Palazzo Ghizzoni Nasalli, Ensemble Symposium in concerto
In programma sabato 3 dicembre 2016 alle ore 21 presso Palazzo Ghizzoni Nasalli un concerto a cura dell'Ensemble Symposium, che accomoagnerà il pubblico in una serata musicale alla scoperta di quartetti d'archi di Campagnoli, Boccherini, Rossini, Sirmen.
L'ingresso è ad offerta ed il ricavato sarà destinato al progetto del gruppo, che è la ragione più profonda per cui sono nati. Se siete curiosi... leggette un po' cosa ci scrive Simone (Laghi), per spiegare i loro "perché".
"Ensemble Symposium nasce nel 2012 da un'idea ben precisa, quella di rivalutare il patrimonio musicale strumentale italiano, con particolare riferimento al repertorio per quartetto d'archi del '700. Il quartetto d'archi è storicamente considerato un genere musicale 'da camera', destinato ad essere eseguito in contesto privato nelle case e nei palazzi della nobiltà e della borghesia. Non era un genere riservato solo ai musiciti professionisti ma anche ai cosidetti 'dilettanti' o 'amatori', appassionati di musica che si riunivano per suonare per puro divertimento. Non a caso, il quartetto d'archi venne definito da Goethe come 'una conversazione tra quattro persone ragionevoli'.
I musicisti italiani sono sempre stati considerati all'avanguardia nel campo della musica, e tutti le corti ed i teatri d'Europa se li contendevano. I conservatori di Venezia e Napoli erano istituzioni di prim'ordine che richiamavano studenti da ogni parte d'Italia e dall'estero. L'Accademia Filarmonica di Bologna, sotto la guida di Padre Martini (1706-1784) divenne un centro culturale importantissimo: lo stesso giovane Mozart chiese di entrarne a far parte nel 1770. Di questa vastissima attività rimangono tracce ovunque: decine di migliaia di spartiti di opere, brani sacri, sonate, concerti e quartetti sono conservate in tutte le biblioteche d'Italia, d'Europa ed anche negli Stati Uniti.
Purtroppo, di molti questi compositori si sono perse le tracce, ma le loro musiche rimangono lì, ed aspettano di essere suonate e riscoperte. Uno spartito è come un libro di cucina: un libro di cucina contiene le istruzioni per fare una torta, ma di per sé non è per niente gradevole da sgranocchiare. Allo stesso modo uno spartito contiene le istruzioni necessarie per ricreare una melodia, ma è solo attraverso l'interpretazione dei musicisti che le note possono (ri)prendere vita. La musica, infatti, è un'arte performativa, e vive nel momento in cui viene eseguita: per questo ogni concerto è un'opera d'arte irripetibile.
Il nostro lavoro è proprio questo: entrare nelle biblioteche, recuperare gli spartiti, studiarli, analizzarli, suonarli e presentarli a chiunque li voglia ascoltare. A tutto ciò aggiungiamo la prassi esecutiva storica, ossia l'utilizzo di una tecnica, di strumenti (montati con corde di budello invece che di metallo) ed archi ispirati a quelli utilizzati nel '700. In questo modo rendiamo di nuovo viva questa musica, entriamo nelle storie dei compositori, li vediamo in azione durante i loro concerti, li seguiamo nei loro viaggi. Loro ci accompagnano nelle corti che hanno visitato, a suonare per ambasciatori e re. Ci fanno viaggiare nella storia, in un museo che esiste solo fino a quando viene suonata l'ultima nota.
Abbiamo iniziato riportando alla luce i Sei Quartetti per archi di Bartolomeo Campagnoli (1751-1827), violinista nato a Cento. Grazie al contributo del Comune di Cento, abbiamo ricostruito questo set di quartetti che esistono in un'unica copia completa al mondo, alla Staatsbibliothek di Berlino. Campagnoli studiò a Padova e a Firenze, per poi lavorare per quasi tutta la vita in Germania. Divenne membro dell'Accademia Reale di Svezia, e fu il violino principale dell'orchestra del Gewandhaus di Lipsia per diversi anni. Lo spartito dei quartetti di Campagnoli, prima di entrare a far parte della Staatsbibliothek di Berlino, si trovavano a Potsdam, nella biblioteca privata di Federico Guglielmo II di Prussia, che era appassionato di musica e suonava il violoncello. Il lavoro su Campagnoli ci ha portato nel 2015 a suonare in Germania, al Festival Berliner Tage für Alte Musik. Oltre ad aver registrato in prima mondiale queste musiche, abbiamo preparato anche un'edizione critica della partitura, che verrà stampata entro breve dalla casa editrice specializzata A-R Editions. Il nostro disco di Campagnoli è stato nominato 'Disco del Mese (gennaio 2015)' dal sito CdClassico.com.
In seguito abbiamo lavorato su musiche del violoncellista lucchese Luigi Boccherini (1743-1805). Boccherini visse per gran parte della sua vita in Spagna, presso la corte dell'Infante Don Luis. La Spagna purtroppo era nel '700 ai margini della vita musicale europea, ma nonostante ciò le composizioni di Boccherini erano conosciute e rinomate in tutto il continente, e ristampate a Parigi, Londra e Vienna. Boccherini venne anche insignito del titolo di "Compositor di Camera" di Federico Guglielmo II di Prussia, già nominato per i quartetti di Campagnoli: senza lasciare Madrid, Boccherini inviava regolarmente a Berlino le sue composizioni. Di Boccherini abbiamo registrato in prima mondiale i Sei Quartetti Op. 26, composizione definite "piccole" da Boccherini stesso per il fatto di essere composte da solo due movimenti, invece dei tre o quattro movimenti delle opere "grandi". Tuttavia, queste brevi composizioni sono dense di passione, slanci eroici e tenere cantilene, che si alternano in un continuo mutamento di stati d'animo. Questo disco è stato premiato come 'Click de Fevriér 2016' dal sito www.classiquenews.com ed ha ricevuto un punteggio di 9/10 sul sito Classics Today. In seguito al successo di questa produzione, abbiamo avviato una collaborazione con il Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini, che ci ha fornito la possibilità di utilizzare la loro nuova edizione critica dello Stabat Mater del violoncellista lucchese, un brano sacro per soprano (Francesca Boncompagni) e quintetto d'archi. Questo disco, pubblicato nel 2016, è stato recensito dalla rivista Amadeus con 5/5 stelle.
Questo è il nostro lavoro, questa è la nostra passione. È per noi un grande piacere condividerla con voi, in una cornice splendida come il Palazzo Ghizzoni Nasalli".