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La legge “Dopo di noi” riconosce il disabile parte integrante della società

I contenuti illustrati in uno dei periodici incontri della Società “Dante Alighieri”

“Siamo gli unici genitori del mondo a sperare che i figli non ci sopravvivano”. E’ questa l’angosciante frase che ci è capitato di sentire da una coppia il cui figlio rientra nella categoria dei disabili: in Italia circa 269.000 i figli che vivono in casa con i genitori; persone che vanno lavate, nutrite, accompagnate, seguite, curate e gestite ventiquattro ore al giorno. A questi si aggiungono circa 2.000.000 persone prive di autonomia nelle funzioni quotidiane e altre 1.500.000 afflitte da limitazioni nelle funzioni di movimento e della locomozione, e che ogni anno si aggravano.

Dopo di noi? Tanti genitori se lo saranno chiesto migliaia di volte, mentre aiutavano i propri figli disabili nelle attività quotidiane più semplici. Lo Stato italiano sembra finalmente aver dato una risposta con la Legge n. 112/2016-2017 riguardante “Disposizioni in materia di assistenza a favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare”, che oltre una serie di agevolazioni fiscali prevede nuove concrete opportunità di assistenza e abitazione, e che è comunemente nota come Legge del “Dopo di noi”.

Se ne è parlato all’Auditorium Ricci Oddi in un incontro informativo promosso dal Comitato Piacentino della Società “Dante Alighieri” con l’intervento della dott.ssa notaio Eloisa Alessandra Luini per gli aspetti giuridici, della dott.ssa psicologa Ilaria Fontana per gli aspetti psichici e con l’introduzione della prof.ssa Vittoria Albonetti, Presidente della Fondazione Pia Pozzoli - Dopo di noi", costituita a Piacenza nel 2004, a fini di tutela e assistenza dei disabili e delle loro famiglie attraverso otto realtà operative nel settore dei servizi sociali: Aias, Associazione As.So.Fa, Associazione Carmen Cammi, Associazione disabili persone Down, Associazione Ronda della Carità, Caritas di Piacenza Bobbio, Il Germoglio 2, Cooperativa sociale e istituto Madonna della Bomba.

La legge pare essere in grado di dare una risposta al “dopo di noi?”, dei genitori con figli disabili, in quanto introduce strumenti giuridici intesi a garantire una più sicura  assistenza, cura e protezione in favore delle persone con disabilità grave (soprattutto, ma non solo) prive di sostegno familiare, in quanto mancanti di entrambi i genitori, o poiché gli stessi non sono in grado di fornire l'adeguato sostegno genitoriale.

La dottoressa Luini e la dottoressa Fontana hanno illustrato norme e misure previste dalla innovativa Legge, tese appunto a  far sì  che il disabile possa davvero sentirsi ed essere parte integrante della società, grazie a forme operative, ad  adempimenti legali, ad agevolazioni di detraibilità fiscali, di erogazioni da parte di soggetti privati, di affido   e gestione relativamente a beni mobili e immobili,  con la costituzione di “trust” nonché di “vincoli di destinazione” dei beni.

Si è in presenza di una Legge che, sempre in funzione  di garanzia e tutela dei citati soggetti svantaggiati, istituisce un “Fondo” statale di assistenza, polizze assicurative detraibili, nonché nuove figure professionali quali il “monitore”, operatore sociale esperto di disabilità, anche esterno alla cerchia familiare, il quale  possa saper bene interpretare e comprendere desidèri e prospettive relative al futuro del figlio, accompagnandolo già fin dal cosiddetto “Durante Noi”. La figura è versatile, c’è chi è più esperto nel settore psicologico, chi in quello pedagogico. “Ma la cosa importante è che sia una persona legata al territorio di provenienza della famiglia”. Obiettivo: seguire ogni sviluppo della crescita della persona disabile, fino a farla diventare indipendente nel momento in cui papà e mamma non ci saranno più.

A conclusione dell'incontro, il presidente della Dante piacentina dottor Roberto Laurenzano ha osservato che la legge prevede strumenti capaci di efficaci  risultati, in un orizzonte più sereno per un disabile, proprio grazie ad una più forte “potenzialità” di attuazione di misure agevolanti non solo una tutela, ma una autonomia (ovviamente correlata al grado di disabilità) e una ragionevole indipendenza per chi è stato meno fortunato nella vita. Occorrerà però volontà operativa, affetto, onestà di intenti; ma vi sono tutti i presupposti, di raggiungere traguardi assolutamente funzionali per il bene di persone da non emarginare mai.    

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