Teatro Trieste Trentaquattro, Qvinta - Teatrificio Esse
In programma sabato 13 gennaio alle ore 21 presso Teatro Trieste Trentaquattro Qvinta - Teatrificio Esse, di e con Aldo Gentileschi, Riccardo Goretti, Armando Sanna, Pasquale Scalzi
In collaborazione e con il contributo di Fondazione Teatro Metastasio, Fonderia Cultart, Spazio Culturale La Gualchiera.
QVINTA è l’occasione d’incontro di quattro (3+1) follie. Tre Teatrificio, Un Omino, quattro siamo noi e lei è la quinta. Una vera quinta. Di quelle solite. Di quelle solide. Con le cantinelle segate precise, la scroscia dietro tenuta ferma con i sacchi di sabbia, e la stoffa nera, pesante, polverosa, sempre un po’ strappata. Ma solo poco. Da lontano non si vede. Da lontano non si vede che i quattro personaggi soffrono, da lontano fanno ridere. Si agitano, s’incontrano, si, scontrano, si lasciano e si rincontrano.
Entrano ed escono dalla quinta. Entrano in quinta (e dunque escono dalla scena), escono dalla quinta (e quindi entrano in scena). Ogni entrata è anche un’uscita. The way out is the way in. Solo da questa vita non c’è uscita. O meglio, un’uscita c’è, ma non piace a nessuno ricordarsi quale sia. Per questo i personaggi soffrono.
Non vi preoccupate, da lontano non si vede. Da lontano si ride, in QVINTA, eccome. La comicità che abbiamo cercato è quella del limite, lo stesso limite che c’è tra l’essere dentro e fuori la scena, quando non sai se sei personaggio o no. Una QVINTA come un buco nero che asciuga e condensa in sè tutto lo spazio teatrale e tutta la scrittura scenica di parole e azioni, una QVINTA dotata di leggi fisiche tutte sue e a noi oscure. Entrare e uscire: da luoghi,pensieri, azioni, sentimenti, dalla vita delle persone, da noi stessi, dalla scena, da un personaggio, dalla vita…
Cari spettatori,
Lo spettacolo è il frutto dell’incontro-scontro tra il TEATRIFICIO ESSE e RICCARDO GORETTI, tra la figura e la prosa, tra il gesto e la parola, tra diverse individualità che si sforzano di fondersi, di capirsi, di parlarsi, di arrivare a una sintesi che sia una nascita imprevista, leggera, folle. Ma è anche l’incontro-scontro tra le nostre ferree e incoscienti volontà e gli ostacoli che sempre più incontriamo nello svolgere il nostro lavoro di attori. Ostacoli che però abbiamo deciso di trasformare in opportunità, in occasione, nell’ennesima possibilità di resistenza alle contingenze avverse, di testimonianza, di esistenza, attraverso la scenografia minima di una QVINTA e la nostra arte ingegnosa per come sanno essere ingegnosi gli artigiani. A ben vedere dunque lo spettacolo è il frutto della vita stessa, della nostra come delle vostre. Cari spettatori!