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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Voce del Cuore, alla Galleria Alberoni un concerto e una visita guidata speciale

La Voce del Cuore, un concerto benefico per finanziare l’attività di cantoterapia in Patologia neonatale. Domenica 25 marzo alle 17.30 presso la Galleria Alberoni. Alle 16.30 una visita guidata speciale

Domenica 25 marzo 2018 è in programma un pomeriggio culturale alla Galleria Alberoni tra arte, canto, cantoterapia e musica a sostegno della vita che nasce.

L’evento, intitolato LA VOCE DEL CUORE e promosso dall’Associazione l’InCanto di Nascere e dall’Opera Pia Alberoni, propone alle ore 17.30, nella splendida cornice della Sala degli Arazzi, uno speciale concerto, con ingresso a offerta.

Protagonista insieme al chitarrista Riccardo Ferranti e al pianista Francesco Novecento, sarà la cantante Anna Chiara Farneti, che ha ideato il Progetto di Cantoterapia e la metodologia denominata La voce del cuore, rivolta ai bambini prematuri e alle loro famiglie presso il reparto di Patologia Neonatale dell’Ospedale di Piacenza.

Anna Chiara Farneti, musicologa, cantante, insegnante di canto, cantoterapista e life-vocal coach mette il proprio talento musicale e la propria competenza a servizio dei neonati ricoverati presso l'Ospedale di Piacenza. Si tratta di una ricerca e di una sperimentazione unica al mondo i cui risultati dimostrano l’importante effetto benefico del canto per i bambini ricoverati.

Un concerto benefico

L’ingresso al concerto è a offerta. I fondi raccolti infatti sosterranno il progetto di cantoterapia rivolto ai bambini prematuri e alle loro famiglie, attivato presso il reparto di Patologia Neonatale dell’Ospedale di Piacenza, diretto dal Prof. Giacomo Biasucci.

Per chi non potesse essere presente ma desiderasse fare una donazione: Associazione l’InCanto di Nascere - IBAN IT 63 Y 07601 12600 001040291823 www.incantodinascere.it

Per ulteriori informazioni e adesioni all’Evento scrivere a info@incantodinascere.it

Anteprima al concerto. Una visita guidata e cantata

Il concerto sarà preceduto alle ore 16.30 da una visita speciale guidata e cantata intitolata "L’incanto della nascita nell’arte", che porterà i partecipanti alla scoperta dei capolavori artistici delle collezioni alberoniane raffiguranti mamme, bambini, neonati e maternità.
La visita è a cura di Claudia Marchionni, con interventi in canto di Anna Chiara Farneti di fronte ad alcuni capolavori artistici particolarmente suggestivi.
L’ingresso è per l’occasione ridottissimo: €. 3,00. Possibilità di prenotazione
Per info e prenotazioni: 3474641598 - info@incantodinascere.it

DENTRO IL CONCERTO

Dare un supporto innovativo, non invasivo e amorevole ai bimbi e ai loro genitori: è questo l’obiettivo con cui è nato il progetto di cantoterapia L’InCanto di Nascere, avviato da un anno in Patologia neonatale all’Ospedale di Piacenza.

La musicologa e cantante Anna Chiara Farneti ha messo a disposizione delle famiglie del territorio la propria consolidata esperienza e il proprio straordinario talento vocale, utilizzando una metodologia da lei stessa sviluppata: la voce del cuore.

Il progetto l’InCanto di Nascere prevede tre fasi:

1. Cantoterapia mamma e bambino: la cantoterapista canta per il neonato e per la mamma ed in un secondo momento accompagna la madre a cantare per il bambino (questo produce endorfine e la mamma che sta vivendo un alto momento di stress si tranquillizza e si sente ‘utile’ per suo figlio).

2. Ricerca sperimentale con macchinari appositi per rilevare l’importanza del canto creato dal cuore (la Voce del Cuore) e i suoi effetti su bambini e adulti.

3. Formazione degli operatori sanitari del reparto di neonatologia sull’importanza della vibrazione del suono della loro voce, delle loro parole, la coerenza tra pensiero + cuore + voce, e come utilizzare al meglio i loro talenti emozionali.

Anna Chiara Farneti (Musicologa e cantante) ha già collaborato come cantoterapista con l’Istituto Humanitas e l’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano.

