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Economia

Splog risponde alle accuse del Si Cobas e rilancia: «Atteggiamento costantemente minaccioso»

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la replica della Società Splog al sindacato Si Cobas: «Il comunicato del sindacato contiene una serie di inesattezze che ci obbligano a rispondere con una serie di precisazioni. 

Splog è subentrata nell’appalto dell’impianto Traconf a Piacenza, dal 1 settembre 2018. La nostra policy è stata quella di confermare le richieste dei nostri lavoratori. Questo per non creare frizioni e creare, sin da subito, un clima ambientale favorevole, contraddistinto da una forte sindacalizzazione e rivendicazioni stratificate durante gli anni della vita dell’impianto. Nell’articolo ci viene imputato addirittura di rifiutare il pagamento degli assegni familiari e delle relative detrazioni. Possiamo affermare con tutta la determinazione possibile che è una dichiarazione del tutto falsa. La verità è che stiamo parlando di pochi casi. Per ognuno di essi la motivazione è data dalla incompleta o errata documentazione a noi pervenutaci relativa alla situazione familiare delle persone coinvolte. E’ facilmente documentabile, caso per caso, tutte le situazioni di volta in volta risolte che hanno tutte avuto la motivazione sopra espressa. Teniamo a precisare, per completare l’informazione su questo tema, che una volta compilati correttamente i modelli e consegnata la semplice documentazione a corredo, Splog ha erogato le spettanze (incluso gli arretrati) direttamente sulla busta paga del mese successivo.

Prendiamo spunto della possibilità offertaci dalla pubblicazione di questo nostro articolo, per chiarire (una volta di più), quello che abbiamo a più riprese spiegato. Sulla base della legislazione vigente, le detrazioni dei mesi arretrati relative a figli o coniugi a carico, possono essere recuperate solo tramite dichiarazione dei redditi e quindi non liquidabili in busta paga. Invece le altre detrazioni quali per lavoro dipendente vengono erogate all’interno della busta paga. Elemento che abbiamo e stiamo facendo. Vengono imputati a Splog atteggiamenti persecutori verso i lavoratori all’interno dell’impianto, addirittura obbligando gli addetti a chiedere il permesso per andare in bagno. Respingiamo totalmente queste accuse in quanto del tutto infondate. E’ facilmente documentabile che ogni nostro richiamo è dettato fondamentalmente da motivazioni afferenti ad atteggiamento non consono all’interno dell’impianto (es. fumare all’interno dei locali di servizio, mangiare all’interno delle corsie, danneggiare elementi quali termoconvettori, incuria grave nel trattamento della merce, non sporcare le pareti con le suola delle scarpe o per mezzo di scritte, ecc.) La reticenza a tali richiami, obbliga Splog a redigere l’infrazione per mezzo di contestazioni disciplinari.

Dobbiamo inoltre chiarire l’aspetto delle interruzioni dal lavoro all’interno della giornata. La conciliazione giornaliera tra il flusso delle attività operative e le esigenze dei lavoratori è regolamentata attraverso: 2 pause di 10 minuti ciascuna (riconosciute in busta paga), una al mattino e una al pomeriggio; la pausa per il pranzo. E’ chiaro che se un lavoratore ha l’esigenza di fermarsi da parte del lavoratore è al di fuori di tali elementi, debba informare il proprio capo reparto. Al di là della ovvia motivazione organizzativa della attività in svolgimento, tale esigenza di sapere dove si trova il lavoratore se non presente all’interno del proprio reparto, è anche dettata da motivi di sicurezza del lavoro (es. in caso di scoppio di un incendio).

Ritenendo di aver risposto ad ogni punto sollevato dall’articolo dei Si Cobas apparso su questo giornale, si si può ora arrivare ad alcune semplici conclusioni. Dall’inizio del nostro appalto, il sindacato Si Cobas ha adottato un atteggiamento costantemente minaccioso volto non a migliorare l’ambiente lavorativo, bensì a trovare addirittura inventandosi elementi di scontro. Addirittura permeato da rivalse e minacce (come riportate nell’articolo).Splog è qui per fare altro. E' qui per conservare questo appalto che significa conservare il lavoro per ogni suo dipendente, sia esso iscritto a quello o altro sindacato. E’ nostra policy  essere continuamente in ascolto a proposte migliorative sia nelle operazioni sia nelle condizioni nelle quali esse sono svolte. E’ altrettanta policy Splog, di non essere trascinata in dispute senza alcun valore aggiunto, o di sottostare a qualsiasi tentativo di costrizione. Vogliamo quindi chiudere questo nostro scritto, senza nessuna acredine ma con una ulteriore richiesta al dialogo costruttivo, dettato dal normale buon senso. Siamo qui per lavorare bene e in sicurezza e con la soddisfazione di tutti gli attori coinvolti (l’azienda, i propri dipendenti, il nostro cliente). Non compete a noi rispondere ai richiami fatti sul nostro cliente Traconf: a accordi nazionali stipulati, a rischi di agitazioni su ogni loro impianto, ecc. A nostro giudizio provano in modo inequivocabile l’atteggiamento di cui sopra abbiamo fatto cenno, e rimandiamo ai lettori ogni giudizio. 

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