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Lavoro nero, l'Emilia sale sul podio delle regioni: a Piacenza il 60%

L'Emilia Romagna guadagna il podio nero col terzo posto, dopo Lombardia e Calabria, per "il maggior numero di lavoratori irregolari"

"Dati più che allarmanti e silenzi preoccupanti". È l'essenza per l'Emilia Romagna del rapporto ministeriale 2017 sulle attività di ispezione e controllo nei luoghi di lavoro. Il report, segnala la Cgil, dice che l'Emilia Romagna guadagna il podio nero col terzo posto, dopo Lombardia e Calabria, per "il maggior numero di lavoratori irregolari": sono ben 7.965. La regione, in particolare, risulta al quarto posto per una tipologia "moderna" di violazioni, riscontrate soprattutto nelle regioni del centro-nord: lo sfruttamento dei lavoratori "utilizzando contratti di lavoro impropri, atipici o flessibili" anzichè regolari. Dunque contratti fasulli, rilevati in 527 ditte da Piacenza a Rimini e viceversa.  Ma ancora, dettaglia il coordinatore Legalità della Cgil regionale Franco Zavatti, l'Emilia Romagna si piazza al quarto posto nazionale per "subappalti e somministrazione abusiva o fraudolenta di manodopera, con ricorso a fittizie esternalizzazioni e distacchi transnazionali fittizi...". 

La nostra regione inoltre, ottiene un altro quinto posto registrando 3.279 lavoratori "in totale nero, nei nostri settori tipici di edilizia, trasporto, commercio e manifatturiero". Certo si sa come uscirne, a quanto pare: "Siamo la seconda regione, dopo la Calabria, per conciliazione giudiziaria monocratica", nel cui ambito spuntano 1.028 casi. Ma ecco le province emiliano-romagnole coi livelli di "irregolarità accertate": la lista recita Reggio col 74,43%, Forlì-Cesena col 68,15%, Rimini col 64,09%, Bologna, Parma e Piacenza col 60%. Ferrara e Ravenna col 54%, ultima Modena col 53,2%. 

Guardando dentro le medie provinciali, i picchi di lavoro fuori da regole e norme di sicurezza emergono in settori ben radicati e conosciuti: Bologna segna 72,6% in alloggi e ristorazione e 69% nell'autotrasporto, Forli' 78,2% nella ristorazione e 73,9% nel manifatturiero, Modena 72% nell'autotrasporto e 71,4% nei servizi di "infocomunicazione", Rimini 69,6% nel commercio e ristorazione, Ferrara e Ravenna 71,8% nella sanità e nei servizi sociali privati, Parma 77,5% nell'attività immobiliare, Piacenza 81,8% nei servizi di supporto alle imprese, Reggio 79,3% nel manifatturiero e 74,6% nel settore dei servizi. In tutto questo, ispezioni e controlli hanno portato, oltre al crescente peso degli 848 casi di "rilievo penale" in Emilia Romagna, al record di "oltre 75 milioni di sanzioni incassate, con in testa Bologna, Modena e Reggio Emilia".

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