“Nel mondo sono già stati fatti diversi studi sull’effetto della musicoterapia, soprattutto strumentale e i risultati – sottolinea l’esperta - sono molto buoni”. Qui a Piacenza Anna Chiara Farneti sta portando avanti una ricerca unica: “Come cantoterapista creo sul momento una melodia vocale su misura che si prende cura della diade mamma/bambino”. La musicologa, che ha già collaborato in centri importati come l’Humanitas e l’ospedale Niguarda di Milano, realizza insomma un “abito su misura”, che nasce dall’incontro con la mamma e il bambino. “È un’avvolgente melodia che agisce a più livelli, calma, solleva, lenisce, libera il respiro, pulisce con amore e accoglienza e amplifica il sentire fisico e psicologico in un momento di particolare vulnerabilità di una nuova vita appena nata e di due adulti che si affacciano ad un nuovo importantissimo ruolo”.

A oggi la sperimentazione è già avvenuta su più di 50 bambini ed è stata effettuata con apparecchiature specifiche finalizzate a tali ricerche. L’esito è molto promettente: il canto ha prodotto, su tutti i bambini, il miglioramento del battito cardiaco, della saturazione, dell’ossigenazione, dello stato emotivo e profondo rilassamento e un incremento delle difese immunitarie. “Il livello di salute migliora e anche in maniera significativa”. Si è registrato in questa sperimentazione unica al mondo il miglioramento del battito cardiaco, della saturazione, dell’ossigenazione, dello stato emotivo, profondo rilassamento e incremento delle difese Immunitarie.

DENTRO LA VISITA - L’incanto della nascita nell’arte

La sacralità della maternità, la naturalezza dello scambio affettivo fra madre e figlio, hanno da sempre affascinato ed ispirato gli artisti, che, nel corso del tempo, hanno trovato modi diversi per rappresentarne le sfaccettature.

La collezione della Galleria Alberoni comprende numerosi dipinti, di soggetto prevalentemente sacro, che documentano l’evoluzione della rappresentazione della maternità dal XV al XVIII secolo. Si parte dalle suggestive Madonne fiamminghe di Jan Provost (1462 -1529) e Joos van Cleve (circa 1484 – 1540) che interrompono appena la loro statica compostezza per manifestare l’affetto orgoglioso delle madri. Anche le Madonne col Bambino di Vincenzo degli Azani (XVI sec.) e del Maître au Perroquet (XVI sec.)  giunte per donazioni successive, hanno prevalente carattere devozionale ed uniscono alla spontaneità dell’affetto richiami simbolici, l’uccellino e la frutta, alludenti al martirio del Bambino.

Più antica, forse databile al 1490, è la raffinata opera del Maestro dei putti bizzarri (ultimo quarto del XV secolo), Sacra famiglia con San Giovannino, che vede protagonista la Madre ed il Bambino e riduce al ruolo marginale di spettatori San Giuseppe ed il piccolo San Giovanni Battista. 

Si passa poi a rappresentazioni del XVII secolo, caratterizzate da un maggiore intento narrativo, Il Riposo dalla fuga in Egitto (copia da Van Dyck) ed Il sogno di San Giuseppe di Pier Francesco Mola (1612-1658), caratterizzato quest’ultimo da un delicato impasto cromatico e dalla ricerca di effetti luministici. La rappresentazione dell’infanzia è sottesa anche alle due tele di Luca Giordano (1632-1705), Sant’Anna che insegna a leggere a Maria Bambina e San Giuseppe in adorazione del Bambino, di tradizione pienamente barocca e caratterizzate da una felice intonazione cromatica. Nell’appartamento del Cardinale sono esposte anche due opere di derivazione raffaellesca, una copia dalla Madonna Canigiani: La Sacra famiglia con S. Anna e S. Giovannino, ed una copia della Madonna del Divino Amore il cui originale è conservato a Capodimonte.

Al XVIII secolo sono riferibili due dipinti di buona qualità esposti nella galleria, la Sacra Famiglia di Luigi Garzi (1638-1731) e la Sacra famiglia nella fuga in Egitto attribuito ad Angelo Barbier detto Trevisani (1669-1755), intense scene di vita famigliare, ormai prive di sacralità e pathos.

Non mancano alcune rappresentazioni di maternità profane, inserite in scene di genere, pastorali ed agresti, eseguite da Michelangelo Cerquozzi (1602/1660), esponente del genere delle “bambocciate” che ebbe grande successo nel XVI e XVII secolo. Ne Il ballo della scimmia e Scena pastorale, le rappresentazioni, spontanee ed immediate, di scene di vita quotidiana di poveri e pastori, documentano con realismo e senza retorica l’infanzia delle classi sociali meno abbienti.

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