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Si riaprono le aule scolastiche per oltre 35mila studenti piacentini

Ufficialmente al via in tutta l'Emilia Romagna il nuovo anno scolastico. A Piacenza 35.233 studenti ritornano sui banchi per iniziare una nuova avventura

Sono più di 35mila gli studenti piacentini che riprendono oggi la scuola: più precisamente sono 4578 nelle scuole d’infanzia, 11.851 alle elementari, 7.320 alle medie e 11.484 alle superiori. Le temperature ancora estive non invogliano forse i giovani e giovanissimi a ritornare nelle aule e nei banchi scolastici, ma c'è  comunque la gioia di ritrovare gli amici, senza contare che ogni nuovo anno scolastico porta con sé nuovi stimoli, nuove sifde, nuovi orizzonti sociali e culturali. "La scuola rappresenta ancora oggi, nonostante le critiche che questa istituzione subisce di giorno in giorno, un elemento fondante per la formazione dei giovani.

La scuola è il luogo in cui si apprende, ci si scambiano esperienze e si socializza; all’insegna della coesione. Il 2014-2015 si preannuncia come un anno ricco di grandi cambiamenti, soprattutto per gli insegnanti e per la scuola italiana in generale. Molti docenti potranno pensare ad un futuro più sicuro e certo e le scuole avranno la possibilità di offrire un servizio in grado di andare incontro alle esigenze di ogni alunno": queste le parole che il sindaco Paolo Dosi ha rivolto agli studenti della nostra città, insieme con l'augurio che essi "possano vivere la scuola, non come obbligo, come prigione mentale, ma come anelito di libertà".

L'IN BOCCA AL LUPO DEL DIRETTORE GENERALE DELL'UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE  - In inizio di questo nuovo anno scolastico provo la sensazione di essere in un tempo triplo. C’è il “tempo che ritorna”, il tempo ciclico, come quello delle stagioni, in quanto i riti dell’inizio di un nuovo anno scolastico sembrano sempre uguali. C’è poi la dimensione del “tempo che non ritorna” perché ogni anno, anche se sembra ripetersi uguale, è diverso: nessuno sarà più nelle condizioni in cui è oggi, questo anno non si ripeterà di nuovo uguale a se stesso. C’è infine la terza dimensione, il “tempo in nuce” cioè che accenna al suo futuro: l’oggi non si esaurisce in sé ma preannuncia e serve a gettare le basi del futuro, di quello che sarà domani e dopo. Questo è il tempo che mi interessa. E’ quest’ultimo il tempo che vorrei percepisse ognuno di voi che torna a scuola, non la routine di un altro anno che inizia (con le sue seccature, i compagni oppure i professori oppure i colleghi simpatici/antipatici, i compiti, le interrogazioni, le correzioni...). Vorrei che ciascuno varcando la porta della scuola portasse con sé la consapevolezza di essere un creatore di futuro. Creatore del proprio personale futuro e del futuro di tutti. Essere creatori di futuro non è facoltativo, è inevitabile. Dobbiamo solo decidere quale futuro creare. Anche chi non fa nulla crea un futuro. Se non ci adoperiamo, il futuro che viene è meno bello, oppure non è bello per niente. Non esiste situazione della realtà che non presenti complessità, difficoltà, limiti. Ma non ci sono problemi di cui non si possa almeno tentare una soluzione. Ricordando che talvolta i problemi che paiono insolubili sono solo problemi mal posti. Grey's Anatomy è un medical drama, una serie televisiva statunitense prodotta dal 2005. Uno dei personaggi, Cristina Yang, in una delle puntate del serial afferma: “A volte, il futuro cambia rapidamente e totalmente. E non ci resta altro da fare se non scegliere la nostra prossima mossa. Possiamo scegliere di avere paura, di restare fermi a tremare, senza muoverci e pensare alla cosa peggiore che potrebbe succedere. Oppure possiamo fare un passo in avanti, nell'ignoto, con il solo pensiero che quello che accadrà, sarà fantastico”. L’affermazione è in “american style”, ma nella sostanza vera. Ci sono punti di forza e punti di debolezza in ciascuno di noi ed in ogni situazione. Ogni rischio porta con sé una o molte possibilità ed opportunità. Il punto è decidere di affrontare il rischio, cioè di fare il passo avanti. Per scegliere dove si vuole andare serve la convinzione che ci sia un posto dove andare e che, soprattutto, questo “posto” verso cui andare, che si chiama futuro, può essere pieno di senso per ciascuno di noi. La speranza altro non è che questo, la consapevolezza che c’è un luogo per me verso cui andare. Per questo è colposa ogni impostazione educativa che distrugga la speranza, perché alimenta lo smarrimento e la sfiducia. Come gli antichi navigatori, su fragili gusci di noce, sfidarono gli oceani pur convinti che vi abitassero mostri sconosciuti, perché avevano l’orgoglioso convincimento che, se un mostro si fosse presentato, lo avrebbero affrontato. Il mio augurio in questo anno scolastico che inizia è quindi: a ognuno di voi studenti, di vivere la vita adoperandovi per capire dalla vostra realtà attuale come si potrebbe modellare il vostro futuro; con l’esercizio della pazienza, la guida di quegli adulti che vi paiono più significativi e l’aiuto degli amici con cui meglio camminate; ad ognuno di voi docenti e personale della scuola e genitori, di essere capaci di fornire la conoscenza dei mari, dei cieli e dei venti, che sono, uscendo di metafora, i punti cardinali di ogni vita: aiutare a conoscere per riconoscere il bene e il male, il rispetto per la vita e la dignità delle persone, l’uso responsabile delle risorse. E, a proposito ... non c’erano mostri al di là dei confini dei mari conosciuti, soltanto l’immensità degli oceani e il canto delle balene.

