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Goldoni e "Le baruffe chiozzotte", un grande classico al Teatro Municipale

Al Teatro Municipale mercoledì 23 e giovedì 24 gennaio 2019 il Teatro Stabile del Veneto presenta "Le baruffe chiozzotte" di Carlo Goldoni. Alle 12 di giovedì l'incontro della Compagnia con gli studenti del Liceo Respighi

Uno spettacolo corale, popolato da personaggi di un’umanità straordinaria. Un affresco di grande leggerezza e divertimento, anche se in filigrana si intravede la malinconia per il tempo che fugge.

Con “Le baruffe chiozzotte” di Carlo Goldoni, regia di Paolo Valerio, prodotto dal Teatro Stabile del Veneto, riprende al Teatro Municipale la programmazione della Stagione di Stagione di Prosa “Tre per Te” 2018/2019 proposta da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri di Piacenza, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Iren. Appuntamento mercoledì 23 e giovedì 24 gennaio alle ore 21.

In scena Luca Altavilla, Francesca Botti, Leonardo De Colle, Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Riccardo Gamba, Margherita Mannino, Michela Martini, Valerio Mazzucato, Giancarlo Previati, Vincenzo Tosetto, Anna Tringali, Francesco Wolf. La consulenza storico drammaturgica è di Piermario Vescovo, i movimenti di scena di Monica Codena, le scene di Antonio Panzuto, i costumi di Stefano Nicolao, le musiche di Antonio Di Pofi e le luci di Enrico Berardi.

Giovedì 24 gennaio alle ore 12 al Liceo “Respighi” la compagnia del Teatro Stabile del Veneto in scena con “Le baruffe chiozzotte” incontra gli studenti. L’appuntamento è inserito nei progetti di “InFormazione Teatrale” realizzati con l’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita e sostenuti dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. A fare da moderatore nel dialogo tra i ragazzi delle classi che vedranno lo spettacolo al Municipale e gli attori sarà Nicola Cavallari.

«”Le Baruffe” - si legge nelle note del regista Paolo Valerio - sono l’ultimo testo di Goldoni, fatta eccezione del suo testo d’addio, Le ultime sere di Carnevale che scrive prima della sua faticosa partenza per Parigi. E infatti, in questo affresco di grande leggerezza e irresistibile divertimento, si intravede il colore della malinconia, la sensazione del tempo irresistibile che fugge. Le donne delle Baruffe sono in attesa, hanno una decisa urgenza, quella di non far passare un altro inverno senza essersi maritate. Poi gli uomini ripartiranno per mare, e torneranno, forse, presto o tardi a Chioggia. E per raggiungere questo scopo, l’anello e il matrimonio, le regole di Chioggia vanno rispettate, e le differenze di censo tra pescatori sono semplici ma chiare. Il mondo femminile, fatto di famiglie e relazioni, di lavoro al merletto e di sogni d’amore, di attesa e di vitalità, è il luogo della strada. Accanto, il canale, il mondo degli uomini del mare che tornano per ripartire».

«Uno spettacolo corale - prosegue il regista - dove l’idea di scenografia condivisa con Antonio Panzuto abolisce le sottili pareti delle case per andare oltre ed entrare ancora di più nelle anime dei personaggi. Lo spazio esterno è il luogo di ritrovo dei popolani, del commercio, il luogo delle promesse d’amore, delle gelosie e delle baruffe, il luogo neutro in cui il popolo può incontrare liberamente i rappresentanti della giustizia e l’unico in cui il lieto fine sia possibile. E sullo sfondo dei festeggiamenti per i tre matrimoni appena celebrati, il tempo scorre, il Cogitore è in partenza, come Goldoni è in partenza per Parigi, ricordando le donne di Chioggia e le loro Baruffe d’amore».

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