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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Rottofreno

«Mercatone Uno, non tutto è perduto. Ecco il piano per rilanciarlo»

Il Mercatone Uno è finito sul tavolo del ministro del Lavoro e delle politiche sociali (Mise), Luigi Di Maio che ha incontrato sindacati, rappresentanti istituzionali e l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi. Presente anche il piacentino Pino De Rosa (Ugl Terziario)

Il Mercatone Uno è finito sul tavolo del ministro del Lavoro e delle politiche sociali (Mise), Luigi Di Maio. «E’ stata una lunga discussione che ha messo tanta carne al fuoco e abbiamo trovato molti punti di convergenza con il ministero per tutelare in primis i 1.800 lavoratori dei 55 negozi in Italia, tra cui quelli piacentini» ha commentato Pino De Rosa, segretario regionale Ugl Terziario che ha seguito il segretario nazionale Ugl Terziario, Luca Marcotti. Al tavolo anche Cgil, Cisl e Uil, rappresentanti istituzionali e l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi.

I PRIMI PASSI Di Maio, «concreto e attento», ha chiesto di retrocedere all’amministrazione straordinaria il gruppo della Shernon Holding, la società dichiarata fallita dal Tribunale di Milano. L’azienda è risultata non solo fallita, ma anche inottemperante alle condizioni di acquisto quando era in amministrazione straordinaria. «Ora l’amministratore straordinario e il Mise chiederanno la retrocessione all’amministrazione straordinaria con i tre commissari. Sempre che il Tribunale di Milano dia l’ok». Il ministro si sarebbe già attivato e si «è augurato che il Tribunale dia una risposta entro la fine della settimana, dopo che il curatore fallimentare si è detto disponibile»

CASSA INTEGRAZIONE Quando si sarà tornati alla situazione di amministrazione straordinaria «partiranno gli ammortizzatori sociali, cioè la cassa integrazione straordinaria» ha spiegato De Rosa. I sindacati hanno chiesto di cercare di far retrodatare la cassa al giorno più vicino al sabato (quando i lavoratori scoprirono da un messaggio di Whatsapp di aver perso il posto). «Poiché l’azienda retrocede - un passaggio che vanifica tutti gli atti precedenti, compreso l’accordo sindacale per la riduzione di orario di alcuni dipendenti - il sindacato chiede il ritorno a full time e alla contestuale cassa integrazione come full time» ha scandito De Rosa. Il ministero si è riservato la decisione. L’Ugl, ha incalzato De Rosa, «si è posto il problema di chi era stato licenziato dai negozi che non sono passati ad alcuna azienda (come quello di Fiorenzuola). L’Ugl ha chiesto di ricomprendere anche loro».

NUOVI ACQUIRENTI Un altro aspetto per la soluzione di questa crisi consiste nel trovare nuovi soggetti e preparare nuovi bandi gara. L’obiettivo è di vendere l’azienda intera, ma i sindacati sono disposti ad accettare anche la vendita di alcune parti. C’è, poi, la protezione dei creditori, cioè dei fornitori (che vantano circa 200 milioni di euro) e dell’indotto che coinvolge 10mila persone, e dei clienti. I fornitori si sono riuniti in un comitato: il Mise sta esaminando con loro la possibilità di una gestione dell’azienda.

«Il ministro - ha concluso De Rosa - si è preoccupato dei clienti. Ristorarli significa mantenere il buon nome dell’azienda e non farle avere una brutta immagine sul mercato. Il 30 maggio, infine, ci sarà un tavolo tecnico a cui siederanno creditori e fornitori».

In conclusione si è parlato del Tfr, che dovrebbe essere pagato con il Fondo di garanzia, e di due problemi fondamentali che restano aperti: reperire le risorse per il rilancio, attraverso un investitore, e sapere quanti negozi riusciranno a riaprire.

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