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Economia

Mercato del lavoro nel Piacentino: 8300 disoccupati in più nel 2013

Presentato i dati sul mercato del lavoro riferiti al 2013 in Provincia. La disoccupazione nel Piacentino passa dal 7,4% del 2012 all'8,1% del 2013 ma Piacenza rimane comunque al 17esimo posto nella classifica nazionale. L'occupazione femminile ferma al 54,9% (minimi storici), negativo anche il Pil (-1,4%), ma migliora il saldo occupazionale

“Non dobbiamo creare allarmismo ma neanche fare del facile ottimismo”, avverte il presidente della provincia Massimo Trespidi presentando i dati sul mercato del lavoro per il 2013 nella sala giunta dell’ente di via Garibaldi, accompagnato da Elena Bensi - referente dell’osservatorio del mercato del lavoro - e Manuela Morini - dirigente del settore lavoro e formazione professionale della Provincia -.  “La crisi si protrae da cinque anni e i dati sono peggiori rispetto al 2012”, segnala Trespidi.

Rispetto al 2012, durante lo scorso anno si sono assunte 745 unità in meno (il 2,%): i settori più interessati dalla riduzione delle domande di lavoro sono stati l’alimentare (-16%), metalmeccanica (-14%), il manifatturiero (-13%), costruzioni (-7%). Unici segni positivi nelle aziende dei trasporti e magazzinaggio (+30%), lavoro domestico (+8), supporto alle imprese (+7%).  Il tasso di occupazione risulta perciò al 65,1%, portando Piacenza e il suo territorio al 17esimo posto nazionale. 2.203 sono i piacentini iscritti alle liste di mobilità e collocamento: alcuni di loro svolgono però lavori a tempo determinato e/o occasionali.

Solamente l’anno scorso sono state 6 milioni le ore di cassa integrazione, “interventi straordinari che spesso preannunciano espulsioni dal mondo del lavoro” – riflette il presidente. Di queste ore il 38% riguardava il solo settore metalmeccanico, coinvolto in ben 8 procedure di crisi aziendale che hanno sospeso l’attività lavorativa di 200 dipendenti (227 dipendenti sospesi anche nell’edilizia e 87 negli autotrasporti).

“Il tasso di disoccupazione giovanile è sì salito al 30,4% - spiega Elena Bensi -, ma non possiamo dire che tutti questi ragazzi siano in cerca di lavoro. Molti sono impegnati nello studio senza cercare lavoro, il territorio ha infatti livelli altissimi di scolarizzazione. Comunque a livello nazionale il dato è superiore al 40%. Non bisogna creare allarmismo su questo”. Non solo piacentini tra i disoccupati: a fronte di 5400 italiani disoccupati, 2.800 sono residenti di cittadinanza straniera (in prevalenza Romania, Albania, Marocco, Ucraina ed Ecuador).

Preoccupante il dato di occupazione femminile, fermo al 54,9% (contro i 56,2% dell’anno precedente). “È un trend storico del nostro territorio e la crisi ha accentuato questo dato, siamo infatti nella parte bassa della graduatoria nazionale – sottolinea Trespidi -. Tre settori prevalentemente femminili come la pubblica amministrazione, la scuola e il commercio non assumono più”. Qualche dato è incoraggiante, il Pil per il 2014 è previsto che aumenti del 1%, mentre il saldo occupazionale (differenza tra avviamenti e cessazioni), seppur negativo, è migliorato in confronto al 2012 (-872 contro i -1.849 dell’anno prima). “Ci troviamo in una delle fasi più acute della crisi – avverte Trespidi -. È necessario rinforzare il gioco di squadra sul territorio: il «Sistema Piacenza» va irrobustito. Come Provincia ci siamo impegnati: 650 mila euro sono stati stanziati nel 2013. Di questi 200mila per i lavoratori a rischio di espulsione dal mercato del lavoro, 250mila per la disoccupazione giovanile, 50mila per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile e femminile e 50mila per Agrifidi, per abbattere i tassi d’interesse per le aziende agricole”. Domani in consiglio provinciale – uno degli ultimi della sua amministrazione -, il presidente presenterà altri interventi sul tema del lavoro.

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