Un primo scorcio dell’anno “faticoso” per l’economia piacentina
I cali maggiori sono invece ascrivibili alle costruzioni (-249 unità), al commercio (-190 unità), all'agricoltura (-174 unità) e al manifatturiero (-93 unità). Se poi si guarda al maggio 2011 le imprese scomparse sono un migliaio circa
In occasione della Giornata nazionale dell’economia è possibile passare in rassegna alcuni dei risultati economici provinciali dei primi mesi del 2013. Il quadro che ne esce è ancora permeato da una prospettiva non ottimistica. Le imprese attive a fine maggio sono calate rispetto al mese di maggio del 2012 di 781 unità, attestandosi a 27.851 soggetti. Quasi tutti i settori accusano un calo di consistenza, solo cinque restano in attivo: si tratta in tre casi di settori di nicchia (fornitura di energia, fornitura di acqua e gestione rifiuti, istruzione) e poi delle attività di alloggio e ristorazione (+1,5%) e di quelle immobiliari (+1%).
I cali maggiori sono invece ascrivibili alle costruzioni (-249 unità), al commercio (-190 unità), all’agricoltura (-174 unità) e al manifatturiero (-93 unità). Se poi si guarda al maggio 2011 le imprese scomparse sono un migliaio circa.
Le imprese registrate sono a loro volta scese a 30.932 unità e, al loro interno, sono aumentate società di capitali e altre forme giuridiche a scapito di società di persone e ditte individuali. Le iscrizioni nei primi 5 mesi dell’anno sono state 807 ma le cessazioni hanno raggiunto quota 1.132. Anche nelle province vicine la differenza tra iscrizioni e cessazioni ha segno negativo, determinando uniformemente un tasso di crescita inferiore allo zero.
La dinamica delle imprese attive nel triennio 2011/2013 (mese di maggio)
I fallimenti dichiarati a Piacenza nei primi 5 mesi del 2013 sono 25, 9 nel commercio e 7 nelle attività manifatturiere, 3 nelle costruzioni ed i restanti in misura unitaria in altri settori di attività. Nello stesso periodo del 2012 il numero si era fermato a 13.
Per quanto invece riguarda l’import-export, i dati del primo trimestre –confrontati al primo trimestre 2012- segnalano una tenuta dell’export (+0,2%) a fronte di un calo dell’import di 4 punti percentuali.
Sorprende però constatare come la seconda voce del paniere dell’export piacentino sia diventato il settore dei prodotti tessili e dell’abbigliamento. E’ probabile che il risultato sia influenzato dalle attività del polo logistico.
Per contro la voce di punta del nostro manifatturiero, quella dei macchinari, si è fermata ad un valore di 205,741 milioni, il 17% in meno del primo trimestre 2012. Segno meno anche per il comparto dei metalli e dei prodotti in metallo (-5,7%) così come per i mezzi di trasporto (-25,6%). Appare invece in crescita la vendita all’estero di articoli in gomma e materie plastiche (+10,4%). Il calo non ha risparmiato neppure i prodotti alimentari: il confronto tra i due trimestri segna un -16,8%.
Importazioni ed Esportazioni per Aree di destinazione e provenienza(valori in euro)
Osservando la distribuzione geografica delle esportazioni piacentine si nota che il calo ha riguardato le vendite in Asia (ed in particolar modo in Asia orientale) ed Africa, sostanzialmente stabili i rapporti commerciali con l’Europa, in aumento quelli con l’America.
Valore delle importazioni e delle esportazioni, Piacenza e confronti territoriali
Il confronto con province limitrofe segnala una situazione abbastanza generalizzata di riduzione delle importazioni – conseguente probabilmente ad una riduzione del portafoglio ordini aziendale – ed una variazione contenuta, in aumento o diminuzione, delle esportazioni.