«Ricerca della qualità e nuove tecnologie le armi vincenti nel settore agroalimentare»

“La caduta si è arrestata, ma questo non vuol dire che riprenderanno i consumi, anzi la crescita, per i prossimi tre anni sarà lentissima e favorirà solo quelli che sanno esportare, perché i mercati interni sono saturi”. Alberto Bauli Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’omonima azienda dolciaria “da ricorrenza”, ovvero Pasqua e Natale ma non solo, è stato ospite stamattina di Confindustria Piacenza, nel tradizionale incontro prenatalizio "conversazione con…".

Presentato dal Presidente Emilio Bolzoni (per Expo 2015 massima energia di tutta la comunità piacentina), l’intervento di Bauli (nato a Verona nel 1940, si è laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Padova. Dopo la laurea, è entrato a lavorare nell’azienda di famiglia leader nei prodotti da ricorrenza. Occupa circa 1200 persone ed un migliaio di stagionali durante le campagne pasquali e natalizie. Negli  ultimi anni l’azienda ha raddoppiato la propria dimensione acquisendo marchi di grande rilievo quali Doria, Motta, Alemagna, Tartufone e Bistefani. Opera in 5 siti produttivi: Castel d’Azzano e S. Martino Buon Albergo entrambi in provincia di Verona,  Romanengo (CR),  Orsago (TV) e Villanova), è stato preceduto da un filmato dove viene presentata la storia dell’azienda fondata da Ruggero Bauli nel 1922 a Verona, dove si evidenzia la diversificazione produttiva , la ricerca costante dell’eccellenza qualitativa, unita all’impiega di una modernissima tecnologia.

“Le quote di mercato- ha sottolineato Bauli- non sono ulteriormente espandibili ed anche la G.D.O non ama un leader assoluto che possa imporre i prezzi. Nelle aziende le spese fisse con sono comprimibili, per cui bisogna crescere nei volumi. Nell’attività industriale occorre coerenza e seguire un assioma: più qualità ad un minor costo. E quando si acquisisce, bisogna farlo a ragion veduta, con adeguate proiezioni, con economie di scala per portare in positivo le aziende annesse, con opportune ristrutturazioni e sinergie riorganizzate. La maggior parte delle imprese alimentari - ha detto Bauli- sono familiari. Derivano quasi tutte da un’attività artigiana e quindi sono sempre state restie ad assumersi rischi per crescere”.

Parlando della stretta creditizia, l’industriale veronese ha sostenuto che la colpa non è delle banche (lui stesso siede nel consiglio di amministrazione di un paio) che hanno obblighi vincolanti antinflazione dalla BCE e norme cogenti sul capitale. Per quanto riguarda i passaggi generazionali ha detto che è sempre opportuno tenere la famiglia distinta dall’azienda, con controlli di gestione accurati;quindi si delega. Ed ha escluso che il suo gruppo, per ora, possa quotarsi in Borsa.

Un consiglio quindi, alle nuove generazioni di industriali che prenderanno in mano realtà importanti per l’intera Italia: "Svolgere attività nel settore alimentare è molto gratificante; si inizia adagio, ma se si lavora con acume, si rischia meno e si ottengono soddisfazioni”.

La vera rivoluzione secondo Bauli è legata all’applicazione delle nuove tecnologie al sistema produttivo, ed ha infatti portato l’esempio dell’utilizzo di Skipe per la gestione di situazioni, anche complesse, in uno stabilimento avviato in India a Calcutta (croissant).

“Sul mercato estero- ha precisato- abbiamo straordinarie potenzialità ma occorre sapersi adattare alle culture ed ai gusti alimentari ed è essenziale reperire una rete distributiva e questo è ancora più difficoltoso che impiantare una fabbrica, perché prodotti come i nostri non si possono trasferire a lunghissime distanze”.