Uso agronomico dei reflui zootecnici: in aggiornamento il regolamento regionale
Elena Ferrari (Confagricoltura): il digestato penalizzato dal DM di febbraio
È in fase di aggiornamento il Regolamento Regionale in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue derivanti da aziende agricole e piccole aziende agro alimentari. La nuova normativa regionale è frutto di un lungo percorso di confronto istituzionale, ciononostante presenta ancora alcune criticità preoccupanti per il mondo allevatoriale. “La proposta di aggiornamento del regolamento che disciplina, a livello regionale, l’applicazione della direttiva nitrati è stata presentata qualche giorno fa e sono previsti due mesi entro i quali far pervenire ulteriori osservazioni – spiega Elena Ferrari, presidente della Sezione di Prodotto Lattiero-Casearia di Confagricoltura Piacenza – che non mancheremo di produrre. Sono da apprezzare alcuni aspetti positivi, come la maggiore flessibilitá nel fissare i periodi di divieto delle distribuzioni. Nelle zone vulnerabili ai nitrati la sospensiva di 90 giorni ne prevede 62 continuativi tra il 1° dicembre. e il 31 gennaio, mentre i restanti 28 saranno definiti in funzione dell’andamento meteorologico nei mesi di novembre e fino al 21 marzo”. La proposta valorizza una possibilità contemplata dal Decreto Ministeriale 25 febbraio 2016 “Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, nonché per la produzione e l'utilizzazione agronomica del digestato”. “Il DM di febbraio - precisa Ferrari – prevedendo finalmente l’estensione dell’ambito di applicazione all’utilizzazione agronomica del digestato ha, tuttavia, introdotto un distinguo penalizzante e ingiusto tra letame e digestato impedendo di impilare a bordo campo il separato solido in uscita dai digestori (consentito invece per il letame e la pollina), il che è assurdo – spiega Ferrari - perché è la parte liquida dei reflui a comportare il rischio di dilavamento dei nitrati e ad essere maggiormente odorigena, ma, tant’è, non è in sede di revisione del regolamento regionale che possiamo agire”. Della normativa in fase di discussione preoccupa non poco un aspetto negativo che riguarda gli impianti di biogas. “E’ stato proposto – spiega Ferrari -di effettuare un’analisi annuale della frazione liquida (per gli impianti già entrati in vigore, prima del periodo di liquamazione mentre per gli impianti non ancora produttivi, prima della sottoscrizione del Pua). La frazione liquida del digestato agrozootecnico dovrà presentare valori massimi al di sotto di determinate soglie di contenuto di sostanza organica, fosforo totale, azoto totale, e salmonella (quest’ultimo deve essere assente in 25 grammi). Se i valori dovessero essere fuori soglia per tutti i parametri il digestato sarebbe classificato come rifiuto e come tale dovrebbe essere smaltito. Le aziende, ad oggi, non sono pronte per gestire questa evenienza: servirebbero vasche di stoccaggio supplementari. Auspichiamo che si individui una soluzione sostenibile e condivisa – sottolinea Ferrari- perché ancora una volta si chiedono garanzie sproporzionate rispetto al rischio. La proposta di regolamento prevede, in aggiunta, anche prelievi a campione in campo per il rilievo dei valori di rame, zinco, fosforo assimilabile e sodio scambiabile con il divieto di spandimento sui terreni se almeno il fosforo non rispetta i parametri. Questi due aggravi normativi – conclude Ferrari – rischiano, così impostati, di tramutare in un peso la gestione agronomica dei reflui, da sempre considerata valore aggiunto e fonte di fondamentale apporto di sostanza organica ai terreni”.
AGRICOLTURA STRATEGICA PER PRESERVARE L’AMBIENTE
Parmigiani (Confagricoltura): tutela ambientale e attività agricola sono simbiotiche non in opposizione
“L’attività agricola ha un ruolo strategico dal punto di vista ambientale e della gestione del territorio”. Lo ha sottolineato la componente di giunta di Confagricoltura, l’allevatrice piacentina Giovanna Parmigiani, intervenendo il 24 maggio a Roma al convegno di Federparchi ‘Verso la carta europea dell’agricoltura per le aree protette’. “Guardiamo con interesse alla ‘Carta europea per l’agricoltura nelle aree protette’ che si sta definendo a livello europeo, con il supporto di Europarc - ha osservato la rappresentante di Confagricoltura -. Tra i suoi obiettivi strategici dovrà avere pure quello di incentivare e sostenere le attività agricole che tutelano l’identità dei territori. Bisogna evitare che le aree naturali, soprattutto in collina e montagna, diventino aree di abbandono e di degrado per mancanza di redditività e di servizi alla persona – ha spiegato Parmigiani - e occorre prevedere la possibilità che si sviluppi e cresca l’agricoltura anche all’interno delle aree protette, non limitandosi al solo biologico; dando anche un ruolo fondamentale all’agriturismo, alle agroenergie, alla fornitura di servizi eco sistemici, alla manutenzione del territorio; consapevoli che l’agroecosistema non può prescindere dalla sostenibilità economica delle imprese agricole che governano il territorio. E’ fondamentale una presa di coscienza da parte di stakeholders e legislatori affinché si prenda atto che tutela ambientale ed attività agricola sono simbiotiche e non in opposizione”. “Quanto alle problematiche ambientali – ha poi spiegato Parmigiani - c’è preoccupazione in Italia per le scelte che il Parlamento Europeo e il Consiglio dei Ministri UE potrebbero assumere prossimamente nel quadro della strategia Clima-Energia 2030”. Agrinsieme - il Coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - ha da tempo concentrato la propria attenzione sulle possibili conseguenze delle due proposte di regolamento della Commissione Europea relative all’obbligo di riduzione annuale delle emissioni di gas a effetto serra (ESR) e all’inclusione delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura (LULUCF) nella strategia. In vista del voto sui due dossier, Agrinsieme ha inviato una lettera ai componenti della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo evidenziando la necessità che le azioni per il contrasto al cambiamento climatico non minaccino il mantenimento di adeguati livelli produttivi e che le politiche di riduzione dei gas serra possano coniugarsi con quelle di sviluppo agricolo e forestale. “L’agricoltura europea – ha sottolineato la rappresentante di Confagricoltura - ha già raggiunto un importante traguardo riducendo del 24% le proprie emissioni rispetto al 1990; per conteggiare correttamente il contributo dell’agricoltura alla riduzione dei gas serra è necessario riconoscere pienamente anche la capacità di assorbimento di CO2 dei terreni agricoli e dei pascoli. La proposta LULUCF presentata dalla Commissione UE, inoltre, limita significativamente il contributo della selvicoltura all’attuazione della strategia Clima-energia al 2030, non considerando il ruolo che le foreste svolgono nella bioeconomia, il peso che hanno nell’economia circolare e la necessità della sostituzione del carbonio di origine biogenica a quello di origine fossile. In generale, la tutela ambientale – ha concluso la rappresentante di Confagricoltura – va realizzata in modo evolutivo e non statico, conciliando la conservazione ambientale con l’attività economica, indubbiamente esercitata con tutte le accortezze ed il rispetto della biodiversità. Le imprese agricole (più di 250 mila solo nei siti di Natura2000) sono le prime custodi dell’ambiente”.