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Castione, ecco il restauro della cappella della Madonna del Rosario nella chiesa di San Giovanni Battista

Domenica 8 maggio alle 16 la Soprintendenza belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza di concerto con la Parrocchia di Pontedellolio e con la Diocesi di Piacenza-Bobbio, presenta il restauro della cappella della Madonna del Rosario nella chiesa di S. Giovanni Battista a Castione di Pontedellolio

Domenica 8 maggio alle 16 la Soprintendenza belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza di concerto con la Parrocchia di Pontedellolio e con la Diocesi di Piacenza-Bobbio, presenta il restauro della cappella della Madonna del Rosario nella chiesa di S. Giovanni Battista a Castione di Pontedellolio.

Interverranno Anna Còccioli Mastroviti delegata del Soprintendente architetto Gian Carlo Borellini, il direttore dell’ufficio beni culturali della Diocesi di Piacenza-Bobbio architetto Manuel Ferrari, il parroco don Mauro Bianchi, il restauratore Dino Molinari.
La conoscenza e la tutela dei beni culturali sono attività strettamente correlate per la salvaguardia del nostro patrimonio. Il restauro della cappella della Madonna del Rosario, intervento necessario per la sua conservazione come spiega Dino Molinari, è stato occasione di studio fondamentale per la conoscenza del bene. L’antica chiesa di S. Giovanni Battista, il cui nucleo settecentesco è oggi connotato da una facciata neogotica costruita nel 1922 su progetto dell’architetto Camillo Guidotti, è stata teatro di una sfarzosa decorazione a fresco e a stucco nel primo Settecento.

Promotori, i parroci dell’epoca: Giovanni Battista Giri (1718-1749), Francesco Caneva (1749-1775) e Paolo Barbieri (1775-1813).
L’intervento di restauro, condotto da Dino Molinari sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza belle arti e paesaggio di Parma e Piacenza, concluso a marzo 2016, restituisce alla comunità di Ponte dell’Olio e al più vasto pubblico, la decorazione della cappella della Madonna del Rosario nella sua piena valenza storica e simbolica. Si tratta di un apparato pittorico di rilevante interesse, portato della felice collaborazione di un quadraturista, al quale si deve l’architettura dell’inganno dipinta sulle pareti della cappella, e di un figurista, che ha dipinto le singole scene dei Misteri del Rosario. La conclusione di questo impegnativo intervento di restauro, supportato da nuove ricerche e indagini di archivio, è altresì occasione per riscrivere la storia dell’edificio, ma, soprattutto, per contestualizzarla nel più ampio panorama dell’architettura e della decorazione del Settecento che a Piacenza, come è noto, ebbe stretti legami con la cultura architettonica e decorativa dello Stato di Milano.

Il restauro è stato dunque occasione per mettere sul tavolo di lavoro una serie di sollecitazioni e di spunti, di interrogativi e di confronti che possano costituire elementi e tasselli utili a chi riflette sulla storia e a chi opera su un monumento storico. Storia dell’architettura, storia dell’arte, storiografia, legislazione dei beni culturali: questi i cardini disciplinari entro cui si muove e si articola la ricerca. Del resto le numerose, recenti acquisizioni storiografiche e metodologiche ci obbligano a confrontarci con l’allargamento dei confini delle discipline storico-artistiche e con la maggiore specializzazione degli studi. Nuovi parametri di analisi entrano in gioco: la committenza, la personalità dell’architetto, la fortuna critica dell’opera tra i contemporanei. Se gli approcci filologici, stilistici, archeologici servono a capire il come, il quando, il chi di un’opera, costituiscono una base certa, la consapevolezza del fatto che una certa quantità di dati materiali - documenti, disegni, ecc.- sfugge alla nostra conoscenza, impone di allargare i termini della ricerca, chiedendo soccorso ad altre discipline: la storia economica, religiosa, politica, anche alla letteratura. La storia, lo ricordava Manfredo Tafuri, è un tessuto di linguaggi differenti in continua trasformazione, che richiede di essere riscritta alla luce delle condizioni del presente, in una dinamica vitale che la condanna a essere una forma di letteratura alla ricerca di una trama di principi metodologici, piuttosto che una disciplina scientifica fondata su un metodo sicuro.

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