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Economia

«La geopolitica causa della crisi finanziaria mondiale dell’economia»

Il senatore Giulio Tremonti ospite al Park hotel dell’Associazione Liberali Piacentini

Giulio Tremonti, politico, avvocato ed accademico, attualmente senatore della Repubblica, Gruppo Grandi Autonomie e Libertà e dal 13 gennaio del 2015 membro della 3ª Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione). Dal 1994 al 1995 è stato Ministro delle finanze nel  primo governo Berlusconi, poi  Ministro dell'economia e delle finanze nei Governi Berlusconi II (2001-2004), Berlusconi III (2005-2006) e Berlusconi IV (2008-2011). Nel 2012 è uscito dal PDL per fondare il movimento "3L" (Lista Lavoro e Libertà).

Ospite dell’incontro conviviale e colloquiale dell’Associazione dei Liberali, non ha deluso le aspettative della numerosissima platea (quasi 300 persone) che ha gremito le sale del Park Hotel. Tra i presenti – con l’avvocato Corrado Sforza Fogliani, presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza, che aveva invitato l’ex ministro e che è anche intervenuto nel dibattito, e con l’avvocato Antonino Coppolino, presidente dell’Associazione – l’on. Foti e numerosi sindaci della provincia nonché valligiani di Pecorara (dove spesso va Tremonti, come è noto) col Sindaco Albertini.

«Da tempo - ha esordito Tremonti, che ha parlato con accanto il presidente dell’Ordine degli avvocati di Piacenza, Graziella Mingardi – cerco di seguire la traccia della globalizzazione, fenomeno che ha rivoluzionato il mondo come la scoperta dell’America. Come il 500 e il 600  - ha proseguito Tremonti - sono stati anni di profondi mutamenti, anche oggi la scoperta dell’economia dell’Asia ha un impatto simile. Il mito dell’Europa scade ed altre economie invadono il nostro mercato. Si è fatta strada l’idea di un unico modello per realtà assolutamente differenti. La politica di dazi mantenuta da America e Cina avrebbe consentito all’Europa maggiori difese. Le ragioni monetarie della crisi sono sempre più evidenti a chi ha saputo aprire gli occhi informandosi e studiando il contenuto dei trattati europei. Sappiamo che la Banca Centrale Europea crea denaro dal nulla, ma non può fornirlo agli stati. Crea e presta moneta, nelle quantità ed ai tassi da essa sovranamente determinati, unicamente in favore delle banche commerciali, con la conseguenza che la quantità di spesa pubblica necessaria alle nostre economie non è più sotto il controllo politico e dunque non appartiene alla volontà popolare. Lo stato ha perso la sovranità monetaria, la sua prerogativa fondante. Gli stati hanno  rinunciato alla sovranità monetaria, consentendo al fianco della moneta buona, quella sovrana, la  nascita di una moneta privata, commerciale, parallela, fondata sul nulla. L’euro è indipendente dai governi e dallo stato ed è quello che ha causato la crisi». 

«La globalizzazione non poteva essere fermata, ma il suo processo – ha continuato Tremonti – doveva essere più lungo. Dal 1989 si sono avuti tre eventi che hanno cambiato il mondo. La migrazione delle masse e il tentativo di esportare le democrazie; la degenerazione della finanza con l’immissione di molta liquidità nel sistema economico, il che ha fatto da deterrente all’inflazione. Terzo effetto: la rivoluzione digitale con le macchine che sostituiscono l’uomo. L’introduzione del “bail-in” bancario ha significato – ha detto l’ex ministro, riprendendo quanto aveva previsto già nel 2013 – la rottura del rapporto fiduciario tra banca e cliente correntista-risparmiatore-depositante. Se una banca salta, i suoi creditori dovrebbero infatti essere alla fine pagati non solo dai suoi azionisti, ma anche da chi presso la banca ha depositato i suoi risparmi. Un conto è un prestito, che può anche essere a rischio, un conto è un deposito bancario, che per sua natura è invece fiduciario. Per proteggere il “sistema” si  è pensato  di autorizzare la distruzione del risparmio come valore fiduciario e costituzionale».

Secondo Tremonti la situazione europea potrebbe cambiare col  referendum inglese del 23 giugno (Brexit). Sia che vincano i si, sia che vincano i no. Infatti, secondo lui, anche con la prevalenza dei no le cose in Europa non saranno più le stesse e molte cose dovranno essere ripensate.  La democrazia – si evince dall’intervento dell’ospite (che ha annunciato l’uscita a breve di un suo nuovo libro proprio sulla tematica trattata a Piacenza, prima uscita pubblica di Tremonti dopo la caduta del Governo Berlusconi nel 2011)  –  non è come i panini di McDonald, non può essere esportata come fosse un bene di consumo, rapido e veloce. Occorre invece ponderare le conseguenze di  conflitti politici, cambiamenti tecnologici ed evoluzioni strategiche». Diversi altri sono i concetti sviluppati e puntuali sono state le risposte di Tremonti (alla sua seconda venuta – dopo quella del 2008 – ospite dei liberali piacentini) alle domande del pubblico e che però confida di «non avere al momento un finale eclatante».

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