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Economia

Vendemmia, le premesse sono buone: uve bianche abbondanti, rosse un po’ scarse

La previsione produttiva prudenziale in Italia segna un aumento medio del 15-20%, mentre i calcoli di Spagna e Francia hanno evidenziato una crescita rispettivamente del 20-25% e del 27%. La situazione nel Piacentino

Anche quest’anno non abbiamo seguito la controproducente “moda” di trattare della vendemmia quando non era ancora cominciata. E’ ovvio: i fattori meteorologici la condizionano in maniera determinante. Bastano precipitazioni un po’ abbondanti, un calo (o aumento) delle temperature, per influenzare qualità e tempi. Per questo cominciamo ad analizzarla solo ora, premettendo che, anche in questo momento, i giudizi sono del tutto prematuri.

Allo stato attuale, scongiurando condizioni climatiche avverse, le produzioni nei paesi europei a vocazione vitivinicola, promettono alti livelli in termini qualitativi e un notevole recupero in termini quantitativi, in netto aumento rispetto all’annata agraria 2017 che era stata fortemente compromessa da condizioni climatiche avverse. La previsione produttiva prudenziale in Italia segna un aumento medio del 15-20%, mentre i calcoli di Spagna e Francia hanno evidenziato una crescita rispettivamente del 20-25% e del 27%. In questi giorni i viticoltori stanno attentamente monitorando la situazione meteorologica, al fine di intercettare il momento migliore per procedere con la vendemmia delle varietà precoci che ha avuto inizio in questi giorni.

Ciò (doverosamente) premesso, possiamo attestare che a questo punto, raccolte solo le uve base spumante (chardonnay, pinot ecc) che nella provincia di Piacenza sono di quasi irrilevante quantità, si preannuncia una vendemmia buona per le uve bianche, sia in quantità (abbondante) che in qualità. Per le rosse le piogge primaverili hanno determinato una probabile riduzione delle produzioni, mentre per la qualità ogni giudizio è del tutto affrettato, anche se per tutte le tipologie, sia bianche che rosse, per ora la sanità è buona, con presenza scarsa di malattie crittogamiche (oidio, botrite, peronospora). Ma anche in questo caso la situazione varia nelle diverse zone perché dobbiamo ricordare, come ci ha precisato anche Dario Panelli responsabile vitivinicolo della Coldiretti di Piacenza, che la nostra viticoltura presenta caratteristiche pedoclimatiche diversificate; le nostre coltivazioni infatti, 5.500 ettari, sono tutte in collina ed in vallate assai diverse tra loro.

Lo scorso anno le produzioni medie, causa la siccità, erano state scarse e quindi nelle cantine sono rimaste pochissime giacenze. Questo dovrebbe favorire il mercato; le aspettative sono buone. «Ma i prezzi delle uve - commenta Davide Sacchi viticoltore a Carmiano - sono gli stessi da troppi anni, mentre i costi crescono, compresi quelli della burocrazia. Non a caso - ricorda - nella mia zona, molti viticoltori hanno “gettato la spugna” e sono pochi i giovani che proseguono l’attività. Per andare avanti- soggiunge- abbiamo dovuto integrare con l’attività agrituristica e, soprattutto, con la vendita diretta. Per ora non mi sento di dare giudizi sulla vendemmia. Agli inizi di settembre, iniziamo con malvasia ed ortrugo. L’escursione termica sicuramente favorirà aromi e profumi; vedremo settembre cosa ci riserva. Le premesse comunque per ora sono favorevoli».

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