Ministero delle politiche agricole ed alla Regione Emilia- Romagna, la proposta di modifica come Ortrugo dei Colli piacentini a protezione della singola D.O o Ortrugo Colli piacentini, una variazione che sarà adottata in base alle esigenze grafiche dell’etichetta.

“Proposta- spiega il presidente del Consorzio Roberto Miravalle- accettata alla fine del mese di luglio dalla Ue che, a specifica richiesta, ha fatto pure sapere che la norma (Reg Ce n° 607/2009) non è retroattiva e quindi i vini etichettati prima dell’entrata in vigore della nuova normativa, potranno essere commercializzati con le precedenti etichette, fino ad esaurimento. Un risparmio davvero doveroso per i produttori alle prese con norme burocratiche sempre più cogenti”.

Due impressioni anche per l’imminente vendemmia:” potrebbe essere ottima, la migliore di dieci anni, se adesso cadesse qualche volta la pioggia. Le giornate calde e le notti  fresche, esaltano i profumi. E si raccoglierà “come una volta”, ovvero i bianchi nella prima decade di settembre, i rossi verso la fine, con maturazioni lente e gradi alcolici giusti. Insomma si prospetta anche un grande Guttrunio, ma a questo punto il condizionale è assolutamente d’obbligo”.

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