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Economia

«Latte, qualche buona notizia sotto il profilo normativo»

Gasparini (Confagri Piacenza): non saturiamo il mercato con latte che dovrebbe diventare formaggio

La crisi del settore lattiero caseario è ancora lontana da una soluzione a lungo termine, ciononostante alcune misure che stanno per essere introdotte recepiscono le istanze espresse con decisione e da tempo da Confagricoltura. Il presidente della Sezione di Prodotto Lattiero-casearia di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini, aveva infatti richiesto che fosse previsto un atterraggio morbido per la fine delle quote prefigurando una corsa alla produzione di alcuni Paesi che puntualmente si è verificata, in mancanza di tale azione sinergica aveva poi suggerito un premio a livello europeo per il contingentamento della produzione. “Il nostro Paese ne beneficerebbe non tanto in termini di aiuti diretti – aveva spiegato Gasparini – ma perché avremmo più spazio per il nostro latte nelle nostre filiere”.  Sua anche la richiesta di prevedere un alleggerimento delle sanzioni per chi aveva sforato la quota produttiva negli ultimi mesi del regime. Misure che hanno trovato un riscontro nei provvedimenti presi a livello comunitario e che stanno per essere recepiti dalla normativa nazionale. Il decreto enti locali contiene, infatti, importanti interventi per il settore agricolo ed è stato approvato alla Camera dei deputati, per passare poi all'esame del Senato. La norma introduce la riduzione dei prelievi previsti per lo sforamento delle quote latte dell'ultima campagna, quella 2014/2015. Interviene modificando la legge Zaia del 2009 e correggendo i criteri, in modo tale che gli allevatori paghino le multe in misura pari a quella dovuta all'Unione europea riducendo quindi da circa 100 a 32 milioni il prelievo dovuto. Questo intervento si aggiunge all'ampliamento della compensazione stabilito a luglio 2015 che aveva coinvolto 1260 produttori con 20 milioni di euro di prelievo evitato. Viene ampliato e semplificato il Fondo latte coprendo direttamente le spese per le rate dei mutui sostenute negli ultimi due anni e c'è l'attivazione della programmazione produttiva volontaria dell'offerta per il settore lattiero con un finanziamento ad hoc di 10 milioni di euro in base alla normativa europea. Viene, infine, anche confermato lo stanziamento di 10 milioni di euro per il fondo nazionale indigenti per l'acquisto di latte crudo da trasformare in Uht e distribuire agli indigenti attraverso la rete degli enti caritativi. Per inciso, il decreto contiene anche misure di sostegno ad altri settori in crisi come la suinicoltura e la cerealicoltura. “Iniziano a vedersi i risultati di un’azione di lobby sinergica e positiva che abbiamo condotto sia a livello locale che nazionale – spiega Gasparini – ci sono indicazioni positive anche per quanto riguarda una più efficace gestione del controllo delle micotossine nel latte. Grazie alla collaborazione con i nostri uffici di Roma, supportati a livello locale dalla dottoressa Augusta Balli e rapportandoci con l’assessorato alla salute della regione Emilia-Romagna – sottolinea Gasparini – stiamo finalmente tirando le fila di un’azione che mira a preservare la salute del consumatore garantendo la salubrità delle produzioni, ma eliminando delle contraddizioni nei controlli che talvolta inceppavano la macchina produttiva. Bene, dunque, il parere dell’Istituto Superiore di Sanità che ha affermato che anche nei risultati analitici in autocontrollo, così come già avviene per i controlli ufficiali per aflatossina M1 nel latte, e diversamente da quanto indicato dalla Regione Emilia Romagna fino ad oggi, deve essere applicata l'incertezza di misura (a favore dell’OSA) al risultato delle analisi per la metodologia chimica di conferma HPLC. Siamo inoltre riusciti, ottenendo una risposta dal Ministero della Salute ai nostri questi, a far sì che venissero adottate nella nostra regione le procedure applicate anche in Lombardia a seguito di campionamento in autocontrollo su latte di stalla non conforme confluito in cisterne di più conferenti rispettanti i parametri, evitando che venissero penalizzati produttori onesti e formaggi salubri. Resta invece sospesa, ma sul tema stiamo agendo, la stessa questione sul campionamento ufficiale in stalla. Le problematiche sono tecniche e complesse, ma il nostro impegno è teso a rendere agevole la commercializzazione del latte preservando a pieno l’impianto normativo per cui le micotossine devono essere controllate in quanto contaminante. Continueremo a ribadire, tuttavia, che il limite per le micotossine deve essere uguale nel mondo (oggi in America è dieci volte tanto) e che ci deve essere un controllo serrato anche sul mais: servono parametri che tengano conto dell’effetto moltiplicatore che la micotossina ha nel latte. Oggi il trasformatore di mais in latte non è così tutelato come il trasformatore di latte in formaggio”. Quanto ai problemi più generali, legati alla filiera e alla commercializzazione, la ricetta di Gasparini è stata più volte ribadita: “Si mettano tutte le risorse per fare più formaggio ed esportare. Invece, ora, i trasformatori stanno vendendo il latte intasando il mercato – spiega l’allevatore - come è possibile che chi deve aumentare la domanda aumenti l’offerta?  Questo è il momento dell’anno in cui accade ciò. Dov’è la politica di settore?”

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