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Economia

Ristorazione collettiva, il 5 febbraio lo sciopero per il rinnovo contrattuale

Elisa Barbieri (Cgil), Michele Vaghini (Cisl) e Vincenzo Guerriero (Uil) saranno presenti insieme ad un gruppo di lavoratrici e lavoratori delle mense piacentine a Bologna, dove si terrà la manifestazione di tutte le città dell'Emilia Romagna

«A 32 mesi dalla scadenza del contratto nazionale del turismo (parte speciale ristorazione collettiva) - si legge in una nota di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil - le lavoratrici e i lavoratori del settore, più di 50mila sul territorio nazionale, sono ancora in attesa del rinnovo del contratto». 

Per questo motivo le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno proclamato sciopero nazionale per venerdì 5 febbraio 2016.
«Fin dall'avvio delle trattative per il rinnovo del contratto, il settore della ristorazione collettiva ha scontato grande difficoltà a causa della divisione delle compagini datoriali – spiegano in una nota i sindacati confederali di categoria - Nonostante questo abbiamo affrontato con grande senso di responsabilità la difficile trattativa con tutti gli interlocutori. Alla fine, anche se divise tra loro, le controparti hanno avanzato tutte le medesime richieste».
«Si tratta di una revisione, in peggio, della clausola sociale nei cambi d'appalto - continua la nota di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil - e del respingimento della richiesta delle organizzazioni sindacali affinché il passaggio del lavoratore non sia vincolato alle norme di un contratto a tutele crescenti.
Restrizioni anche sul pagamento della malattia - solo per i primi tre eventi all'anno. Concludono il quadro la richiesta dell'utilizzo dei permessi da parte aziendale per far fronte a periodi di minore attività e aumenti della retribuzione definiti “irrisori”, senza nessun riconoscimento di arretrati per 32 mesi di ritardo nel rinnovo».
Anche a Piacenza venerdì Filcams, Fisascat e Uiltucs manifesteranno il loro disappunto per lo stato della trattativa: Elisa Barbieri (Cgil), Michele Vaghini (Cisl) e Vincenzo Guerriero (Uil) saranno presenti insieme a un gruppo di lavoratrici e lavoratori delle mense piacentine a Bologna, dove si terrà la manifestazione di tutte le città dell'Emilia Romagna.
«I lavoratori di questo settore - spiegano Filcams, Fisascat e Uiltucs - svolgono attività importantissime per la collettività: asili nido, scuole, ospedali, case di riposo. Dipendenti con grandi responsabilità e senza la giusta considerazione e retribuzione. Se escludiamo figure più specializzate come i cuochi che svolgono poche ore settimanali (quasi sempre non per scelta ), e ricevono retribuzioni medie di 400-450 euro – spiegano i confederali - È bene infatti ricordare che in questo settore il part-time spesso non è una scelta sia per il tipo di lavoro (concentrazione dell'attività in poche ore) che per i tagli che negli ultimi anni hanno investito quasi tutte le attività in appalto, a Piacenza sopratutto quelle di committenti privati».
«Gli addetti impiegati in mense scolastiche con un contratto di lavoro part-time verticale con sospensione - conclude la nota - non percepiscono alcuna retribuzione per il periodo estivo. Di tutte quelle che sono le richieste datoriali riteniamo che la più grave di tutte sia l'indebolimento della clausola sociale in quanto significherebbe rendere i lavoratori del settore totalmente precari in balia della volontà delle singole aziende; ciò combinato con gli effetti del Jobs Act porterebbe effetti devastanti sul settore creando un esercito di precari. Ci auguriamo che questa nuova giornata di sciopero e di mobilitazione porti le controparti a rivedere le proprie posizioni e a comprendere che la crisi non può essere nuovamente scaricata sulle lavoratrici e i lavoratori».

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