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Economia

La dieta mediterranea fa bene ma deve essere bilanciata con un adeguato stile di vita

E’ assodato: fa bene, previene molte patologie, ma deve essere bilanciata. Non è esclusa nemmeno la carne (meglio bianca), ma ancora adesso in molte famiglie ci si alimenta in modo scorretto. Il convegno dell'Alsaf (associazione dei laureati in Scienze Agrarie e Forestali)

E’ assodato: fa bene, previene molte patologie, ma deve essere bilanciata. Non è esclusa nemmeno la carne (meglio bianca), ma ancora adesso in molte famiglie ci si alimenta in modo scorretto. E deve essere abbinata ad un adeguato stile di vita, senza rinunciare anche al piacere della buona tavola che è anche convivialità. Di tutto questo si è trattato al convegno che Alsaf (l’associazione dei laureati in Scienze Agrarie e Forestali) ha organizzato (con il patrocinio di Provincia e Banca di Piacenza) al Campus agro-alimentare Ranieri-Marcora la scuola superiore dove si formano tutti tecnici della filiera, dal campo alla tavola. Un concetto ribadito dal Dirigente scolastico M.Teresa Andena nel suo saluto, cui è seguito quello del presidente Alsaf, Giuseppe Bertoni che ha auspicato una attualizzazione degli interventi per accrescere l’interazione con la filiera alimentare ed il cibo. Filippo Rossi, docente della Cattolica di Piacenza e nutrizionista ha esaminato i singoli alimenti che caratterizzano la dieta mediterranea ed ha rimarcato che nella dieta degli italiani, anche se (e questo è positivo) si mangiano poche carni rosse, sono poco utilizzati legumi, pesce, frutta e verdura, che sono componenti essenziali di una alimentazione corretta e mediterranea, «unita a fantasia in cucina con piatti nuovi», un compito sempre più dei futuri chef «visto che - ha sottolineato la dietista Monica Maj - quasi tutti mangiamo almeno una volta al giorno fuori casa. Il tutto va unito a messaggi corretti sull’alimentazione».

Spesso infatti la dieta mediterranea, come si legge nella presentazione dell’evento, è stata interpretata in maniera non corretta; ad esempio permane l’idea che si tratti di una dieta vegetariana: vista la pur giusta enfasi su cereali, frutta, verdura e olio di oliva, associata tuttavia all’ostracismo per gli alimenti di origine animale, che non sia il pesce. Emerge quindi l’opportunità di una informazione equilibrata che sappia evidenziare gli aspetti positivi e quelli negativi di regimi alimentari tanto diversi. Ciò per quanti si inseriranno nel mondo della ristorazione per l’influenza che possono avere nell’orientare le preferenze alimentari degli utenti, ma anche per quanti saranno attivi nella produzione agricola di alimenti, potendo in qualche misura tener conto, nelle scelte produttive, non solo delle mode alimentari, ma anche delle reali esigenze nutritive dell’intera popolazione «Dunque - ha ricordato la Maj - spazio soprattutto ad ortaggi, cereali, legumi e frutta, formaggi per il calcio; puntare soprattutto sulla stagionalità che fa bene anche all’ambiente e fare rete delle competenze, perché è fondamentale per creare una filiera efficiente». «Riducendo drasticamente - come ha ricordato Bertoni - i tre veleni bianchi, ovvero sale, zucchero e farina 00». Andrea Foppiani dell’Università di Milano ha trattato dei pregi e limiti degli alimenti di origine animale ricordando che «secondo la piramide alimentare, per quanto riguarda i derivati animali per i latticini è previsto un uso quotidiano, per il pesce almeno due volte la settimana, dalle due alle 4 uova (ricordando però che sono presenti in molti alimenti preparati), due porzioni di carni bianche e piccole quantità di rosse». 

Mara Negrati, medico nutrizionista dell’ospedale ed esperta di disturbi legati all’alimentazione, ha dato vita con il Cavanna al progetto Seta (seno e terapia alimentare), con l’obiettivo di  promuovere corretti stili di vita (dieta mediterranea ed attività fisica), in  donne con pregressa neoplasia mammaria, al fine di ridurre l’insorgenza di recidive. Ne hanno parlato Camilla Di Nunzio psicologa e Claudia Biasini, oncologa. La prima ha sottolineato che è essenziale scegliere gli alimenti ed abbinarli ed ha sottolineato quanto la psiche sia importante nella nutrizione, un fenomeno complesso che concerne anche cultura, religione, ambito sociale ed economico; la formazione di base avviene in famiglia, ma poi con l’adolescenza vengono i condizionamenti di gruppo. E’ dunque necessario un corretto approccio psicologico senza rinunciare al piacere del cibo. Biasini ha parlato dei fattori rischio, sia ormonali che quelli legati alle sindrome metaboliche, ma anche all’eccesso di adipe ed inadeguata inattività fisica. Il progetto Seta ha offerto buoni risultati con una corretta alimentazione (dieta mediterranea) associata ad attività fisica.

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