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Seminat, Apimell e Buon vivere: successo confermato a Piacenza Expo

Anche domenica, Seminat, Apimell e Buon vivere, le tre manifestazioni di inizio primavera che si svolgono a Piacenza Expo, hanno confermato lo straordinario successo di visitatori. Probabile il superamento delle 24mila presenze

Anche domenica, Seminat, Apimell e Buon vivere, le tre manifestazioni di inizio primavera che si svolgono a Piacenza Expo, hanno confermato, favorito dal bel tempo, lo straordinario successo di visitatori che ha caratterizzato le giornate precedenti, tanto che, i dati consuntivi attesteranno, molto probabilmente, che sarà superato il record della scorso anno, oltre 24.000 presenze.

Gli appassionati del verde, sempre numerosi, hanno affollato gli stand per visionare nuove idee per arredare gli spazi destinati alla natura, aggiornandosi sulle nuove tecniche di coltivazione, sui nuovi prodotti per la cura delle piante, sulla progettazione di giardini di piccole e grandi dimensioni, ma anche per un terrazzo fiorito. E contestualmente il benessere legato ai prodotti naturali e biologici, piante officinali, prodotti per la salute a base vegetale e piante aromatiche.

A migliaia anche oggi i visitatori a “Buon Vivere” la settima mostra- mercato di enogastronomia, un goloso itinerario del gusto con possibilità di degustazioni guidate e di acquisti singolari, di genuinità e di tipicità del territorio piacentino e di numerose regioni italiane.

Ma oggi, è stata soprattutto la giornata clou per Apimell: oltre agli appassionati hobbisti che hanno acquistato nuove attrezzature, si sono svolti, come nel giorno precedente, diversi incontri tecnici e, presso la Sala convegni, il convegno  organizzato dalla FAI (Federazione apicolturi italiani) sul tema “Salviamo l’ape italiana”, le regole della genetica ed il valore della biodiversità che l’Italia possiede, un ricco giacimento genetico di “interesse nazionale, utile per la conservazione dell’ambiente naturale, dell’eco-sistema e dell’agricoltura in generale”.

Tuttavia, come è stato evidenziato, se lo sfruttamento non è sostenibile, rischia di compromettere la disponibilità di una risorsa che è un patrimonio comune che va trasmesso alle future generazioni di apicoltori, una eredità che rischia di essere compromessa da utilizzo incontrollato di ibridi, importazioni di api regine dall’estero, rimescolamenti azzardati di materiale genetico non controllato, mancato impegno nell’opera di selezione dei caratteri tipici dell’ape autoctona dei nostri territori.

Dopo il saluto del presidente Apap Roberto Pinchetti, del presidente di Piacenza Expo Angelo Manfredini e dell’assessore provinciale all’Agricoltura Manuel Ghilardelli, ha preso la parola Marco Lodesani del CRA-Api che ha trattato delle peculiarità genetiche della colonia d’api. Quindi Marco Porporato dell’Università di Torino ha parlato delle tecniche di difesa di un nuovo predatore dell’ape italiana, la vespa velutina (calabrone asiatico) che ha varcato i confini nazionali nel 2013 ed è per ora circoscritta a Liguria e Piemonte e facilmente si può estendere alle altre regioni limitrofe. E’ un predatore delle api operaie, soprattutto le bottinatrici. Al momento la forma di lotta più efficace è la distruzione dei nidi.

Della necessità di avere api autoctone nei singoli territori, ha trattato Cecilia Cista del CRA-API, mentre dell’importanza dell’albo nazionale come strumento al servizio della comunità apistica ha relazionato Santi Longo dell’Università degli studi di Catania. Ha moderato il convegno il presidente FAI Raffaele Cirone.

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