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Festival, cambiare sesso nella realtà odierna: cosa dice la legge

Nell'ambito della sezione Temi e Confronti del Festival del Diritto 2011, un incontro su una tema drammatico e attuale: il cambiamento di sesso e la legge. Irrinunciabili anche in questo campo il rispetto della dignità umana e la tutela della privacy, ma è davvero così?

Tema drammatico e delicato, che coinvolge la sfera più intima delle persone ma ha anche un'inevitabile deflagratoria ricaduta sulla vita sociale e perfino professionale di chi vive questa situazione, il cambiamento di sesso è in teoria riconosciuto giuridicamente, anche se ottenere la modifica dei dati anagrafici rappresenta un traguardo accessibile solo alla fine di un percorso - o forse, sarebbe meglio dire, di un "calvario" - non certo facile nè breve.

Festival, "Cambiare sesso nella realtà odierna"

Preceduto dagli interventi di Valeriano Scassa e Jonathan Barbieri, dell'associazione L'A.T.OMO., che hanno chiarito il significato di termini quali omosessualità e transessualità, corrispondenti a realtà ben diverse e troppo spesso confuse tra loro, ed esplicitato quali sono i passaggi del percorso giuridico che porta al riconoscimento del cambiamento di sesso, l'avvocato Francesco Bilotta, docente presso l'Università di Udine, ha illustrato qual è la situazione attuale, trent'anni dopo la promulgazione della legge 164, che risale al 1982. Tale legge ha rappresentato una sorta di "sanatoria" nei confonti di tutte quelle persone che avevano fatto ricorso a viaggi all'estero per sofisticati interventi chirurgici, allora impossibili in Italia.

Attualmente, la persona che non si riconosce nella propria identità di genere corporea viene considerata un "malato psichiatrico" e solo come tale può accedere al sostegno del servizio sanitario nazionale per affrontare le terapie che ne conseguono. Non solo, ma il riconoscimento giuridico del "riorientamento" del sesso viene concesso dalla maggior parte dei giudici solo a fronte di una avvenuta demolizione chirurgica degli organi sessuali della precedente identità, senza contemplare la possibilità di riconoscere il cambiamento di genere anche in assenza di così radicali trasformazioni corporee.

"In realtà la sessualità  - sostiene Bilotta - anche alla luce degli ultimi studi e ricerche in merito, non è riconducibile ad una mera contrapposizione biologica maschio-femmina, ma rappresenta un continuum che ha al suo interno stadi intermedi, che travalicano l'aspetto anatomico per coinvolgere invece l'orientamento psicologico e affettivo di una persona, ben più ricco di sfumature e sfaccettature che non il semplice aspetto fisico". "Di questi aspetti dovrebbe allora tener conto il giudice nel pronunciarsi in merito al riconoscimento giuridico della modifica dei dati anagrafici, ha aggiunto Bilotta - se, come dovrebbe, il diritto si pone veramente al servizio di quel cardine della Costituzione Italiana che è il rispetto della autodeterminazione dell'individuo in relazione alla propria vita e al proprio corpo".

L'intervento di Bilotta, cui è seguito un commento conclusivo di Domenico Alfarone, è stato accolto da un applauso particolarmente spontaneo e sentito: tanti i giovani presenti all'incontro, a testimoniare di come questa edizione 2011 del Festival del Diritto non rappresenti una serie di eventi per "addetti ai lavori", ma un'occasione reale di incontro e confronto, anche su temi così difficili e scottanti.

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