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Bobbio, la "gaita" asturiana di Hevia brilla al Festival irlandese

Una platea è stata incantata dalle straordinarie melodie asturiane di Hevia, "star" del primo appuntamento del Festival irlandese di Bobbio, con la gaita, cornamusa iberica "cugina" dello strumento irlandese. La recensione e le immagini

heviaUno spagnolo apre la festa irlandese di Bobbio. E' stata infatti l'esibizione acustica dell'asturiano Hevia a dare il via ad "Irlanda in musica", la manifestazione ideata dall'amministrazione comunale per mantenere saldo il legame tra il centro della Valtrebbia e l'isola di smeraldo, accomunate dalla venerazione per San Colombano. Anche le Asturie, regione d'origine del musicista vincitore di 15 dischi d'oro e 12 di platino, come peraltro molti territori europei, vantano appunto radici celtiche rintracciabili nel ricco patrimonio musicale locale di cui Hevia è interprete fedele e al tempo stesso innovatore.

LA GAITA - Ad affascinare il numeroso pubblico presente nella piazza dedicata al patrono, sono state soprattutto le sonorità della gaita, la cornamusa tipica asturiana cugina tanto di quella scozzese quanto della nostra piva appenninica, come ha ricordato il "gaitero". Sono due, per la precisione, gli aerofoni a sacco suonati da José Ángel Hevia Velasco: la gaita folk e la quella elettronica multitimbrica o "gaita MIDI", brevettata con due allievi per ampliare la gamma dei suoni fondendoli con quelli di altri strumenti. Con quest'ultima si è cimentato in due «sperimentazioni», così le ha definite egli stesso, di tanghi argentini, importati nella sua terra natia dagli emigranti che periodicamente facevano ritorno nelle Asturie. Dalla cornamusa è poi passato al flauto, accompagnato dalla sorella Maria José Hevia alle percussioni e da Josué Santos al piano.

IL CONCERTO - Famoso in tutto il mondo per il brano Busindre Reel che ha scaldato la platea di Bobbio, Hevia ha presentato una selezione di pezzi estratta dai vari album, tra cui El Toque, Vueltes o Naves, quest'ultimo un brano popolare di metà Novecento che viene proposto in occasione della festa di Sant'Anna e ballato da formazioni composte da 12 danzatrici e 2 danzatori. Ha fatto dunque anche da narratore, Hevia, che ha illustrato al pubblico le usanze delle Asturie e le sue melodie tipiche: il xiringuero, il pasucais (che accompagna le sfilate di cornamuse e tamburelli) o l'alborada («una melodia che i pastori suonavano di notte per tenere lontani i lupi: la gaita sarà anche efficace contro gli animali feroci, ma non ha alcun potere contro le zanzare», ha scherzato il musicista).

GLI ANEDDOTI - Gli aneddoti della sua vita di strumentista, fatta anche di esibizioni in fiere del bestiame oltre che di concerti in giro per il mondo, le descrizioni delle abitudini dei piccoli centri asturiani, raccontati in un buon italiano, hanno contribuito a calare ulteriormente i presenti in quel mondo sospeso tra il verde intenso dei monti Cantabrici e la spuma dell'oceano Atlantico. Pur avendo abituato i propri fan a show in cui le arie tradizionali della Spagna nordoccidentale si mescolano a ritmi e generi più moderni e mainstream, nella serata di ieri Hevia si è esibito in un concerto in linea con più morbide e raccolte atmosfere folk. In prima fila, hanno assistito alla performance anche il presidente della Provincia Massimo Trespidi e il vice Maurizio Parma.

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