Anche il presidente della Provincia ha rivolto un pensiero agli studenti piacentini: «Come ogni anno, in concomitanza con l'avvio del nuovo anno scolastico che anch'io come professore mi accingo ad iniziare, vorrei rivolgere un saluto e un messaggio di auguri agli studenti, alle loro famiglie, ai docenti, ai dirigenti e a tutto il personale scolastico. Parlare di scuola da sempre significa parlare del futuro del nostro paese: una riflessione che assume ancora maggior valenza se proiettata nel difficile periodo che l'Italia su più fronti sta attraversando»

«Non è possibile né pensabile alcun tipo sviluppo senza cultura: per questo da parte di tutte le istituzioni l'attenzione e la responsabilità verso la scuola devono essere prioritarie. “L'istruzione e la formazione – diceva Nelson Mandela - sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo”. Una volontà che si scontra però quotidianamente con la scarsità di risorse a disposizione di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica; a ciò si somma, nella particolare fase politica che stiamo vivendo, il quadro di forte incertezza per il futuro a seguito dell'imminente riordino istituzionale delle Province».

«Nonostante le difficoltà a cui far fronte, l'impegno da parte dell'amministrazione che presiedo a favore del sistema scolastico provinciale non è mai venuto meno: ricordo, guardando solamente agli ultimi mesi, la realizzazione a Castel San Giovanni della nuova palazzina scolastica per gli studenti del Casali, per arrivare più di recente al taglio del nastro della nuova palestra al polo scolastico Mattei di Fiorenzuola, opera importante e attesa da tempo ora a disposizione degli studenti e delle società sportive locali, fino alla prossima inaugurazione della sede che ospiterà presidenza e servizi amministrativi del Centro Provinciale Istruzione Adulti di Piacenza».

«Oggi più che mai la nostra società ha necessità di giovani preparati che contribuiscano alla crescita del nostro paese: “Quando avete buttato nel mondo di oggi un ragazzo senza istruzione – ammoniva don Milani – avete buttato in cielo un passerotto senz'ali”. Per questo motivo dalla scuola, vera e propria comunità educante, devono arrivare l'entusiasmo e la speranza necessari ad affrontare le molteplici sfide che ci attendono e a trasformare le evidenti difficoltà in un momento di crescita e di superamento. L'alternativa a una scuola noiosa non è una scuola divertente, senza fatica. La vera alternativa è una scuola interessante, cioè una scuola in cui insegnanti e studenti coinvolgano tutto di se stessi in un dialogo e in un confronto educativo dove il docente appassiona i suoi studenti perchè lui per primo vive questa passione educativa per sé e per gli altri».

«Per fare questo occorre il contributo di tutti: dal corpo docente, a cui in primo luogo si deve tutto ciò che di buono e positivo si realizza nella scuola, perchè oltre a fornire un solido bagaglio culturale possa aiutare i ragazzi a sviluppare la propria personalità valorizzando il talento di ciascuno, alle istituzioni, senza dimenticare il ruolo delle famiglie: “Non basta mandare i figli a scuola - ricordava Giovanni Leone – bisogna accompagnarli sulla via degli studi, bisogna costruire giorno per giorno in essi la consapevolezza che a scuola si va non per imparare un titolo, ma per prepararsi alla vita”. Lascio per ultimi gli studenti, a cui va il mio augurio per un anno goioso e ricco di risultati da raggiungere. Andare a scuola deve avere per voi un valore enorme: penso ai 30 milioni di bambini per i quali, a causa di guerre e crisi umanitarie, non ci sarà nessun “primo giorno” di scuola».

«Per questo vi esorto: sappiate sacrificarvi, non smettete mai di nutrire il piacere di scoprire le cose. Non perdete la fiducia, anche in questo momento storico così complicato, di realizzare i vostri desideri e le vostre aspirazioni trasformandoli in progetti concreti; non lasciate che il pessimismo prenda il sopravvento; non pensate che impegnarsi o non impegnarsi sia la stessa cosa. Il primo passo per reagire di fronte alla crisi è fare, sempre con maggior impegno, ciascuno il proprio dovere: da chi ha il compito e la responsabilità di guidare le istituzioni, a chi ogni giorno si reca sul posto di lavoro, a voi nelle aule e sui banchi di scuola».

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