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Economia

«Mezzi omologati secondo la Mother Regulation ingiustamente sequestrati»

Confagricoltura Piacenza: «No ad atteggiamenti che danneggiano le imprese»

Il Regolamento Europeo 167/2013 - o Mother Regulation MR – riferito all’omologazione dei mezzi è un tema per addetti ai lavori, ma le implicazioni pratiche stanno creando non pochi problemi ad agricoltori e contoterzisti così Confagricoltura Piacenza ed Anga, l’associazione dei giovani di Confagricoltura, hanno dedicato all’argomento il seminario di martedì 11 febbraio all’Università Cattolica. La relazione di Lorenzo Iuliano funzionario di FederUnacoma ha posto in rilievo le differenze con la precedente omologazione nazionale e condiviso griglie per poter classificare mezzi e attrezzature. Ma il punto critico della questione è la gerarchia delle fonti.  «Come associazione di costruttori stiamo cercando di fare chiarezza – ha detto Iuliano - e una prossima circolare ministeriale dovrebbe chiarire che se si parla di aspetti costruttivi del veicolo (legati all’omologazione) il regolamento europeo è sovraordinato al codice della strada. Per quanto riguarda la circolazione, invece, l’omologazione comunitaria non c’entra. Nel codice della strada non ci sono indicazioni di carattere comportamentale per chi supera le 44 tonnellate con il complesso Trattrice Agricola più Rimorchio Agricolo, quindi la circolazione con mezzi omologati secondo la Mother Regulation non ha problematiche perché nessun articolo del codice della strada pone limiti in tal senso». La considerazione, come ci si aspettava, ha rincuorato diversi presenti che hanno portato la personale esperienza di sequestro dei mezzi con sospensione di patente per aver condotto su strada mezzi muovi, e pesanti, omologati MR.

«E’ un contraddittorio su cui il Ministero, auspichiamo, metterà mano – ha sottolineato Iuliano che ha proseguito -  ci sono poi però anche aspetti per i quali c’è un vuoto normativo: la tassa d’usura, ad esempio, prevista per i veicoli industriali ma non per quelli agricoli, oggi non può essere chiesta per quest’ultimi, anche se l’orientamento è quello di assimilare le due categorie». Al dibattito, in programma dopo la relazione, sono intervenuti il dirigente del Servizio Viabilità dell’Amministrazione Provinciale di Piacenza - Davide Marenghi e il responsabile dell’Ufficio della Motorizzazione Civile di Piacenza - Pietro Mazzari che ha anche portato i saluti del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli. Entrambi a più riprese hanno mostrato ampia disponibilità a risolvere in concreto alcune criticità su cui i presenti in sala hanno posto l’attenzione. Partecipanti al dibattito anche alcuni funzionari dell’Anas, il direttore di Apima Massimo Modenesi e Francesca Sormani dell’U.O. Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’Azienda USL Piacenza. Al di là dei risvolti autorizzativi, un aspetto ha catalizzato la preoccupazione di tutti: i manufatti stradali non sono mai stati testati per mezzi così pesanti come quelli in circolazione oggi, per cui nessuno è in grado di garantirne l’effettiva tenuta. L’iniziativa, che è stata aperta dai saluti del presidente dei giovani di Anga - Corrado Peratici e brillantemente moderata da Giulio Bracchi, segretario di Zona di Piacenza, ha visto le conclusioni del presidente di Confagricoltura Piacenza - Filippo Gasparini.

«Sono arrabbiato col mio Paese – ha detto Gasparini - per il contenitore in cui mi ha messo: l’Europa, che predica eguaglianze e poi basta andare a Lodi per avere letture diverse della stessa norma. Noi rappresentiamo il liberismo che ha portato l’Italia a essere la sesta potenza del mondo e se oggi non è più così è colpa del regolismo. Ho la chiara sensazione che ci sia un pregiudizio nei confronti di chi investe e produce. Vi siete chiesti come fa il mondo primario a fronteggiare la globalizzazione e la grandissima concorrenza? Da un lato lavorando 20 ore al giorno, dall’altro mettendo in campo tutta la tecnologia possibile, di cui la meccanizzazione è un asset fondamentale. Non mi risultano stalle che crollano e macchine che si disintegrano. Se la metà delle risorse per controlli inutili sulle aziende fosse destinata alla sicurezza di viadotti e manufatti pubblici non cadrebbero a pezzi. Questo Paese punisce chi lavora e dona troppo al voluttuario e a questo consumatore che panteisticamente è diventato il dio per fondare partiti.  Non siamo una manica di sovversivi. La deriva verso la quale stiamo andando non la stabilisce Gasparini. Viene giù un ponte e si dà il reddito di cittadinanza a dei 40enni e poi magari si sequestra il mezzo a chi lavora 20 ore al giorno e di anni ne ha 80. Aggiungo che se c’è una speranza di trattenere i giovani nel nostro settore è grazie all’efficienza di queste macchine ergonomiche e moderne. Il tavolo di oggi è importantissimo. Spero che questa giornata sia l’inizio di una percorso comune. Ai soci dico che, in generale, tocca a noi fermare il declino di questo Paese, sebbene sia una scelta che costa sacrifici».

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