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«Miglioriamo la qualità urbana di Piacenza sviluppando un turismo moderno e rispettoso»

A Palazzo Galli presentato il libro di Manrico Bissi, edito dalla Banca, sulle camminate di Archistorica

«Piacenza non è quella città triste e sonnacchiosa che viene dipinta. L’interesse culturale dei piacentini è vivo, ma spesso è un aspetto che le Istituzioni non colgono. Vogliamo crescere e aprire al turismo? Se sì, rimbocchiamoci tutti le maniche per avere una città più bella e più comunicativa». Questo, in sintesi, il pensiero di Manrico Bissi, espresso nel corso della presentazione del suo libro “Piacenza, Storie di una città” (volume II) e condiviso dal numeroso pubblico che ha affollato il Salone dei Depositanti di Palazzo Galli. L’opera - edita dalla Banca di Piacenza - raccoglie 35 scritti (nel I volume erano 34) che raccontano le camminate organizzate dall’associazione Archistorica per le vie del centro cittadino (sempre molto partecipate), alla riscoperta del nostro patrimonio storico, artistico e archeologico.

«Ammiro sempre - ha detto il presidente del Comitato esecutivo dell’Istituto di credito di via Mazzini Corrado Sforza Fogliani presentando l’autore - la capacità di essere concisi ma esaustivi e di saper trattare con rigore scientifico tanto il passato quanto il presente. Nella prefazione l’arch. Bissi invoca che ci sia una nuova interpretazione e una nuova valorizzazione dei luoghi della nostra Piacenza. Come Banca qualcosa abbiamo fatto: penso alla scopertura delle lapidi a ricordo dei piacentini illustri; alle targhe sui palazzi storici. E ci siamo sentiti in dovere di farlo in quanto teniamo al territorio dove siamo insediati, unica Banca locale rimasta che trattiene qui le risorse che produce. Differentemente il territorio - e ciascuno di noi - si impoverisce. Bissi è un esempio di piacentino che valorizza le nostre risorse».

Il presidente di Archistorica ha ringraziato la Banca per il sostegno che dà all’associazione, che dalla sua costituzione, nel 2014, ha organizzato 70 camminate, 23 gite culturali e 30 conferenze. Un’attività che ha dato modo a tanti piacentini di riscoprire, ogni volta con occhi nuovi, l’identità del nostro centro storico, attraverso la storia, l’archeologia, l’arte, le tradizioni, i miti (citati ad esempio le “Case dei Visconti” di via Mandelli, l’ex chiesa di S. Agata in via Poggiali, il cimitero ebraico di via Chiapponi). «Piacenza è una città turistica?», si è chiesto l’autore rispondendo affermativamente: «Ne ha i numeri, purché li spenda bene. E’ tempo che Piacenza disseppellisca i suoi talenti e li usi come Dio comanda». L’arch. Bissi ha suggerito alcuni interventi per migliorare la qualità urbana e dare quindi impulso ad un turismo «moderno, rispettoso e consapevole»: favorire la frequentazione pedonale del centro storico decongestionandolo dal traffico; diminuire la concentrazioni di parcheggi in centro; uniformare le pavimentazioni, oggi incongruenti, creando percorsi ben definiti che si richiamino alla Via Francigena; togliere inserimenti incompatibili con il paesaggio della città storica (segnaletica, centraline tecniche, bidoni) che creano caos e degrado.

Il presidente Sforza Fogliani nel ringraziare l’arch. Bissi ha osservato come Palazzo Galli possa essere considerato un itinerario, visto i diversi periodi storici che le sua mura raccontano.

A ricordo della serata, all’ospite è stato fatto dono del prezioso volume di Vittorio Sgarbi “Tesori d’Italia” (pubblicato in occasione dell’Expo), che ha in copertina il capolavoro di Gaspare Landi “La famiglia del marchese Giambattista Landi con autoritratto”, di proprietà della Banca ed esposto nel salone della sede centrale.

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